Salvini per il caro-bollette vuole uno scostamento di bilancio da 30 miliardi, prendendosela con Meloni che invece non vuole fare deficit: perché i due già si fanno la guerra?
Il caro-bollette già fa litigare Giorgia Meloni e Matteo Salvini. A meno di due settimane dalle elezioni politiche, le posizioni dei due alleati in merito alla tematica principale di questa campagna elettorale sembrerebbero essere molto distanti.
Anche nel corso del faccia a faccia elettorale con Enrico Letta sul sito del Corriere della Sera, Giorgia Meloni ha ribadito la sua contrarietà a finanziare le misure contro il caro-bollette con un ulteriore deficit.
“Uno scostamento di bilancio aprirebbe le porte alla speculazione internazionale che andrebbe a ricadere sulle generazioni che verranno - ha spiegato la numero uno di Fratelli d’Italia - Il tema del disaccoppiamento tra costo del gas e dell’energia si può affrontare anche a livello nazionale, se l’Europa non arriva in tempo. Non so perché non è stato fatto”.
Una posizione quella della grande favorita per Palazzo Chigi che non è piaciuta molto a Matteo Salvini che, nel pieno della campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre, ha lanciato un’autentica frecciata alla sua alleata.
“La preoccupazione degli italiani in questo momento sono le bollette. Si devono mettere sul tavolo 30 miliardi di euro per aiutare gli italiani a pagare le bollette. Subito. Chi dice no a un intervento non conosce il proprio paese - ha dichiarato l’ex ministro - Con Giorgia vinceremo le elezioni ma non capisco perché su questo Meloni tentenni. Servono i soldi oggi, subito. Come si fa a non capire? Occorre mettere ora 30 miliardi a debito, come abbiamo fatto con il Covid, in attesa che l’Europa intervenga nei prossimi mesi”.
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Meloni e Salvini divisi sulle bollette
Qualche giorno fa durante un’ospitata a Porta a Porta, Giorgia Meloni parlando da presidente del Consiglio in pectore ha dichiarato che la priorità del nuovo governo sarà quella delle bollette: “Il tema energetico è quello che ci sta più a cuore”.
“La questione - ha specificato Meloni - Si può risolvere bloccando la speculazione e approvare, a livello nazionale, con una norma italiana che ci costa 3-4 miliardi che si possono trovare tra i fondi europei”.
Una cifra questa ben diversa dai 30 miliardi chiesti da Matteo Salvini, con il segretario della Lega che in questa campagna elettorale ha messo in difficoltà Meloni prima sul tema delle sanzioni alla Russia e ora sulle bollette.
Stando a quanto si legge sul Foglio, alcuni esponenti di Fratelli d’Italia hanno parlato di “puerile invidia” di Salvini verso Meloni, visto che il Capitano appare destinato a cedere il passo alla sua alleata per il ruolo di presidente del Consiglio.
Il sentore è che i due leader poco si sopportino a vicenda ma, obtorto collo, anche in queste elezioni politiche sono “costretti” ad andare avanti insieme per riportare il centrodestra alla guida del Paese dopo oltre dieci anni.
Ma cosa potrebbe succedere in caso di un governo di centrodestra con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e Matteo Salvini al Viminale? Se queste sono le premesse, anche la prossima legislatura potrebbe rivelarsi tumultuosa come la precedente, tanto che già si parla di un possibile governo di larghe intese nel caso la situazione dovesse precipitare.
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