Bonus busta paga 2025, l’elenco completo in base a quanto guadagni

Simone Micocci

12 Febbraio 2025 - 11:21

Busta paga, ecco quali sono i bonus che spettano nel 2025 (con i relativi importi e requisiti).

 Bonus busta paga 2025, l’elenco completo in base a quanto guadagni

Busta paga, quali sono i bonus che spettano ai lavoratori dall’1 gennaio 2025? Le norme che regolano calcolo, e aumenti, dello stipendio sono state modificate dall’ultima legge di Bilancio, con cui il governo ha ridotto le imposte a carico del lavoratore attraverso il riconoscimento di tre diversi bonus il cui importo varia a seconda del guadagno percepito.

Bonus che vanno a tagliare il cuneo fiscale - ossia la differenza che c’è tra stipendio netto e lordo - e si aggiungono alle altre misure già in vigore che contribuiscono ad aumentare la retribuzione dei lavoratori dipendenti. Misure che in alcuni casi - vedi ad esempio il trattamento integrativo ex bonus Renzi - devono essere obbligatoriamente riconosciute dal datore di lavoro, mentre in altri casi - come per i fringe benefit - è l’azienda a dover valutare se usufruire o meno dello strumento.

A tal proposito, viste le nuove regole entrate in vigore dall’inizio del 2025 e la loro incidenza in busta paga, è bene fare chiarezza sull’elenco completo dei bonus, nonché su quali sono i requisiti necessari per usufruirne e gli importi previsti.

Trattamento integrativo legge di Bilancio 2025

La legge di Bilancio 2025 introduce per i lavoratori con reddito da lavoro dipendente non superiore a 20.000 euro un trattamento integrativo esentasse che contribuisce ad aumentare l’importo dello stipendio netto.

Non c’è una soglia minima per beneficiarne (a differenza dell’ex bonus Renzi di cui parleremo di seguito), e l’importo è calcolato in percentuale sul valore dello stipendio percepito.

Nel dettaglio, il trattamento integrativo in questione, pagato per 12 mensilità l’anno, è pari a:

  • 7,1%, se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro (653 euro lordi);
  • 5,3%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500 euro ma non a 15.000 euro (1.153 euro al mese);
  • 4,8%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 15.000 euro (entro un limite di 20.000 euro appunto).

Bonus 1.000 euro legge di Bilancio 2025

Sempre con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale, per i redditi il cui importo annuo lordo è compreso tra 20.000 e 32.000 euro viene introdotta una maggiorazione della detrazione per redditi da lavoro dipendente pari a 1.000 euro l’anno.

Anche questo bonus viene riconosciuto per dodici mensilità (visto che sulla tredicesima non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente); in busta paga, quindi, ci sarà una maggiore detrazione di circa 83 euro al mese, soldi che vanno interamente ad aumentare l’importo dello stipendio netto.

La maggiorazione parziale della detrazione per redditi da lavoro dipendente

Il terzo bonus è quello che invece si applica nei confronti dei lavoratori con reddito annuo lordo compreso tra 32.000 e 40.000 euro, per i quali spetta una maggiorazione solo parziale della detrazione in oggetto.

Nel dettaglio, questa viene calcolata utilizzando la seguente formula:

1.000 * [(40.000 - Reddito complessivo)]/8.000

Ad esempio, per un reddito di 35.000 euro spetta una maggiorazione mensile di circa 52 euro, mentre per chi ne guadagna 38.000 euro la maggiorazione scende a 20 euro circa al mese.

Trattamento integrativo ex Bonus Renzi

Viene mantenuto anche nel 2025, e si affianca ai bonus suddetti, il trattamento integrativo ex bonus Renzi il cui valore è pari a 100 euro netti in busta paga, 1.200 euro l’anno (anche questo, infatti, non si applica sulla tredicesima).

Ad averne diritto sono coloro che hanno un reddito imponibile ai fini Irpef - al netto quindi dei contributi versati - che supera gli 8.145 euro. Il limite massimo, invece, è di 15.000 euro (sopra questa soglia potrebbe spettare in misura parziale ma non più in busta paga, bensì in sede di dichiarazione dei redditi).

Bonus mamme in busta paga

Nel 2025 spetta poi uno sgravio contributivo fino a un totale di 3.000 euro l’anno per le lavoratrici dipendenti che hanno almeno 3 figli di cui almeno uno minorenne. Per queste è previsto il cosiddetto bonus mamme, il quale azzera i contributi dovuti dalla lavoratrice, entro il limite suddetto appunto, aumentando così l’importo netto dello stipendio.

Lo sgravio spetta anche alle lavoratrici con due figli di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni: in tal caso, però, essendo stato previsto dall’ultima legge di Bilancio, manca ancora il decreto attuativo con il quale dovranno essere definite le modalità di percezione nonché l’importo massimo dello sgravio (che per queste lavoratrici dovrebbe essere inferiore a 3.000 euro).

Fringe benefit

Nella legge di Bilancio dello scorso anno è stata estesa la soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit, i quali possono essere riconosciuti dall’azienda per riconoscere ai dipendenti una sorta di trattamento economico che si aggiunge allo stipendio.

Nel dettaglio, anche nel 2025 le soglie di esenzione per i fringe benefit sono le seguenti:

  • 2.000 euro l’anno per i dipendenti con figli a carico;
  • 1.000 euro l’anno per tutti gli altri.

Confermate anche le varie voci che rientrano tra i fringe benefit, compreso il rimborso delle bollette per le utenze di luce e gas, il canone di locazione e gli interessi del mutuo.

Novità assoluta del 2025 è l’aumento a 5.000 euro della soglia di esenzione per le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati per quei dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 con reddito fino a 35mila euro nel 2024 e che si trasferiscono oltre un raggio di 100 km dalla precedente.

Premi produttività

Infine, sempre la legge di Bilancio 2025 favorisce quei datori di lavoro che vogliono riconoscere dei premi di produttività ai propri dipendenti. L’imposta Irpef che si applica su queste voci, infatti, continua a essere del 5% anziché del 10%, entro un limite però di 3.000 euro l’anno.

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