Dopo il 2 agosto la benzina e il diesel potrebbero costare molto di più. E questa non è una buona notizia per chi deve mettersi in viaggio.
Benzina e diesel sono ormai da settimane oltre la soglia dei 2 euro al litro. Per cercare di arginare questa ondata di aumenti il Governo è corso ai ripari rinnovando la misura che taglia le accise sul prezzo finale di 30 centesimi.
Questo servirà a non far pagare la benzina oltre i 2,50 al litro ma resta comunque ad un prezzo ritenuto molto alto. In tanti volevano una misura diversa per riportare il costo almeno sugli €1,80 come in precedenza, ma l’esecutivo ha ritenuto insufficienti i fondi a disposizione.
E non basta. Perché dopo il 2 agosto in Italia potrebbe accadere che la benzina subisca un nuovo rincaro toccando cifre altissime. Vediamo il perché.
Benzina e diesel: dal 2 agosto possibili nuovi rincari
Se almeno per il prossimo mese la benzina e il diesel potranno non subire ulteriori scossoni al rialzo, a partire dal 2 agosto invece le cose potrebbero mettersi molto male per gli automobilisti italiani. In quella data scadrà infatti il decreto interministeriale firmato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che ha tagliato le accise di 30 centesimi.
Al momento infatti non sono previste ulteriori proroghe alla misura che inizialmente doveva essere fino a settembre. Poi dalle analisi è emerso che le risorse messe a disposizione dal Governo fossero insufficienti per coprire lo sconto almeno fino a fine estate.
E questo cosa significa? significa che da quella data il prezzo di benzina e diesel sarà venduto con tutte le consuete accise e la verde potrebbe arrivare a toccare anche quota €2.50 al litro.
Il tutto in un periodo dell’anno dove milioni di persone si mettono in viaggio in auto per raggiungere i luoghi di villeggiatura. Chi ha intenzione di partire più o meno entro quella data converrà fare rifornimento prima del 2 agosto non ritrovarsi a pagare un pieno molto di più.
Secondo una stima fatta da Federconsumatori per una famiglia che fa due pieni al mese il rincaro annuale sarà di 384 euro. Non è poco. Per questo tutte le associazioni dei consumatori hanno richiesto al Governo una misura diversa rispetto alla semplice conferma del taglio delle accise.
Secondo le associazioni l’esecutivo doveva alzare il taglio delle accise di almeno altri 10 centesimi e ridurre l’Iva dal 22% al 10%. In questa maniera il prezzo finale poteva tornare alla soglia degli €1,80 al litro che resta comunque elevato.
Stop alla vendita di auto a benzina o diesel dal 2035
Intanto però c’è una grande novità per le auto alimentate a combustibili fossili. Il consiglio dei ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue ha infatti confermato il provvedimento clima che prevede lo stop alla vendita della auto alimentare a benzina o diesel a partire dal 2035.
Un passo importante per puntare a ridurre la concentrazione di Co2 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 come i grandi della terra hanno fissato. Ad inizio giugno era arrivato l’ok alla misura anche da parte del Parlamento europeo con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti.
La palla passa ora ai negoziati con l’Europarlamento per raggiungere un accordo sui testi legislativi definitivi.
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