La BCE sta continuando a tagliare i tassi, nel frattempo portando avanti il Quantitative Tightening. “La prima volta nella storia”, avverte Piero Cipollone.
È stato Piero Cipollone, esponente del Comitato esecutivo della BCE, a far notare ai mercati il paradosso che sta caratterizzando la politica monetaria dell’Eurozona per “la prima volta nella sua storia”: da un lato, la Banca centrale europea sta continuando a tagliare i tassi, e molto probabilmente continuerà a farlo, dando una ulteriore spinta ai fondamentali economici dell’area euro (per quanto l’insoddisfazione di chi chiede sforbiciate più incisive pari a 50 punti base sia palese).
Dall’altro lato, è ormai da un po’ che la stessa istituzione si è messa a dieta, sostituendo i suoi piani di acquisti di asset che avevano tanto sostenuto (per alcuni drogato) i BTP e gli altri titoli di Stato dell’area euro con un programma che ha una denominazione ben precisa, riassunta in un acronimo ormai noto: QT, ergo Quantitative Tightening.
QT-Quantitative Tightening BCE, finita l’era del QE-Quantitative easing di Draghi e del PEPP
Questo QT, tanto invocato per diversi anni dai falchi tedeschi e dell’Europa del Nord, ha decretato con il suo avvento la fine dei giochi di quel bazooka monetario storico che ha salvato in primis l’euro per il rotto della cuffia durante la crisi dei debiti sovrani: ovvero del QE, acronimo che indica il programma diametralmente opposto, che venne creato dall’ex presidente della BCE, Mario Draghi: il cosiddetto Quantitative easing, con cui la BCE ha blindato il debito sovrano dell’area euro, facendo shopping dei titoli di Stato emessi dai Paesi appartenenti al blocco dell’Eurozona.
Nome tecnico del programma: PPA (asset purchase programme).
Come riassume Bankitalia, l’Asset Purchase Programme (APP), condotto tra la fine del 2014 e la metà del 2023, è stato un “ programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema volto a fornire uno stimolo monetario ulteriore a quello derivante dai tassi ufficiali e a garantire la corretta trasmissione della politica monetaria, in un contesto di prolungata bassa inflazione e in presenza del raggiungimento del limite inferiore del livello dei tassi ufficiali”.
A tale assist a favore dei titoli di Stato, nel marzo del 2020, è stato affiancato il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP), programma varato dalla BCE in risposta allo shock economico e finanziario innescato dalla pandemia di coronavirus (COVID-19): “Concepito con l’intento sia di stabilizzare i mercati finanziari, sostenendone il corretto funzionamento, sia di contrastare le ripercussioni negative derivanti dalla pandemia sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria e sulle prospettive di crescita e inflazione”, come ha spiegato la Banca d’Italia, anche questo bazooka monetario è stato mandato in pensione, con lo stop ai reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio avvenuto alla metà di dicembre del 2024.
Ora, di fatto, i BTP e gli altri titoli di Stato dell’area euro sono rimasti orfani di entrambi i programmi che li hanno protetti dalle speculazioni dei mercati per diversi anni.
Con QT-Quantitative Tightening tassi e bilancio BCE stanno andando in direzioni opposte
Non solo: il Quantitative Tightening, partito da un po’, significa che la BCE si sta liberando, sebbene in modo graduale, dei titoli di Stato di cui ha fatto incetta in passato.
Questo processo è partito ufficialmente all’inizio del 2023, quando l’Eurosistema, con l’avvio del piano QT, ha iniziato a normalizzare la propria politica monetaria: erano i mesi in cui la BCE continuava ad alzare i tassi per combattere l’inflazione ancora ostinata in Eurozona, la cui crescita vertiginosa era esplosa nel 2022. I due piani -rialzi dei tassi + QT - nel garantire entrambi la restrizione monetaria andavano dunque nella stessa direzione.
Oggi invece, come ha fatto notare Piero Cipollone, ci troviamo in un contesto in cui, a fronte di una politica monetaria che sta allentando la restrizione monetaria precedentemente varata dalla BCE, il bilancio della BCE si sta contraendo, andando così in una direzione opposta. In poche parole, se durante gli anni dell’inasprimento della politica monetaria dell’Eurozona, “le nostre decisioni sui tassi e le politiche relative al bilancio si sono confermate complementari, ora stanno andando in direzioni opposte”.
Non si tratta secondo Cipollone di un aspetto da sottovalutare, in quanto questa divergenza produce alcune “implicazioni importanti”.
Prima di tutto, “contribuisce all’irrigidimento della curva dei rendimenti”, visto che “i nostri tagli dei tassi esercitano una pressione al ribasso soprattutto nella parte breve della curva dei rendimenti ”, dunque non nella lunga, che paga invece le conseguenze del QT: “Allo stesso tempo il graduale smobilizzo dei nostri portafogli di asset esercita una pressione al rialzo sulla parte lunga della curva e, in misura minore, sui rendimenti intermedi”.
La divergenza tra la politica di bilancio adottata dalla BCE e il trend dei tassi condiziona tuttavia non solo la curva dei rendimenti ma anche, ha ribadito Cipollone, l’offerta del credito, in quanto “livelli di liquidità più bassi della banca centrale potrebbero limitare l’abilità delle banche a espandere i loro crediti ”, creando una situazione in cui le condizioni di finanziamento potrebbero diventare “più rigide, indebolendo potenzialmente gli investimenti e i consumi, che sono cruciali per la ripresa dell’economia”.
Domanda: ma con il QT i tagli dei tassi della BCE stanno funzionando?
Di conseguenza, ha avvertito l’esponente del Comitato esecutivo della BCE Piero Cipollone, è necessario che si trovi un “ giusto equilibrio , nel cercare di centrare il nostro obiettivo di inflazione, senza che si scatenino impatti ingiustificati sui redditi e sull’occupazione ”.
Il problema, infatti, è che “un taglio dei tassi produce effetti di allentamento (della restrizione monetaria) più contenuti, quando allo stesso tempo si procede a una riduzione del bilancio”.
Cipollone ha sottolineato che è la prima volta nella storia della BCE che i due strumenti di politica monetaria - tassi di interesse e bilancio dell’Eurotower - stanno andando in direzioni opposte, a causa del programma di Quantitative Tightening. “Dobbiamo dunque assicurarci di prendere in considerazione la riduzione del nostro bilancio quando ricalibriamo i tagli dei tassi, al fine di centrare il nostro target di inflazione. Questo perchè”, ha ribadito il banchiere, “gli effetti che i nostri tagli dei tassi produrranno saranno in qualche modo smorzati da una qualsiasi restrizione che sarà provocata dalla normalizzazione del nostro bilancio”.
L’interrogativo, di conseguenza, sorge spontaneo: fino a che punto i tagli dei tassi di interesse della BCE stanno funzionando, se a priori i loro effetti vengono frenati dal Quantitative Tightening in essere?
© RIPRODUZIONE RISERVATA