Bollette tra dazi e scenari futuri, cosa accadrà nel 2025. Parla Besseghini (presidente ARERA)

Alessandro Cipolla

17 Aprile 2025 - 15:35

Quale sarà l’impatto dei dazi sulle bollette? Quali sono invece gli scenari futuri energetici per l’Italia? Ne abbiamo parlato in un’intervista con Stefano Besseghini, il presidente di ARERA.

Bollette tra dazi e scenari futuri, cosa accadrà nel 2025. Parla Besseghini (presidente ARERA)

Come saranno le bollette in questo 2025? Nel pieno della tempesta dei dazi e con le frequenti oscillazioni del costo dell’energia, gli italiani continuano a tremare ogni volta che arriva la lettera - o email - recante il bollettino per pagare il conto di luce e gas.

Non a caso il governo ha deciso di mettere in campo il decreto bollette con tanto di bonus da 200 euro destinato a una limitata platea dei beneficiari, ma questo per le associazioni dei consumatori potrebbe non bastare.

In questo scenario così complesso Money.it ha avuto il piacere di intervistare Stefano Besseghini, attuale presidente di ARERA la nostra Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Dai rischi derivanti dai dazi alle misure messe in campo dal governo fino alle possibili soluzioni per abbassare le bollette degli italiani, sono stati diversi gli argomenti che abbiamo discusso insieme a Besseghini.

Bollette, quali rischi dai dazi?

La prima cosa che abbiamo voluto chiedere al presidente di Arera è stata in merito ai possibili impatti sulle nostre bollette dei dazi decisi da Donald Trump, al momento congelati per 90 giorni per quanto riguarda l’Unione europea.

È ancora presto per capire quale sarà l’effetto di queste scelte dell’amministrazione Usa, soprattutto perché il quadro cambia ogni giorno e non sappiamo quali saranno le risposte dei Governi nazionali e dell’Unione europea - ha spiegato Besseghini -. I dazi e le tensioni commerciali globali possono avere effetti indiretti sul mercato energetico, soprattutto se incidono sulle filiere industriali o sui costi delle tecnologie. Tra l’altro non dobbiamo dimenticare che l’Italia è un importatore di GNL dagli Usa e non viceversa”.

In generale ha proseguito il presidente “le nostre bollette oggi dipendono da dinamiche molto complesse come i prezzi internazionali del gas, la domanda globale, le condizioni meteo, le tensioni geopolitiche”, con i dazi che “sono un elemento del quadro ma non il motore principale dell’andamento dei prezzi per famiglie e imprese”.

Le mosse del governo e le bollette degli italiani

Di recente il governo ha varato il cosiddetto decreto bollette, che come sottolineato da Besseghini prevede misure di sostegno in particolare per le fasce più fragili, come appunto il bonus 200 euro.

Come Autorità, il nostro compito è tradurre queste norme in atti regolatori efficaci, garantendo trasparenza e tempestività - ha commentato il numero uno di ARERA -. Tra le misure previste e parzialmente già rese attuative c’è il contributo straordinario di 200 euro per le famiglie con ISEE fino a 25.000 euro, accreditato direttamente sulla bolletta elettrica, che si aggiunge alle agevolazioni già in essere dei bonus sociali. È importante che lo Stato intervenga in momenti di crisi, come avvenuto anche durante l’epidemia di Covid ma dobbiamo lavorare su strumenti strutturali, efficienza e consapevolezza dei consumi. Proprio in questi giorni l’Autorità sta implementando nuovi obblighi di trasparenza e chiarezza a carico dei venditori allo scopo di migliorare la leggibilità e la confrontabilità delle offerte e dei contratti di energia elettrica e gas. Contemporaneamente si sta intervenendo sulla riduzione e semplificazione dei componenti dei corrispettivi applicabili nei contratti al dettaglio, con l’obiettivo di una maggiore razionalizzazione che si traduca in maggiore chiarezza per i clienti. E a luglio partirà la nuova bolletta e lo scontrino dell’energia, più facile da capire per il consumatore”.

C’è poi la questione che l’Italia avrebbe le bollette più care d’Europa. A riguardo Besseghini ha spiegato che il nostro Paese ha storicamente avuto costi elevati, soprattutto a causa della dipendenza dal gas e di una fiscalità pesante sugli oneri di sistema.

Negli ultimi anni, anche altri Paesi hanno subito rincari importanti - ha aggiunto -. Il nostro obiettivo non può essere solo il confronto numerico ma la costruzione di un sistema più equo, resiliente e meno esposto alle oscillazioni esterne. Lavoriamo perché il costo dell’energia rifletta sempre più il valore reale del servizio e della sostenibilità. Perché la bolletta dia i giusti segnali di prezzo ai consumatori è necessario scorporare le voci di costo improprie. Più volte abbiamo suggerito a Governo e Parlamento di trasferire gli oneri di sistema sulla fiscalità generale per garantire una distribuzione più equa di questi costi in base al reddito e non ai consumi energetici”.

Le possibili soluzioni per abbassare le nostre bollette

Di recente l’argomento delle bollette è stato terreno anche di scontro politico, con le opposizioni che sono tornate a proporre di scollegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas per diminuire il conto da pagare per i cittadini.

È un tema molto discusso anche a livello europeo - ha spiegato a riguardo Besseghini -. Per alcuni scollegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas può rappresentare una delle strade per contenere i costi in bolletta, soprattutto in un sistema che punta sempre più sulle fonti rinnovabili. Oggi, infatti, il prezzo dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso è ancora fortemente influenzato dal costo del gas, perché il meccanismo di formazione del prezzo si basa sul cosiddetto sistema “marginale”: il prezzo finale viene fissato dall’ultima fonte necessaria a soddisfare la domanda, che spesso è una centrale a gas. Questo meccanismo, in condizioni di alta volatilità del gas, come abbiamo visto nel recente passato, trascina verso l’alto anche il prezzo dell’elettricità, anche se prodotta da fonti rinnovabili a basso costo. Per questo, la discussione sul possibile disaccoppiamento dei prezzi è attuale e rilevante a livello europeo. Dal punto di vista regolatorio, un cambiamento strutturale in questo senso non dipende direttamente da ARERA, ma da decisioni di livello comunitario”.

In sostanza per il presidente “scollegare progressivamente il prezzo dell’energia da quello del gas, in un sistema che si sta elettrificando e decarbonizzando, può rappresentare una leva utile per rendere la bolletta più stabile e coerente con i reali costi di produzione, ma occorre fare attenzione al come realizzare il disaccoppiamento per non creare artificialmente altri oneri o distorsioni di mercato”.

Alla luce di tutto questo, cosa dobbiamo aspettarci allora in questo 2025 in merito al costo delle materie prime e quali ripercussioni ci potrebbero essere sulle bollette?

I mercati delle materie prime restano mossi e ogni tensione internazionale si riflette rapidamente su costi e approvvigionamenti - ha risposto il presidente -. Tuttavia, i segnali recenti sono di una certa stabilità. Le stime di inizio anno indicavano un possibile incremento delle bollette attorno al 9-10% per il 2025, certo molto dipenderà da come evolveranno domanda, offerta e consumi ma anche da ulteriori eventi sul piano internazionale, incluso l’ipotesi di un effetto-dazi di cui parlavamo all’inizio”.

In conclusione Besseghini ha voluto ribadire un concetto: “La protezione del consumatore non si fa solo calmierando i prezzi ma anche costruendo consapevolezza ed efficienza, riducendo i consumi e diversificando le fonti”.

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