Bonus busta paga €8.260 in legge di Bilancio 2025, a chi spetta e come

Simone Micocci

16 Ottobre 2024 - 12:09

Le misure in legge di Bilancio 2025 (e non solo) pesano fino a 8.260 euro in busta paga. Ma non ci sono solo buone notizie.

Bonus busta paga €8.260 in legge di Bilancio 2025, a chi spetta e come

La legge di Bilancio introduce, o meglio conferma, un “bonus” in busta paga del valore complessivo di 8.260 euro l’anno. A questa cifra ci si arriva sommando tutte quelle misure in manovra che incidono sul calcolo dello stipendio, riducendo il cuneo fiscale (la differenza che c’è tra lordo e netto) e incentivando i datori di lavoro a riconoscere premi o altre forme di sostegno beneficiando di alcune agevolazioni fiscali.

La cattiva notizia è che almeno per il momento non ci sono nuove misure a sostegno della busta paga: ciò significa che generalmente si guadagnerà quanto nel 2024, salvo ovviamente il caso di quei lavoratori impiegati in quei settori in cui nel frattempo c’è stato il rinnovo di contratto.

Anzi, ci sono delle categorie che rischiano persino di guadagnare meno il prossimo anno: ci riferiamo alle lavoratrici con due figli che nel 2024 hanno beneficiato dello sgravio contributivo fino a 3.000 euro, per le quali il relativo bonus non è stato esteso, come invece si sperava, anche per il prossimo anno. Lo stesso vale per chi ha figli maggiori di 30 anni, per i quali non spettano più le detrazioni.

Vediamo quindi quali sono le misure che anche il prossimo anno intervengono per aumentare stipendi e lordi dei lavoratori come previste dalla legge di Bilancio 2025, fermo restando che con il passaggio del testo in Parlamento potrebbero essere adottate delle modifiche.

Conferma del taglio del cuneo fiscale

Era una delle voci più attese di questa manovra e il governo non ha deluso i lavoratori: viene confermato anche nel 2025 il taglio del cuneo in busta paga, tuttavia cambiano le modalità di erogazione.

Intanto la buona notizia è che questo bonus in busta paga viene reso strutturale e resterà in vigore per i prossimi 5 anni. Dopodiché si passerà davvero a un taglio del cuneo fiscale e non contributivo.

Nel dettaglio, lo sgravio contributivo come lo conosciamo oggi verrà confermato solamente per gli incapienti, ossia per coloro che non pagano sufficiente Irpef per effetto delle detrazioni previste e quindi non potrebbero beneficiare dei vantaggi garantiti da un ulteriore taglio. Si tratta di coloro che guadagnano fino a 20.000 euro.

Per tutti gli altri invece si passerà da uno sgravio contributivo a uno di tipo fiscale, introducendo nuove detrazioni che andranno a ridurre la quota Irpef dovuta dal lavoratore.

In ogni caso il vantaggio in busta paga dovrebbe essere lo stesso di quanto spettava con il bonus contributi come conosciuto fino a oggi: con un reddito orientativamente di 35.000 euro l’anno, quindi, spetterà un aumento fino a 100 euro netti al mese, quindi 1.200 euro l’anno (dal momento che la misura non dovrebbe applicarsi sulla tredicesima).

C’è poi un’altra buona notizia: quest’anno il bonus viene esteso ai redditi fino a 40.000 euro, seppure in misura parziale. L’obiettivo è di evitare la spiacevole situazione secondo cui oggi basta guadagnare un euro in più per perdere il bonus per intero, con il paradosso che nonostante un aumento riconosciuto dal datore di lavoro lo stipendio netto rischia di essere più basso.

E non è neppure detto che, come spiegato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, non possano esserci vantaggi anche per chi guadagna di più. Tuttavia, per averne la certezza dovremo attendere la pubblicazione del testo della manovra.

Bonus mamme in busta paga

Non ci sono invece piacevoli notizie per lo sgravio contributivo spettante per le lavoratrici madri, fino a un massimo di 3.000 euro l’anno (si cumula e non si aggiunge al suddetto sgravio contributivo).

Oggi il bonus spetta tanto alle madri con 2 figli (di cui almeno uno minore di 10 anni) tanto a quelle con almeno 3 figli di cui almeno uno minorenne: tuttavia, solamente per quest’ultime lo sgravio spetta fino al 2026.

Per chi ha solo 2 figli la legge di Bilancio per il momento non interviene per estendere questa misura, ciò significa che queste lavoratrici nel 2025 rischiano di avere uno stipendio più basso, dal momento che il “bonus” fino a 3.000 euro spetterà ancora solo a chi ha almeno 3 figli.

Irpef

Le aliquote Irpef vengono mantenute le stesse del 2024. Nel dettaglio, viene prorogato il seguente schema:

  • per i primi 28.000 euro si applica un’aliquota del 23%;
  • per i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro, invece, l’aliquota sale al 35%;
  • sopra i 50.000 euro si paga invece il 43% di imposta.

Queste aliquote riconoscono al lavoratore un risparmio, che si riversa interamente in busta paga, che nella migliore delle ipotesi può arrivare a 260 euro l’anno.

Bisognerà capire invece i risultati sul concordato preventivo per valutare un ulteriore taglio dell’Irpef - per il secondo scaglione, passando dal 35% al 33% - e l’estensione dei vantaggi che ne derivano anche per i redditi fino a 60.000 euro (oggi il limite è fissato a 50.000 euro).

Fringe benefit

Non cambiano neppure le norme per i fringe benefit con la possibilità per i datori di lavoro di riconoscere un bonus fino a 2.000 euro ai lavoratori, completamente detassato.

Per chi non lo sapesse, con questo termine si intendono tutti quei beni e servizi che rientrano nel welfare aziendale che il datore di lavoro riconosce in aggiunta allo stipendio, come ad esempio possono essere telefono e auto aziendale, come pure l’eventuale polizza sanitaria. E da qualche anno rientrano in questa voce anche i rimborsi per le bollette di luce, gas e acqua pagate dal lavoratore.

Nel dettaglio, l’esenzione dei fringe benefit nel 2025 viene mantenuta pari a quella in vigore nel 2024: 1.000 euro quindi per tutti i lavoratori, mentre per chi ha almeno un figlio la soglia sale a 2.000 euro.

Premi di produzione

Altra agevolazione confermata è quella che incentiva i datori di lavoro a riconoscere premi di produttività. Come già era stato negli ultimi due anni, infatti, anche per il triennio 2025-2027 viene mantenuta la tassazione agevolata al 5% (anziché al 10%) per gli importi fino a 3.000 euro.

Addio detrazioni figli a carico per questi figli

Tuttavia, a fronte di alcune buone notizie - considerando gli sgravi contributivi, i fringe benefit e i premi di produttività c’è un volume potenziale di 8.260 euro l’anno di bonus - ne va segnalata una negativa.

Nel dettaglio, come spiegato dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, le detrazioni per figli a carico restano solo fino ai 30 anni (oggi non c’è un limite anagrafico, ma solo di reddito). Per i figli over 30 continua a essere riconosciuta solo per chi ha una disabilità.

Una novità che di fatto rischia di costare fino a 950 euro l’anno per quei lavoratori che ne beneficiano.

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