Bonus 500 euro insegnanti anche ai precari: lo dice l’Ue

Chiara Esposito

29/05/2022

Una sentenza dà ragione ai precari; il bacino degli aventi diritto al bonus va esteso, ma con quali risorse?

Bonus 500 euro insegnanti anche ai precari: lo dice l’Ue

La Carta del docente, secondo la Corte di giustizia europea, non può restare un diritto dei soli docenti di ruolo; la somma annuale di 500 euro va corrisposta anche gli insegnanti precari. Il verdetto della corte con sede in Lussemburgo rimarca la discriminatorietà dell’elargizione del bonus a una platea ristretta di soggetti e, volendo contrastare il fenomeno, sancisce il diritto di tutti i maestri e professori con contratto a tempo determinato a riscuotere la somma anche per via retroattiva fino a un massimo di cinque anni.

Il caso, sollevato da Anief, ha visto i giudici europei accogliere la rimostranza dei cinquemila ricorrenti e oggi si discute di come il governo risponderà al verdetto. La misura contenuta nel provvedimento «Buona scuola» di Renzi potrebbe infatti costituire un serio ostacolo per la gestione dei fondi del Paese.

Come funziona la Carta del Docente

Andando nel concreto e rispolverano le conoscenze sul bonus tanto ambito ricordiamo che si tratta di una somma di 500 euro per ciascun anno scolastico istituita dalla legge 107 del 13 luglio 2016 (Buona Scuola), art. 1 comma 121, con lo scopo di favorire l’aggiornamento professionale.

Il bonus infatti serve per acquistare pubblicazioni utili all’aggiornamento quali libri (cartacei e digitali), Kindle (e-book ed e-reader), per acquistare hardware e software e device elettronici come tablet e computer, ma anche per partecipare a corsi utili alla propria professione, a manifestazioni teatrali, culturali e cinematografiche. Comprese poi tutte le altre iniziative coerenti con
l’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

La carta può infine essere utilizzata per l’iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico inerenti al profilo professionale analogamente a corsi post lauream e master universitari del settore.

Per attivarla ci si deve registrare alla piattaforma cartadeldocente.istruzione.it e seguire le istruzioni per creare e scaricare i buoni con i relativi importi.

Come nasce la sentenza

I ricorrenti che puntavano all’estensione di questa agevolazione hanno agito nella convinzione che anche gli insegnanti precari abbiano diritto a usufruire dei benefici sopra descritti. L’attuale vittoria in Europa è una sconfitta per l’ex premier Matteo Renzi, che sette anni fa aveva escluso i precari dall’utilizzo limitando l’uso del bonus solo al personale di ruolo.

L’ex sindaco di Firenze aveva ricevuto appelli in tal senso, e analogamente i successori, ma la legge non è stata modificata. Ci ha pensato così un ente terzo.

La scelta di rivolgersi alla Corte di giustizia europea è stata dell’avvocata Patrizia Baici, del tribunale di Vercelli, in una causa patrocinata per conto dell’Anief dai legali Ganci e Walter Miceli che avevano evidenziato il contrasto con il divieto di discriminazione tra docenti. Il commento dei legali era stato:

«I docenti sia quelli di ruolo sia quelli precari svolgono le stesse mansioni e hanno pertanto l’obbligo di svolgere l’aggiornamento e la formazione per qualificarsi».

Rispetto alla sentenza del 18 maggio 2022 che premia i richiedenti il presidente dell’Anief Marcello Pacifico festeggia:

«Si tratta di una sentenza storica non solo perché completa il delicato percorso di parificazione del personale a tempo determinato e di ruolo ma anche perché ribadisce l’equipollenza e la pari dignità del servizio che fanno i precari, consentendo a tutti loro di recuperare dal ministero dell’Istruzione le somme non versate».

Sentenza retroattiva: una seria criticità all’orizzonte

Proprio questa infatti la questione più spinosa da gestire: il governo deve trovare mezzo miliardo di euro per recuperare le mancate elargizioni di questi anni.

Tale decisione riguarderà infatti 200mila precari o ex che dall’anno scolastico 2016/17 non hanno ricevuto il bonus per un totale di cinque anni di «arretrati». Rientrano nella cerchia anche coloro che sono stati assunti dalle graduatorie provinciali per le supplenze avendo un contratto a tempo determinato.

Lo Stato quindi è ora chiamato a riconoscere a tutti il bonus della Carta del Docente, a fronte dell’alternativa di una lunga serie di ricorsi giudiziari. Fabio Ganci, legale del sindacato Anief afferma in definitiva:

«Deciderà il Governo come corrispondere il bonus: volontariamente o per ordine del giudice».

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