Perché il bonus anti-inflazione all’1,5% in busta paga è un flop: aumenti significativi solo per i dirigenti pubblici

Giacomo Andreoli

30 Novembre 2022 - 15:32

La legge di Bilancio assegna una sorta di bonus straordinario ai dipendenti pubblici, ma gli aiuti sono in proporzione al reddito e sono quindi nettamente maggiori per chi guadagna di più.

Perché il bonus anti-inflazione all’1,5% in busta paga è un flop: aumenti significativi solo per i dirigenti pubblici

Il bonus anti-inflazione previsto dalla legge di Bilancio 2023 per i lavoratori dipendenti rischia di aiutare ben poco chi più ne avrebbe bisogno. Si tratta di un contributo straordinario dell’1,5% che si somma all’intervento sul taglio del cuneo fiscale per tutti i dipendenti e serve in qualche modo a riconoscere qualcosa ai lavoratori dello Stato e degli enti locali, non avendo a disposizione i fondi per il rinnovo del contratto nazionale.

Rinnovare tutti i contratti pubblici fino al 2024, a causa dell’inflazione, costerebbe fino a 10 miliardi di euro per la Pubblica amministrazione centrale e circa 16 per il resto degli enti pubblici. Per ora sono stati firmati i rinnovi dei contratti per il triennio 2019/2021, senza ancora considerare la parte dirigenziale.

Questo nuovo “emolumento accessorio” introdotto dal governo Meloni vale l’1,5% dello stipendio ed è dunque proporzionale a quanto si prende ogni mese: vediamo nel dettaglio chi guadagnerà quanto.

Bonus anti-inflazione, chi lo prenderà?

La manovra stanzia per questi aumenti circa un miliardo di euro, ma probabilmente la spesa effettiva si aggirerà attorno al doppio. La legge di Bilancio, infatti, conteggia i soldi necessari per la pubblica amministrazione centrale, ma bisogna considerare anche regioni, province, città, università e sanità, che finanziano la spesa per il personale con i propri bilanci autonomi.

Circa 800 milioni, così, dovrebbero essere coperti in qualche modo all’interno dei bilanci degli enti locali: qualcosa di non semplice viste le difficoltà finanziarie di quest’ultimi. In ogni caso i fondi inseriti in legge di Bilancio saranno distribuiti tramite un decreto del ministero dell’Economia, con il contributo spalmato su 13 mensilità nel 2023.

Bonus anti-inflazione, quanto vale?

Per la classe medio-bassa, che più soffre la crescita dell’inflazione, il bonus peserà davvero poco. Su 1000 euro di stipendio lordo, infatti, l’aumento sarà di 15 euro e arriva a 22,5 euro per chi ha una retribuzione mensile di 1500 euro. L’incremento sale al crescere del reddito e arriva così a circa 54 euro in più per i dirigenti di seconda fascia e a 74 euro per la prima fascia: coloro a cui l’inflazione crea meno problemi.

Il rinnovo del contratto degli statali

Inoltre non è chiaro se questo bonus sarà poi assorbito nelle trattative per il rinnovo del contratto: della serie che gli stipendi aumenteranno meno del previsto perché c’è stato questo primo anticipo. In fase di contrattazione, però, servirà un difficile lavoro di armonizzazione per evitare di creare un’altalena sui salari pubblici.

Per arrivare a un’intesa che riconosca un aumento di stipendio non irrisorio servirà sicuramente uno stanziamento di almeno 3 miliardi di euro con la prossima manovra per il 2024.

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