Bonus 600 euro deputati: mossa dei 5 Stelle per vincere il referendum?

Violetta Silvestri

11/08/2020

La vicenda dei bonus da 600 euro ai deputati si arricchisce di riflessioni: e se fosse tutta una strategia dei 5 Stelle per vincere il referendum sul taglio dei parlamentari? Ecco perché avanzano ombre sulla questione

Bonus 600 euro deputati: mossa dei 5 Stelle per vincere il referendum?

Il bonus di 600 euro ai deputati resta al centro del dibattito politico. Per questo, in un Paese abituato a scorgere complotti e mosse strategiche segrete ovunque, iniziano a farsi strada dubbi anche su questa vicenda.

E se lo scandalo fosse, in realtà, una mossa del Movimento 5 Stelle per favorire il sì al referendum sul taglio dei parlamentari?

Una domanda che al momento è solo un’insinuazione, probabilmente destinata a restare tale con il passare delle settimane. Eppure, c’è chi non ci vede chiaro nella tempistica della questione.

Non a caso, è stato proprio Luigi Di Maio a non perdere tempo e a sbandierare l’evidente legame tra il vergognoso comportamento dei deputati e la necessità di diminuire la casta del Parlamento.

E, in quest’ottica, anche il presidente Inps Tridico è finito nel mirino. Ecco perché.

Lo scandalo bonus ai deputati è una mossa dei 5 Stelle?

Il dubbio lo insinua innanzitutto un articolo de Il Giornale. La faccenda dei sussidi richiesta anche da parlamentari, dei quali ancora non si hanno le identità ufficiali, avrebbe delle tempistiche quantomeno sospette.

Perché, ci si chiede, la vicenda è esplosa proprio adesso, a circa un mese di distanza dal referendum per il taglio dei parlamentari?

Le richieste dei bonus da 600 euro, infatti, risalgono alla primavera e già allora l’Inps aveva a disposizione i dati dei beneficiari, quindi anche quelli dei parlamentari. Ma tutto lo scandalo è emerso in questo caldo agosto già colpito dalla crisi coronavirus e che si sta preparando a tornare alle urne.

Le idee su strategie e complotti spesso non trovano fondamenta davvero reali sulle quali appigliarsi. Tuttavia nel dibattito politico insinuazioni e dubbi sono sempre pronti a fiorire.

E allora si sta facendo strada la teoria che lo scandalo dei furbetti del bonus in Parlamento si sia palesato adesso, proprio per aiutare lo slogan contro la casta del Movimento 5 Stelle.

D’altronde, a supporto di tale ipotesi sono arrivate le dichiarazioni di Di Maio, scritte sulla sua pagina social:

“Politici furbetti con stipendi da capogiro che richiedono il bonus di 600 euro per le partite Iva in difficoltà. No comment. Tra loro 5 deputati della Repubblica. E ci si domanda ancora se il taglio dei parlamentari sia una cosa giusta...Il 20 e il 21 settembre possiamo dare insieme una bella sfoltita e fare la storia”

Un’occasione davvero “ghiotta” per i pentastellati: come non unire lo scandalo dei bonus con la battaglia contro i privilegi? Sul referendum, il Movimento si gioca molto del consenso popolare. Per questo i grillini stanno cavalcando la linea dura anche tra i propri membri: se qualcuno del M5S ha chiesto il bonus deve uscire allo scoperto e pagarne le conseguenze.

In questa cornice, la rabbia dei cittadini per la mancanza di etica nella richiesta dei sussidi da parte dei deputati potrebbe tramutarsi in un’ondata di sì per taglio degli eletti.

Tridico nel mirino: sta aiutando i 5 Stelle?

Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, è finito nelle insinuazioni del complotto a favore di 5 Stelle.

Gli viene contestato innanzitutto il non aver fatto chiarezza sulla vicenda da subito, rendendo pubblici i dati dei beneficiari del bonus tra i deputati. Finora l’istituto previdenziale sta difendendo il diritto alla privacy e tace sulle identità.

Tridico potrebbe addirittura finire in Parlamento per chiarire tutti i passaggi della vicenda. Su di lui, inoltre, stanno cadendo ombre più imbarazzanti: il dubbio di aver voluto appoggiare i pentastellati nella campagna referendaria.

Le parole di Renzi sono state eloquenti sul tema:

“Tridico ha sbagliato tutto su cassa integrazione e misure per le partite Iva: per questo deve andare a casa, non per il pasticciaccio sui parlamentari. Aver difeso i colori grillini in campagna elettorale non può essere l’ unica ragione per cui viene protetto da Palazzo Chigi nonostante i macroscopici errori”

Sulla questione bonus 600 euro ai deputati potrebbero emergere ancora dettagli interessanti nelle prossime settimane.

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