Con le bollette dell’energia salite alle stelle e l’inflazione galoppante è di nuovo boom di cassa integrazione straordinaria (+45%), per questo il governo pensa a un nuovo intervento.
Dopo il periodo più duro della pandemia da Covid-19 torna a crescere la cassa integrazione straordinaria, stavolta per il carico crescente sulle aziende delle bollette di gas e luce, sempre più care. L’aumento del ricorso all’ammortizzatore sociale è superiore alle medie stagionali è indica inevitabilmente un problema, che rischia di aggravarsi nel prossimo autunno.
Con l’abbassarsi delle temperature, infatti, cominceranno a servire i riscaldamenti, poi indispensabili in inverno e a quel punto il costo dell’energia potrebbe diventare insostenibile, con possibili contemporanei razionamenti.
Nel frattempo, con le tensioni crescenti sulle forniture russe all’Europa, che rischiano di interrompersi del tutto a breve, il prezzo del gas al mercato di Amsterdam è stabilmente sopra i 300 euro al megawattora. In tutto ciò alcune imprese hanno già subito aumenti su gas e luce del 300% rispetto a un anno fa.
Per questo il governo Draghi, seppur dimissionario, studia nuovi incentivi a favore delle imprese, a partire da una nuova cassa integrazione “scontata”, sul modello di quella scaduta lo scorso 31 maggio. Potrebbe essere un aiuto rilevante per le aziende, a rischio chiusura anche per la crisi alimentare, salvando potenzialmente centinaia o addirittura migliaia di lavoratori.
L’aumento della cassa integrazione da gennaio
I dati dell’Inps parlano di un aumento della cassa integrazione straordinaria preoccupante. Secondo l’Istituto nazionale di previdenza il ricorso all’ammortizzatore è cresciuto del 45,65% nel periodo gennaio-luglio 2022, rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. I settori coinvolti sono per lo più il commercio (+103,62%), l’industria (+35,81%) e l’edilizia (+34,88%).
Solo a giugno la cigs è crescita di quasi il 50% rispetto al mese precedente e poi a luglio di un’ulteriore 25,2%. Nei mesi estivi i dati sugli ammortizzatori sono di solito più contenuti, viste le chiusure aziendali e le ferie. Questi numeri in aumento, quindi, fanno pensare a una possibile esplosione dei numeri della cigs in autunno.
Cos’è la cassa integrazione scontata
Il governo Draghi è in carica solo per gli affari correnti, ma il mandato affidatogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando ha sciolto le Camere è chiaro: gli interventi urgenti richiesti dalla contingenza economica vanno fatti. Si potrebbe quindi optare per un prolungamento dell’ammortizzatore “scontato”, cioè senza cioè pagare le addizionali.
Quest’ultime attualmente per la Cig sono pari a 9%, 12%, 15% in base all’utilizzo dell’ammortizzatore, per il Fondo di integrazione salariale l’addizionale è invece al 4% della retribuzione persa. Il decreto Energia di Marzo tagliava del tutto questi costi per cinque settori in difficoltà: ceramica, legno, automotive, siderurgia e agricoltura. Lo sconto è scaduto lo scorso 31 maggio, con una proroga fino a 26 settimane entro il 31 dicembre, ma a costi superiori.
Finora tutte le deroghe alla riforma degli ammortizzatori del ministro del lavoro Andrea Orlando, varata a gennaio, sono costate quasi mezzo miliardo di euro, l’ulteriore intervento, per quei settori o forse anche per altri, varrebbe sicuramente più di 100 milioni. Per farlo si potrebbe anche evitare un vero e proprio nuovo decreto, approvando semplicemente un apposito emendamento in sede di conversione del Dl Aiuti bis in Parlamento.
Le regole attuali
Secondo molte aziende, d’altronde, nonostante ad oggi ci siano strumenti di ammortizzazione straordinari sul costo dei lavoratori, le causali non sono adeguate alla nuova fiammata del prezzo dell’energia, anche in vista di un autunno difficile. Ad oggi, infatti, per problemi energetici, si può accedere propriamente solo alla Cig ordinaria, mentre a quella straordinaria si ricorre per riorganizzazione aziendale, processi di transizione o crisi aziendale.
C’è però un numero di ore limitate che possono essere richieste: la nuova cassa in deroga potrebbe impedire che questo plafond termini prima del dovuto, quando alcune imprese potrebbero essere ancora in difficoltà economica e non riuscire a sostenere il costo del lavoro.
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