L’esperto di galateo Nicola Santini spiega in esclusiva a Money.it quali sono gli errori da evitare quando si va in vacanza
È una domanda che, ogni estate, in molti si pongono: si può portare cibo in spiaggia? A Bacoli, in provincia di Napoli, alcuni stabilimenti balneari hanno risposto di no, arrivando persino a perquisire le borse da spiaggia dei clienti per controllare che non ci fossero bevande e alimenti portati da casa. Secondo i gestori, infatti, la sola fonte per rifocillarsi dev’essere il bar dello stabilimento balneare.
Un provvedimento che, come è facile intuire, è stato fortemente condannato da più parti. A partire dal sindaco della cittadina, Josi Gerardo Della Ragione, che attraverso un post su Facebook ha ricordato che la spiaggia non appartiene al gestore dello stabilimento, che è solo “il concessionario di un bene demaniale”.
Pensiero condiviso anche dall’Unione Nazionale Consumatori, che sul proprio sito ha sottolineato come non esista alcuna legge che vieti ai cittadini di portare cibo al mare.
La spiaggia, in altre parole, è di tutti. E, come tale, deve però essere trattata. Se è vero, infatti, che bibite e alimenti sono ammessi, è altrettanto vero che spesso si verificano comportamenti poco virtuosi e rispettosi delle nostre coste e del nostro mare.
A confermarlo è Nicola Santini, giornalista e scrittore esperto di bon ton, attualmente alla conduzione di We love design su Mediaset Infinity.
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A lui abbiamo chiesto quali sono le regole di buona educazione che tutti dovrebbero seguire in vacanza.
Nicola, al di là di quello che dice la legge sulla libertà di poter bere e mangiare in spiaggia, quali sono le regole di bon ton da rispettare?
«Il bon ton 4.0 è fatto più dall’arte di regolarsi che da regole granitiche. Buon senso e buone maniere dovrebbero andare sempre d’accordo. Anche perché parlare di spiaggia è molto generico: una cosa è sedersi su un asciugamano in una spiaggia libera, un’altra è stare comodi sotto un gazebo con tavolo, sedie e possibilità di appoggiarsi.
Certo è che ci sono condizioni più indicate di altre. Pensiamo per esempio a uno dei piatti più gustosi e complicati che esistono: gli spaghetti. È poco decoroso (e poco amico dell’ambiente!) mangiarli dentro una vaschetta di plastica o di alluminio.
In generale sotto l’ombrellone, o anche in mancanza di ombrellone, si seguono tutte le regole che riguardano il picnic: cibi facili, caldi o freddi che siano, già sporzionati in modo da non dover usare entrambe le mani per mangiare. Via libera quindi al finger food, che non significa mangiare con le mani anche ciò che non si dovrebbe.
Non essendo certi di poter avere un tavolo o un appoggio a disposizione si evita tutto ciò che richiede l’uso del coltello, in modo da poter usare una mano come supporto.
Quando si è finito di mangiare, poi, non si lascia in bella vista il resto di una tavola allestita, ma si raccoglie tutto possibilmente differenziando i rifiuti per liberarsene appena possibile. Questo perché la ventilazione naturale della spiaggia potrebbe portare un mix di aromi poco graditi agli altri bagnanti nonché attirare insetti».
Ci sono regole di bon ton da seguire anche per l’abbigliamento? Spesso nei ristoranti vicini alle spiagge si vede un po’ di tutto...
«Quando si mangia sarebbe buona creanza indossare sempre una maglietta o un pareo anche sotto il proprio ombrellone: in questo modo si evita che briciole o residui di cibo e sugo finiscano sulla pelle. Di sicuro è raccomandabile se ci si reca al bar o al ristorante di una spiaggia».
Telefonino e rumori molesti: suonerie che squillano di continuo, madri che urlano ai figli, schiamazzi... In questi casi come ci si deve comportare?
«La differenza sostanziale che c’è tra un telefonino e un essere umano, è che il telefonino si può regolare per il volume e silenziare. Tutto il resto dipende dal buon senso. Non possiamo prevedere quello degli altri, ma possiamo controllare il nostro.
Troppo spesso in risposta alle urla e agli schiamazzi sento altrettante urla e schiamazzi che invitano a tacere o abbassare il volume. Detta così può far ridere, però è una realtà».
Animali in spiaggia: sì o no?
«Da amante degli animali, che porterei sempre con me, posso dire che portarli in spiaggia come fossero comuni bagnanti è un autentico atto di egoismo da parte dei padroni.
Una cosa è portarli con sé magari in una passeggiata di prima mattina o dopo il tramonto, una cosa è volerli in spiaggia anche nelle ore più calde e quando la loro presenza, sommata alla presenza di altrettanti animali, può trasformare in un vero putiferio la vacanza di tutti, padroni di cani compresi.
Insomma, cerchiamo di portarli con noi senza lasciarli a casa, dedicandogli delle ore come è giusto che sia, ma allo stesso tempo scegliamo accuratamente i momenti in cui sia un piacere per loro e non un disturbo per gli altri».
In chiusura, hai qualche altro consiglio per i lettori di Money.it?
«La doccia vicino alla battigia o vicino alla piscina non è uno strumento per lavarsi, bensì per togliere semplicemente la salsedine e il cloro dopo un bagno. Questo significa che va usata con parsimonia senza l’uso di saponi, e veramente deve durare pochissimo.
Il gazebo o l’ombrellone, pur essendo dotato di lettini, non è un alcova. Ci sono persone che quando hanno la possibilità di sdraiarsi si comportano come se intorno ci fossero delle pareti, abbandonandosi ad effusioni che vanno oltre il limite del buon gusto.
Cambiarsi il costume se non c’è una cabina a disposizione è un’operazione che va fatta velocemente e discretamente in luoghi appartati o sapendosi gestire con un asciugamano.
Infine, sarà banale ricordarlo, se vi invitano a una festa in spiaggia che si svolge proprio sulla sabbia, se non si è scalzi, è chiaro che le scarpe col tacco per lei, come quelle in cuoio lucido per lui, sono assolutamente da lasciare nella scarpiera».
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