Mike Bloomberg propone un piano rivoluzionario per riformare Wall Street e la finanza americana. Dalla tassazione sulle transazioni finanziarie all’aumento di imposta per i redditi più ricchi, fino al carcere per gli illeciti nella finanza: ecco i dettagli della proposta.
Micheal Bloomberg suscita sempre più interesse per la sua candidatura tra i democratici alla presidenza USA. Molta è l’attenzione rivolta su di lui anche da parte di Wall Street e del mondo della finanza.
Se, infatti, da una parte viene criticato - soprattutto dai sostenitori del socialista Bernie Sanders - per la sua personale ricchezza, dall’altra il candidato miliardario sta cercando di rendere il suo programma più condivisibile possibile, anche tra gli scettici verso il potere di Wall Street.
Proprio nei confronti del settore finanziario, il piano di riforme annunciato da Bloomberg è apparso rivoluzionario. Ecco come il magnate aspirante presidente degli Stati Uniti vuole ridimensionare la finanza americana.
Il piano Bloomberg per la rivoluzione di Wall Street
L’ambizioso piano presentato da Bloomberg ieri sera è stato valutato come un esplicito tentativo di frenare Wall Street, facendo eco ai programmi di alcuni dei suoi rivali democratici più progressisti.
Il miliardario è stato sindaco di New York dal 2002 al 2013, durante il periodo storico segnato dalla crisi finanziaria. In quegli anni, ha respinto alcune proposte mirate a inasprire il controllo bancario, definendole “miopi” e sostenendo che avrebbero “offerto grandi vantaggi” ai concorrenti stranieri.
Come candidato alla presidenza, invece, Bloomberg sembra spostarsi verso una posizione politica più a sinistra su un tema pregnante negli USA: il funzionamento della finanza. La sua dichiarazione alla presentazione del piano è stata chiara: “Il sistema finanziario non funziona come dovrebbe per la maggior parte degli americani”.
Il programma, infatti, andrebbe a sostenere molte delle riforme già attuate o rafforzate nell’ambito del Dodd-Frank Act del 2010 in risposta alla Grande recessione, una crisi per la quale alcuni hanno incolpato le banche di Wall Street.
Ecco le priorità del piano finanziario di Bloomberg:
- rafforzare le riforme attuate a seguito della crisi economica per regolare le banche e proteggere i consumatori;
- ripristinare i finanziamenti per l’Ufficio di ricerca finanziaria che monitora la rischiosità bancaria;
- consentire al Dipartimento di giustizia mettere in galera chi compie infrazioni finanziarie;
- introdurre un’imposta dello 0,1% sulle transazioni finanziarie;
- rafforzare la legge Volcker per limitare le attività di trading compiute dalle banche per se stesse e le negoziazioni di azioni per il proprio guadagno;
- realizzare la fusione dei colossi nel settore mutui Fannie Mae e Freddie Mac in un’unica entità.
Con il piano di riforme, Bloomberg avrebbe intenzione di ripristinare e incrementare le funzioni dell’Ufficio di protezione finanziaria dei consumatori, dal momento che l’agenzia si è indebolita con la presidenza di Donald Trump.
Bloomberg ha anche annunciato l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie dello 0,1%, che andrebbe a colpire operazioni quali scambi su azioni, obbligazioni e contratti derivati.
Lo scopo è di “aumentare le entrate necessarie per affrontare la disuguaglianza”. Una nuova imposta, quindi, che si andrebbe ad aggiungere alla proposta di tassare i redditi superiori ai 5 milioni di dollari all’anno con una surtax del 5%, secondo un piano fiscale totale di 5.000 miliardi di dollari.
La sfida democratica sulla finanza
La richiesta di una maggiore supervisione sulle attività speculative e finanziarie rispecchia in qualche modo le proposte della candidata Elizabeth Warren, sostenitrice del Dodd-Frank Act del 2010.
Warren ha reso la riforma finanziaria una parte fondamentale del suo programma presidenziale, spingendo soprattutto per aumentare la supervisione degli accordi bancari.
Bloomberg ha ripreso dai suoi sfidanti più progressisti le promesse di creare un ufficio dedicato alla criminalità aziendale presso il Dipartimento di Giustizia abilitato a perseguire le persone, così come le società, per illeciti finanziari.
I candidati, tra cui il senatore Bernie Sanders, hanno dichiarato che sarebbe importante trattare il tema del carcere per gli amministratori delegati aziendali.
Sanders in precedenza aveva affermato che avrebbe usato i poteri concessi al Governo ai sensi della legge federale anti-monopolio, lo Sherman Antitrust Act, per perseguire i dirigenti.
La campagna elettorale democratica e presidenziale, quindi, si preannuncia calda sul tema finanziario. Anche il miliardario Bloomberg, infatti, intende incidere sul funzionamento di Wall Street.
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