Bonus 200 euro: la crisi di governo rende impossibile qualsiasi ipotesi di proroga della misura. Previsto, come da programma, un solo pagamento, poi sarà addio.
Con la fine del governo Draghi è addio anche al bonus 200 euro, misura straordinaria introdotta dall’esecutivo per far fronte al caro prezzi.
Secondo i piani iniziali si sarebbe dovuto trattare di una misura una tantum, quindi erogata in una sola occasione: tuttavia, il perdurare della catena inflazionistica ha innescato delle riflessioni, dalle quali sarebbe potuta scaturire una conferma del bonus 200 euro per una o due mensilità.
I sindacati ne hanno chiesto la proroga nell’ultimo incontro con il governo Draghi che si è tenuto quando non sembravano esserci le avvisaglie per una crisi della maggioranza, ribadendo l’urgenza di altre misure straordinarie per compensare la perdita del potere d’acquisto degli stipendi.
Secondo indiscrezioni, il governo stava valutando la fattibilità di una conferma del bonus 200 euro per qualche altro mese, almeno per una mensilità, da finanziare con un nuovo decreto da approvare entro la fine di luglio, al quale sembravano essere destinati circa 8 miliardi di euro.
Tuttavia, con le dimissioni di Mario Draghi e il governo che resterà in carica fino a nuove elezioni solamente per lo svolgimento degli affari correnti, il piano salva stipendi che era stato annunciato dal presidente del Consiglio non si farà.
Almeno fino all’insediamento del nuovo governo, che potrebbe esserci non prima di novembre, dunque, gli italiani non devono aspettarsi altri aiuti. Peccato che lo stop a misure di sostegno al reddito non riguardi anche l’inflazione, che nel frattempo continua a galoppare.
Bonus 200 euro addio: pagato per una sola mensilità, poi ufficiale lo stop
Il decreto n. 50 del 2022 ha introdotto un bonus 200 euro in favore di circa 30 milioni di italiani, compresi lavoratori dipendenti, autonomi (senza Partita Iva), disoccupati e pensionati.
Una misura una tantum, pagata per una sola mensilità, che non è assolutamente a rischio, nonostante la caduta del governo Draghi. Per il bonus 200 euro, infatti, è tutto fatto: i datori di lavoro lo stanno per pagare, tra luglio e agosto, e sul sito dell’Inps ne possono già fare domanda le categorie per le quali l’accredito non è automatico.
Quel che è ufficiale è che dopo questo pagamento dovremo dire addio al bonus 200 euro, come pure a quelle - poche a dire il vero - possibilità di una proroga per un altro mese.
Come anticipato, infatti, se ne stava parlando e il governo - a specifica richiesta dei sindacati - non ha escluso la possibilità di una seconda tranche di pagamento. In alternativa si stava discutendo del taglio al cuneo fiscale, così da procedere con un aumento dello stipendio netto a parità di lordo.
Misure urgenti necessarie per contrastare la perdita del potere d’acquisto degli stipendi che tuttavia, almeno per il momento, non vedranno la luce.
Bonus 200 euro addio: la proroga non rientra tra gli affari correnti
Il governo dimissionario guidato da Mario Draghi da qui alle prossime elezioni potrà occuparsi solamente dei cosiddetti affari correnti.
In verità, il governo Draghi - che formalmente ha persino ottenuto la fiducia al Senato - potrà ancora emanare decreti legge; vista la condizione di emergenza, quindi, potrebbe comunque adottare misure per il sostegno dei redditi delle famiglie.
Viene difficile pensare, però, che un governo dimissionario - che già nutriva dei dubbi riguardo a una eventuale proroga - possa stanziare dagli 8 ai 10 miliardi di euro per confermare una misura come il bonus 200 euro. Davvero si potrà far rientrare una tale decisione nell’ambito degli affari correnti? Lo scopriremo nei prossimi giorni, anche perché - come da consuetudine - sarà la presidenza del Consiglio dei ministri a specificare quale sarà l’ambito entro cui si muoverà il governo dimissionario.
Quel che l’esecutivo potrà certamente fare è approvare il decreto attuativo che fissa le modalità di accesso al bonus che verrà riconosciuto agli autonomi con Partita Iva. Il decreto 50 del 17 maggio scorso, infatti, stanzia solamente le risorse per riconoscere un bonus - d’importo da decidere - anche ai lavoratori autonomi e liberi professionisti, rimandando a un successivo decreto - da approvare dopo 30 giorni, termine ampiamente scaduto - il compito di definirne le modalità di accesso.
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Spetterà all’esecutivo dimissionario, si spera il prima possibile, definire i contorni di tale misura che, al pari della prima - e a questo punto unica - tranche di pagamento del bonus 200 euro, è confermata nonostante la crisi di governo.
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