Laura Castelli è stata riconfermata all’Economia passando da sottosegretario a viceministro del governo Conte bis: la biografia e i guadagni di questa esponente di punta del Movimento 5 Stelle.
Quando si è consumato il cambio di governo, con la nascita del Conte bis sostenuto da una maggioranza giallorossa invece che gialloverde, il nome di Laura Castelli era uno di quelli sicuri nel rientrare nella lista dei viceministri e sottosegretari.
Con l’avvicendamento al Ministero dell’Economia tra il tecnico Giovanni Tria e il dem Roberto Gualtieri, la Castelli da sottosegretario a Palazzo Tesoro è diventata ora viceministro.
Per quella che è una delle esponenti di punta del Movimento 5 Stelle, ci sarà subito da affrontare la complessa partita della legge di Bilancio 2020 dove si dovrà cercare di disinnescare le clausole di salvaguardia evitando così l’aumento dell’Iva.
La biografia di Laura Castelli
Nata a Torino il 14 settembre del 1986, Laura Castelli dopo il diploma di Ragioneria sempre nel capoluogo piemontese nel 2010 ha conseguito una laurea triennale in Economia Aziendale.
In seguito ha preso parte anche al corso di Alta Formazione in Economia e Management in Sanità presso l’Università La Sapienza e, questa volta alla LUISS, al corso di Perfezionamento in Drafting Linguistico.
Dal punto di vista lavorativo, la sua prima esperienza è stata come addetta alla sicurezza allo stadio Comunale di Torino (tra il 2006 e il 2009), per iniziare a lavorare poi in un CAF a Collegno in provincia di Torino (2010-2014).
Il suo avvicinamento alla politica avviene quando diventa assistente del consigliere regionale di centrosinistra Mariano Turigliatto, prendendo parte a una lista di sinistra alle elezioni provinciali senza però venire eletta.
Nel 2010 poi avviene l’entrata nel Movimento 5 Stelle aderendo al MeetUp di Collegno dove sostiene la protesta dei NoTav. Sempre in quell’anno, diventa collaboratrice del consigliere regionale pentastellato Davide Bono.
Alle elezioni politiche del 2013 per Laura Castelli arriva l’elezione alla Camera tra le fila dei 5 Stelle, prendendo parte alla Commissione Bilancio e ricoprendo per alcuni periodi anche il ruolo di capogruppo e tesoriere (nel Movimento c’è la turnazione degli incarichi).
Dopo essere stata rieletta alla Camera a seguito delle elezioni del 4 marzo 2018, la Castelli ha preso parte alle delicate consultazioni post-voto in qualità di capogruppo dei deputati grillini.
Con la nascita del primo governo Conte, è stata nominata sottosegretario all’Economia venendo poi promossa al ruolo di viceministro quando si è passati al governo Conte bis sostenuto da PD e 5 Stelle.
Lo stipendio
Come noto, quello dello stipendio dei parlamentari è da sempre uno dei temi più cari al Movimento 5 Stelle. Oltre alla questione dei vitalizi, recentemente aboliti per ex deputati e senatori, i pentastellati vorrebbero sforbiciare anche i guadagni dei parlamentari in carica.
In attesa di questa riforma, che al momento non sembrerebbe comunque essere nei programmi di governo, Laura Castelli fin dalla sue prima elezione alla Camera si è tagliata il suo stipendio come da regolamento 5 Stelle.
Fresca di elezioni in Parlamento, con un post su Facebook dell’aprile 2013 la Castelli elencava tutti gli emolumenti effettivamente da lei percepiti per il suo ruolo di deputata.
Il sito Openpolis poi ha riportato anche la sua dichiarazione dei redditi del 2014, quando è entrata in Parlamento, che per la deputata era pari a 78.229,76 euro. Nel 2013 invece, quindi l’anno prima della sua elezione alla Camera, il reddito dichiarato era di 23.076 euro.
Nel 2015 invece, quindi nel pieno della scorsa legislatura, Laura Castelli ha dichiarato un reddito imponibile pari a 93.778 euro come si può vedere dalla copia della sua dichiarazione.
Le polemiche e le gaffe
Nell’aprile 2017 Laura Castelli è stata indagata per diffamazione, denunciata da una cassiera del bar del Palazzo di Giustizia di Torino. Ritagliando una foto di gruppo facendo sembrare che la donna fosse sola con Piero Fassino, l’aveva poi pubblicata su Facebook.
La deputata sosteneva che l’appalto di gestione del bar sarebbe stato assegnato dal comune di Torino, Fassino e l’ex sindaco PD della città, “con ribasso sospetto ad un’azienda fallita tre volte”.
La cosa aveva scatenato sul social numerosi commenti sessisti tra gli utenti, con la Castelli che ha poi cancellato i commenti contenenti insulti sostenendo comunque di aver solo riportato i fatti, ma il giudice l’ha ugualmente rinviata a giudizio.
Di recente poi sono diventati virali sul web due video della pentastellata. Il primo è una discussione a Porta a Porta con l’ex ministro Pier Carlo Padoan sullo spread, il secondo è con Lilli Gruber a Otto e Mezzo sulle card del Reddito di Cittadinanza dove la grillina ha confermato che sarebbero in stampa.
Episodi che hanno fatto parlare di gaffe del viceministro all’Economia, con due senatrici PD che si erano addirittura dette pronte a denunciare la Castelli e Di Maio per la vicenda delle card del Reddito di Cittadinanza: adesso che sono insieme al governo, i toni tra grillini e dem con ogni probabilità si faranno molto meno duri.
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