Dopo mesi di trattative il Consiglio Ue ha finalmente raggiunto un primo accordo complessivo per ridurre i prezzi di gas e luce: ecco in cosa consiste e quali sono i possibili effetti in bolletta.
Mesi e mesi di estenuanti trattative e un film che ancora non è arrivato alla sua conclusione. Ma finalmente l’Unione europea, precisamente il suo organo decisionale più importante, il Consiglio europeo, ha raggiunto un primo accordo complessivo per ridurre i prezzi di gas e luce in bolletta nel Vecchio Continente. I leader dei 27 Paesi membri, ancora spaccati fino a poche ore fa tra Stati del Sud da una parte e Germania più falchi dell’est e del nord dall’altra, hanno siglato un’intesa in linea con il piano della Commissione Ue.
Quest’ultimo prevede un tetto dinamico al prezzo del gas, un sistema comune di stoccaggi minimi e obbligatori di metano e la riforma dell’indice Ttf di Amsterdam. Dopo dodici ore di discussione i primi ministri e i capi di Stato hanno rigirato la palla proprio alla Commissione e ai 27 ministri dell’Energia, che ora avranno il compito di mettere in pratica l’intesa con proposte precise e dettagliate. L’effettiva proposta di legge europea andrà fatta approvare di nuovo dal Consiglio e dal Parlamento dell’Ue.
Il prezzo del gas sul mercato si è subito abbassato, con il valore ad Amsterdam che ora viaggia sui 120 euro al megawattora, in calo di oltre il 2%. Ma a parte questo effetto spot, quali possono essere le vere conseguenze concrete dell’intesa? E soprattutto: quando saranno visibili in bolletta? Vediamo nel dettaglio quello che può succedere nei prossimi mesi.
Gas e luce, cosa prevede l’accordo nel Consiglio Ue
L’intesa, che arriva mentre il Consiglio Ue è ancora in corso, dà mandato alla Commissione Ue e ai ministri dell’Energia di adottare decisioni concrete e urgenti sul price cap del gas sul mercato Ttf di Amsterdam. Questo, però, dovrà essere temporaneo, di ultima istanza e non dovrà mettere a rischio le forniture. A questo si somma il rapido studio di un quadro temporaneo per fissare un tetto al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica, senza aumentare il consumo di metano e tenendo conto dell’impatto sui flussi oltre i confini dell’Ue.
Inoltre i leader europei hanno poi confermato l’acquisto congiunto di gas per il prossimo inverno (con l’obbligo di raccogliere un 15% di stoccaggi mettendo in comune le risorse) e dato l’ok anche all’istituzione di un nuovo indice di riferimento per i contratti di fornitura del gas. Insomma l’attuale Ttf è troppo volatile e soggetto a speculazioni, mentre all’inizio del 2023 dovrebbe arrivare “un nuovo benchmark complementare (in primis per il gas naturale liquefatto n.d.r.) che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas (cioè l’incrocio tra domanda e offerta n.d.r.)”.
Lo scontro Italia-Germania e il ruolo di Draghi e Macron
Ago della bilancia di questo accordo è stata come al solito la Germania, ma dopo quello che i retroscena raccontano come un duro scontro tra il cancelliere Olaf Scholz da una parte e il presidente francese Emmanuel Macron, assieme al capo del governo italiano Mario Draghi dall’altra.
Quest’ultimo, dopo aver detto che la riunione nella notta “è andata bene”, oggi è stato salutato con un lungo applauso dai leader europei nella seconda giornata del Consiglio Ue. “Grazie Mario - ha scritto poi su Twitter il presidente Charles Michel - Ti auguriamo il meglio per il futuro. Whatever it takes”.
L’applauso è stato letto da molti non solo come rituale saluto a un leader uscente, ma anche come apprezzamento per il lavoro svolto in Europa e per l’ultimo confronto con la Germania, che potrebbe essere stato decisivo, così come il pressing di Macron, che avrebbe accusato Scholz di essersi isolato.
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Stamattina c’è stato un bilaterale Draghi-Scholz, al termine del quale il presidente italiano ha poi commentato così: “Abbiamo ripercorso la discussione di ieri. Io ho dato credito a lui di aver compreso la posizione italiana e di averla infine sostenuta e lui ha dato credito a me di averla difesa e spiegata bene: è stata una conversazione bella, due persone che erano su punti di vista totalmente opposti e hanno trovato una convergenza”.
Insomma, lo scontro c’è stato e l’hanno spuntata l’Italia e Francia, con Scholz che ha accettato un qualche price cap, ma continua a esprimere qualche dubbio, assieme a Olanda e Ungheria. Quest’ultima, tra l’altro, sarà esentata da ogni decisione sul tetto al prezzo del gas, non influenzando i contratti a lungo termine che ha stipulato, compresi quelli con la Russia.
Caro-bollette, arriva un nuovo fondo comune anti-rincari?
In particolare Scholz continua a resistere sull’istituzione di un nuovo fondo comune per combattere il caro-energia. L’idea della Commissione europea, secondo i retroscena con il beneplacido anche della stessa compatriota Ursula von der Leyen, sarebbe un nuovo fondo Sure. Quest’ultimo, finanziato da eurobond, concederebbe prestiti a tasso agevolato agli Stati membri per fornire nuovi sostegni a famiglie e imprese.
“Abbiamo preso una decisione che dà il mandato alla Commissione Ue di indagare su ciò che è possibile fare”, ha detto il cancelliere tedesco ai cronisti che gli chiedevano se è disposto ad accettare nuova emissione di debito comune per far fronte alla crisi energetica.
“Il focus è ovviamente sui fondi che abbiamo già”, ha precisato tuttavia Scholz indicando la preferenza per l’utilizzo delle risorse già previsti dal Recovery Fund e dal RePowerEu, magari con una rimodulazione che dia più soldi e più flessibilità agli Stati. “C’è ancora bisogno di discutere molto, il dibattito continuerà”, ha aggiunto. Intanto la Commissione europea ha messo sul tavolo 40 miliardi di euro non utilizzati dei fondi di coesione 2014-2020 da parte degli Stati membri: potranno essere riprogrammati contro la crisi energetica.
I tempi di attuazione
I tempi dell’intesa europea non saranno immediati. Per arrivare a un’approvazione definitiva, anche se si seguisse una roadmap di emergenza, bisogna attendere almeno due-tre settimane. La prossima settimana, intanto, si terrà il Consiglio Energia con i 27 ministri. Insomma il corridoio dei prezzi del gas e il meccanismo della solidarietà potrebbe essere approvato a novembre ed entrare in vigore a dicembre.
A confermarlo è lo stesso Draghi, secondo cui nelle prossime settimane “ci aspettiamo che i ministri dell’Energia e anche l’Ecofin arrivino a una decisione operativa” sull’energia e anche sul “finanziamento del fondo comune: questo è l’auspicio che tutto il Consiglio europeo ha espresso”. Tuttavia per nuovo debito comune, secondo il numero uno del nostro governo, ci vorrà più tempo per un’effettiva messa in pratica.
I possibili effetti sulla bolletta di gas e luce
Senza accordo in Ue, tra autunno dalle temperature miti, previsioni su un inverno poco freddo e consumi ridotti, Arera e Nomisma parlavano già di fine degli aumenti di gas e luce a novembre e addirittura prime riduzioni di prezzo tra fine anno e gennaio. Per Davide Tabarelli, presidente di Nomisma, il prezzo della luce può scendere a inizio 2023 del 15/20%.
Il caso spagnolo e portoghese (dove è stato istituito un tetto temporaneo al prezzo del gas) dimostra poi che con un eventuale price cap il costo di gas e luce potrebbe scendere di qualche decina di euro in meno al mese. Per le imprese il risparmio sarebbe invece di centinaia o addirittura migliaia di euro (per le più grandi). Quindi potrebbe salire la percentuale di sconto in bolletta pronosticata da Tabarelli.
Von der Leyen, intanto, sottolinea che “vediamo già oggi la riduzione dei prezzi e l’obiettivo è limitare la speculazione e ridurre la parziale manipolazione della Russia sul Ttf”. Draghi aggiunge che “questo è il modo in cui andava affrontata la crisi dall’inizio e si tradurrà presto in bollette più basse”.
Perché i prezzi rimarranno comunque alti
In ogni caso, sul medio-lungo periodo, i prezzi di gas e luce rimarranno comunque alti (al di sopra dei prezzi pre-pandemia da Covid-19). A certificarlo a Money.it è Michele Polo, docente di Economia politica alla Bocconi. L’anno di vera svolta potrebbe essere il 2025, quando con maggiore gas in circolazione e una domanda probabilmente in calo (anche per la transizione ecologica), il prezzo in Europa potrebbe scendere in modo netto.
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