Bonus 380 euro (Carta Dedicata a te), vi spiego perché non andrà davvero ai poveri

Simone Micocci

12 Luglio 2023 - 09:57

Carta Dedicata a te, bonus di 380 euro: il paradosso della card che secondo le intenzioni del governo dovrebbe andare alle famiglie che hanno più difficoltà ad acquistare generi di prima necessità.

Bonus 380 euro (Carta Dedicata a te), vi spiego perché non andrà davvero ai poveri

Dalla prossima settimana debutterà la carta “Dedicata a te”, bonus di 382,50 euro (che può anche aumentare in seguito laddove ci fossero delle risorse residue) destinato all’acquisto di generi alimentari.

Tuttavia, ci troviamo a dover smentire la dichiarazione fatta da Giorgia Meloni nel corso del video di presentazione della misura: la presidente del Consiglio, infatti, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa in quanto la carta acquisti “Dedicata a te” si rivolge a “1 milione e 300 mila famiglie che hanno maggiori difficoltà nell’acquisto dei generi di prima necessità”.

Ebbene, sicuramente una parte delle card sarà effettivamente destinata a chi si trova in una situazione di bisogno economico, ma non sarà per tutti così poiché - a causa dei criteri che andranno a definire l’ordine di priorità della graduatoria - potrebbe succedere che la card vada ad alcune famiglie più “ricche”, escludendo le più povere.

Questo perché, come già fatto con il Reddito di cittadinanza e il nuovo Assegno di inclusione, il governo ha operato l’ennesima distinzione di tipo qualitativo, penalizzando i single e le famiglie senza figli.

Come funziona l’ordine di priorità della card Dedicata a te

Ricordiamo che per la carta Dedicata a te non c’è stato bisogno di presentare la domanda visto che l’Inps ha inserito in graduatoria tutte le famiglie che alla data del 12 maggio 2023 aveva un Isee in corso di validità inferiore a 15 mila euro.

Una soglia piuttosto alta per un beneficio che di fatto dovrebbe rivolgersi a quelle famiglie “che hanno maggiori difficoltà nell’acquisto dei generi di prima necessità”.

Ma non tutti coloro che sono in graduatoria avranno diritto alla carta visto che ce ne sono appena 1 milione e 300 mila a disposizione. Per questo motivo per la definizione della graduatoria si è tenuto conto di un ordine di preferenza, come indicato dal legislatore.

In primis, infatti, la carta verrà distribuita alle famiglie con almeno tre componenti e almeno un minore nato entro il 31 dicembre 2009. Tra questi l’ordine di priorità verrà dato in base all’Isee.

Solo laddove dovessero risultare ancora delle carte residue verranno compresi anche quei nuclei con almeno tre componenti di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005. Tra questi si terrà conto sempre dell’Isee per definire chi ha la precedenza.

Infine ci sarà una distribuzione - eventuale visto che bisognerà capire se ci sono ancora delle carte a disposizione - per tutti gli altri nuclei familiari, sempre in base all’Isee.

Un ordine di precedenza, quindi, che tiene sì conto di un criterio quantitativo, l’Isee, ma solo dopo aver fatto una distinzione di tipo qualitativo penalizzando coloro che hanno meno di tre componenti nel nucleo o comunque non hanno minori.

Per questi, paradossalmente anche se l’Isee è più basso rispetto a chi fa parte di una delle categorie a cui viene data la priorità, il rischio di essere esclusi dalla possibilità di percepire il beneficio è molto alta.

Ricordiamo poi che sono esclusi dalla misura coloro che prendono il Reddito di cittadinanza e altri sostegni statali.

Il paradosso della carta Dedicata a te

Dopo il Reddito di cittadinanza, quindi, il governo Meloni continua la sua “battaglia” contro i single.

Basti pensare a cosa potrebbe succedere con la distribuzione della nuova carta acquisti da 382,50 euro. Prendiamo come esempio tre nuclei familiari:

  • il primo, composto da padre, madre e figlio di 12 anni, con un Isee di 14.500 euro;
  • il secondo, composto da padre, madre, e figlio di 17 anni, con Isee di 13.500 euro;
  • il secondo, composto da marito e moglie, entrambi over 60, con Isee di 10.000 euro.

Ebbene, per quanto l’ultimo nucleo familiare sia composto da persone con oltre sessantanni, categoria che quindi va tutelata, e abbia un Isee inferiore sia alla prima che alla seconda famiglia, avrà meno probabilità di accedere al contributo visto che dovrà sperare che dopo la prima e seconda fase di distribuzione ci siano ancora delle carte residue.

Consideriamo poi una famiglia composta da una sola persona, età pari a 55 anni, con Isee pari a zero, che ha rinunciato alla possibilità di prendere il Reddito di cittadinanza viste le ultime novità introdotte dal governo Meloni. Anche questa - seppure evidentemente con un Isee pari a zero sia in una condizione economica di difficoltà - avrebbe poche possibilità di accedere alla misura.

Un vero e proprio paradosso, anche perché bisogna ricordare che l’Isee di per sé effettua già un calcolo qualitativo riducendo - a parità di redditi e patrimoni - il valore dell’attestazione in base al numero dei componenti presenti, nonché della loro età. Per quanto una famiglia con Isee di 14.500 euro non navighi nell’oro, quindi, non si può certo dire che non abbia la possibilità di acquistare beni di prima necessità, anche perché per il figlio gode anche dell’Assegno unico universale (in questo caso pari a circa 189 euro al mese).

Esclusi coloro che sono ai margini della società

C’è un altro problema: chi è in una condizione economica di difficoltà, ma allo stesso tempo vive anche ai margini della società, ad esempio perché si trova in una situazione di precarietà abitativa, rischia di essere escluso dalla possibilità di godere della Carta.

Già con il Reddito di cittadinanza, infatti, si è notato che c’è una parte di persone in grave condizione di povertà che non ha avuto accesso alla misura. Spesso perché si tratta di persone talmente fuori dal contesto sociale che non sono neppure a conoscenza delle pratiche necessarie per accedere a una determinata misura.

Il fatto che la carta Dedicata a te richieda un Isee in corso di validità rischia di ripetere lo stesso problema: chi è ai margini della società potrebbe essere tagliato fuori - per sua ignoranza certo, ma va contestualizzata - dalla possibilità di godere di un contributo che in quel caso sì sarebbe stato davvero essenziale per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità.

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