Se l’Ue non dovesse trovare una risposta unitaria a breve sul fronte della crisi energetica, il governo Meloni è pronto a muoversi in autonomia: ecco come.
La prima volta di Giorgia Meloni a Bruxelles come presidente del Consiglio si apre con un focus sulla crisi energetica. Al suo debutto in Ue, Meloni dovrà portare sul tavolo una serie di temi legati al caro bollette e all’approvvigionamento delle fonti energetiche.
Meloni incontrerà il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ma anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Confronti durante i quali la presidente del Consiglio solleciterà l’Ue per dare una risposta compatta alla crisi energetica.
Ma non si limiterà a chiedere un’iniziativa europea, perché la presidente del Consiglio sembra intenzionata anche a spiegare eventuali soluzioni nazionali da mettere in campo in caso di mancato sostegno da tutti gli Stati membri. Inoltre Meloni dovrà parlare di Pnrr e di deficit, temi delicati da affrontare con le istituzioni comunitarie. Ma quali saranno le ricette che l’Italia vuole mettere in campo in caso di mancata soluzione comunitaria alla crisi energetica?
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Il tetto al prezzo dell’energia
Sul tetto al prezzo del gas e dell’energia elettrica l’Ue discute ormai da mesi. L’accordo raggiunto nelle ultime settimane lascia ben sperare, ma non è ancora detta l’ultima parola e il timore di Roma è che alla fine l’intesa sfumi. Il governo Meloni, quindi, si prepara anche a questa evenienza e pensa di replicare l’idea dell’ex ministro Cingolani, con la quale - spiega il Messaggero - si consentirebbe la vendita diretta energetica elettrica prodotta da fonti rinnovabili e ritirata dal Gse per le imprese energivore.
Di fatto vorrebbe dire acquisire dei terawattora aggiuntivi che dovrebbero poi essere destinati alle famiglie. Il problema, però, è capire a chi possa essere rivolta questa misura e a quale costo: intervenendo sulle famiglie maggiormente in difficoltà l’esborso potrebbe arrivare fino a 5 miliardi. Non poco, considerando la necessità di intervenire anche su altri fronti, dal caro bollette al taglio del cuneo fiscale.
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Il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità
L’altra strategia del governo Meloni riguarda lo sganciamento del prezzo del gas da quello dell’energia. Anche in questo caso si attende prima una decisione europea, ma se non dovesse arrivare allora si procederà in autonomia: “Se non lo fa l’Europa lo faremo noi”, ha detto più volte Meloni.
Parole che possono avere poche interpretazioni, come dimostra anche il ministro della Transizione ecologica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha annunciato che l’Italia introdurrà “meccanismi crescenti di disaccoppiamento sul piano nazionale”. Su questo punto la linea del governo sembra chiara e viene confermata anche da fonti vicine all’esecutivo: se non dovesse arrivare presto una risposta dell’Ue, allora l’Italia si muoverebbe in autonomia.
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