Sai che lo Stato ti paga se vuoi aprire un negozio? Ma solo se soddisfi determinati requisiti.
Se vuoi aprire un negozio in Italia devi sapere che ci sono diverse agevolazioni per farlo, tra cui alcuni bonus che possono esserti d’aiuto per sostenere le spese necessarie all’avvio della nuova attività.
Gli incentivi all’autoimpiego sono diversi e si rivolgono perlopiù ad alcune categorie di persone, ossia a coloro che per stato sociale ed economico si ritiene abbiano maggiormente bisogno di un aiuto per aprire un negozio. Si pensi ad esempio a chi viene da un periodo di disoccupazione, come pure a chi già percepisce un sostegno al reddito come può essere l’Assegno di inclusione. Non mancano poi gli incentivi per chi vive in quelle zone d’Italia dove le condizioni economiche sono maggiormente sfavorevoli, come pure per i più giovani o per le donne.
A tal proposito, ecco una guida utile per chi vuole aprire un negozio in Italia facendo chiarezza su quali sono i bonus a loro riservati, di che importi si parla e quali sono i requisiti per averne diritto.
L’anticipo della Naspi
Chi perde il lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà ha diritto generalmente a un’indennità di disoccupazione conosciuta come Naspi, il cui importo nel 2024 è pari al 75% della media delle retribuzioni percepite negli anni indennizzati (si prendono in esame gli ultimi 4 anni) entro i primi 1.425,21 euro, mentre per la parte aggiuntiva se ne prende il 25%. In ogni caso nel 2024 l’importo non può superare i 1.550,42 euro, senza dimenticare poi che a partire dal sesto mese di fruizione si riduce di un 3% per ogni mensilità.
La Naspi spetta per un periodo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni, quindi per un massimo di 2 anni.
La buona notizia è che la Naspi può essere utilizzata anche per aprire un negozio. In caso di avvio di un’attività come lavoratore autonomo, infatti, il disoccupato può fare richiesta per l’anticipo Naspi, con l’importo spettante che quindi viene riconosciuto in un’unica soluzione garantendo così un buon tesoretto a supporto dell’investimento.
L’anticipo dell’Assegno di inclusione
Anche l’Assegno di inclusione, misura di sostegno al reddito introdotta in sostituzione del Reddito di cittadinanza, prevede un incentivo riconosciuto laddove uno o più componenti del nucleo familiare vogliano mettersi in proprio, ad esempio aprendo un negozio (anche online).
È sufficiente essere percettore di Assegno di inclusione e dimostrare l’apertura del negozio quindi per avere diritto a un bonus il cui importo è pari a quanto spetta di Assegno di inclusione, nel limite però di 500 euro, moltiplicato per 6 mensilità. Nella migliore delle ipotesi, quindi, l’incentivo ha un importo pari a 3.000 euro al mese.
Resto al Sud
Viene gestito da Invitalia invece l’incentivo rivolto a coloro che avviano un’attività di lavoro autonomo, comprese quelle che riferiscono al settore del commercio, che nel momento della domanda sono residenti in:
- Abruzzo
- Basilicata
- Calabria
- Campania
- Molise
- Puglia
- Sardegna
- Sicilia
- in uno dei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria),
- in una delle isole minori marine del Centro-Nord, nonché in quelle lagunari e lacustri.
L’incentivo vale anche per chi si trasferisce nelle stesse aree entro 60 giorni (120 nel caso dei residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria.
Tra gli altri requisiti c’è anche quello per cui al momento della richiesta non bisogna avere un lavoro con contratto a tempo indeterminato, come pure negli ultimi 3 anni non bisogna aver ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità.
L’incentivo è inoltre destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni.
Ma cosa spetta? Intanto l’incentivo Resto al Sud copre fino al 100% delle spese con un finanziamento massimo di 50.000 euro per richiedente, fino a un massimo di 200.000 euro (per le società composte da 4 o più soci). Nel solo caso di imprese esercitate in forma individuale il finanziamento ha un importo massimo di 60.000 euro. Metà spetta come contributo a fondo perduto, mentre l’altra sotto forma di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI, con Invitalia che si fa carico interamente degli interessi.
A questi si aggiunge poi un ulteriore bonus, un contributo a fondo perduto pari a:
- 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
- fino a un massimo di 40.000 euro per le società.
Bonus On
Un altro bonus, sempre gestito da Invitalia, è l’incentivo On promosso dal ministero dello Sviluppo economico in supporto di quelle imprese composte prevalentemente da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e dalle donne di ogni età.
Va detto però che questo incentivo più che essere destinato all’apertura di un negozio quanto per attuare migliorie, come ad esempio può essere un ampliamento, a un’attività già esistente, come pure per la diversificazione o la trasformazione della stessa.
In questo caso non c’è un importo fisso: è Invitalia, una volta effettuata la valutazione, a valutare quale percentuale riconoscere a copertura delle spese totali (fino a un massimo del 90%), combinando finanziamenti a tasso zero con contributi a fondo perduto.
Per questi due ultimi incentivi va contattata interamente Invitalia, al numero 800 77 53 97, fermo restando che la presentazione della domanda, del business plan e di tutta la documentazione necessaria ai fini dell’accesso al beneficio va fatta attraverso la piattaforma informatica di Invitalia.
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