Il bonus acqua potabile restituisce un credito di imposta con una percentuale più bassa del previsto a causa delle troppe domande pervenute.
Il bonus acqua potabile ha avuto troppe domande rispetto alle risorse stanziate. Dovendo, però, accontentare tutti coloro che l’hanno richiesto l’importo del beneficio risulta molto più basso. Per questo motivo il bonus acqua potabile per il 2022, erogato nel 2023, avrà un importo minore rispetto all’anno precedente.
Ricordiamo che il bonus in questione è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 e prorogato in seguito, per razionalizzazione l’uso dell’acqua e ridurre il consumo dei contenitori di plastica.
A quanto ammonta il bonus acqua potabile?
Iniziamo con il dire che il bonus vale per le spese effettuate tra inizio 2021 e fine 2023 e prevede un credito di imposta pari al 50% delle spese effettuate per
l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti
Il credito di imposta, però, di anno in anno, è parametrato sulledomande pervenute e le risorse disponibili. Per il 2022 erano state stanziate risorse pari a 5 milioni di euro. Ma le domande pervenute sono state molte più di quelle previste.
Troppe domande, troppi pochi fondi
Nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 3 aprile 2023 si legge che:
L’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023,comunicazioni validamente presentate dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023, con riferimento alle spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, è con riferimento alle spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, è risultato pari a 27.932.195 euro, a fronte di 5 milioni di euro di risorse disponibili, risultato pari a 27.932.195 euro, a fronte di 5 milioni di euro di risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa.
Questo rapporto, molto sproporzionato, da luogo, quindi, a un credito di imposta effettivo del 17,9% fruibile da ciascun richiedente.
Il credito di imposta vale il 50% dei costi sostenuti fino a un massimo di 1.000 euro per le persone fisiche e fino a 5.000 euro per chi esercita attività di impresa, arti e professioni. Ma cosa significa questo?
Chi ha speso nel 2022 2.000 euro avrà diritto al credito di imposta sul 50% della spesa, 1.000 euro, appunto, e riceverà una credito pari a 179 euro.
Nel 2023 il credito è destinato a scendere ancora
Se si pensa che per il 2021 il credito di imposta era stato calcolato su una percentuale del 30,4% e che per il 2022 questa percentuale è scesa al 17,9% si può ipotizzare che per il 2023 ci sia il rischio che la percentuale scenda ancora.
Questo non solo perché potrebbero esserci un alto numero di domande ma anche perché nel 2023 il bonus acqua potabile è stato rifinanziato solo per 1,5 milioni di euro.
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