Ci sono aiuti per supportare le famiglie che devono farsi carico dei costi della badante: ecco quali bonus spettano.
I costi da sostenere per l’assunzione di una badante potrebbero risultare proibitivi per gran parte delle famiglie, specialmente alla luce dell’inflazione che tanto nel 2023, quanto nel 2024, ha contribuito a rendere più pesanti gli stipendi.
Ed è per questo motivo che le famiglie sono alla continua ricerca di bonus o aiuti per pagare le badanti, in modo da poter recuperare almeno parzialmente quanto speso. Ebbene, fortunatamente la ricerca non è inconcludente in quanto oggi ci sono diversi aiuti per coloro che hanno necessità di avvalersi dei servizi di un - o di una - badante.
Bonus 300 euro
Uno dei bonus più conosciuti è quello riconosciuto da Cas.Sa. Colf ai datori di lavoro iscritti da almeno un anno, ai quali spetta un rimborso di una parte delle spese effettivamente sostenute per il pagamento dei contributi previdenziali e/o della retribuzione dei lavoratori domestici alle proprie dipendenze.
Il massimo del rimborso è di 300 euro al mese per 12 mesi, il quale può essere richiesto solamente in conseguenza di un evento che causa uno stato di non autosufficienza permanente del richiedente. Nel dettaglio, bisogna trovarsi nell’impossibilità fisica totale e permanente da poter effettuare da solo parte degli atti elementari di vita quotidiana:
- lavarsi
- vestirsi e svestirsi
- andare al bagno e usarlo
- spostarsi
- continenza
- nutrirsi
Per ognuna delle suddette attività viene constatato il grado di autonomia del richiedente ed è assegnato un punteggio: se complessivamente vengono raggiunti almeno 40 punti allora verrà riconosciuto lo stato di non autosufficienza e si avrà diritto al bonus che - è bene sottolineare - viene riconosciuto una sola volta.
Per farne richiesta bisogna rivolgersi a Cas.Sa. Colf allegando il suddetto questionario di valutazione compilato dal medico curante, oltre alla documentazione necessaria per l’accertamento degli stati patologici da cui è affetto. Dopodiché Cas.Sa. Colf si riserva di 60 giorni di tempo per effettuare l’accertamento e nel caso in cui dovesse esserci il buon esito allora la prestazione decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della domanda.
Assegno di accompagnamento
In caso di non autosufficienza della persona da assistere spetta poi un ulteriore aiuto che di fatto serve proprio a farsi carico dei costi necessari per usufruire dei servizi di assistenza.
Ci riferiamo all’assegno, o meglio all’indennità, di accompagnamento che l’Inps riconosce in favore degli invalidi civili con riduzione totale della capacità lavorativa per i quali è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o comunque l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.
A differenza delle prestazioni per invalidi civili, questa spetta indipendentemente dal reddito: basta quindi il riconoscimento della non autosufficienza, nonché la cittadinanza italiana e la residenza stabile e abituale sul territorio nazionale, per averne diritto.
La domanda va effettuata telematicamente all’Inps, a patto che la minorazione risulti riconosciuta nel verbale rilasciato dalla commissione medico legale che ha effettuato l’accertamento sanitario. Una volta accolta verrà riconosciuto un assegno mensile che nel 2023 ha raggiunto un valore di 527,16 euro netti al mese (l’indennità di accompagnamento infatti non è tassata) per 12 mensilità. Pagamento che viene però sospeso in caso di ricovero a totale carico dello Stato per un periodo superiore a 29 giorni.
Detrazione costi badante
Inoltre, la normativa riconosce anche la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali versati in favore degli addetti all’assistenza personale, ma sempre e solo nei casi di non autosufficienza della persona assistita e a patto che il reddito del contribuente che beneficia dell’agevolazione non superi i 40.000 euro.
Nel dettaglio, la detrazione annua è del 19% e può essere calcolata su un massimo di spesa pari a 2.100 euro. Il massimo del rimborso che si può ottenere in sede di dichiarazione dei redditi è quindi di 399 euro.
La detrazione non riguarda però solamente i costi sostenuti per la copertura contributiva e assicurativa nei confronti del badante regolarmente assunto: chi ne soddisfa le condizioni, infatti, se ne può avvalere anche per le prestazioni assistenziali rese da una casa di cura o di riposo.
Deduzione costi badante
L’unico bonus o agevolazione riconosciuto indipendentemente dal fatto che la persona assistita risulti non autosufficiente è la deduzione dei contributi, da non confondere appunto con la suddetta detrazione: se in quest’ultimo caso si recupera dall’Irpef quanto effettivamente versato, con la deduzione si abbatte la base imponibile su cui si calcolano le imposte che di conseguenza risulteranno più basse. Il limite dei contributi che si può portare in deduzione è di 1.549,37 euro l’anno.
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