Quali sono i Bonus Sud di cui possono avvalersi le imprese per investimenti in nuove imprese, in imprese già esistenti e per le assunzioni? Ecco come si favorisce lo sviluppo del Sud
Bonus Sud: quali sono le agevolazioni per le imprese che investono nel Mezzogiorno e a cosa servono?
Il Sud Italia ha da tempo problemi legati allo sviluppo economico e vi sono difficoltà per le imprese che si traducono poi in disoccupazione. Proprio per questo vi sono misure specifiche volte a rendere l’economia più efficiente. Le stesse possono essere divise in due macro-categorie: vi sono incentivi per le imprese che investono e incentivi per le imprese che assumono.
A questi devono aggiungersi i contributi e bonus validi in tutta Italia. Si ricorda fin da ora che in molti casi è possibile cumulare diversi aiuti, inoltre qui si elencano iniziative ”statali” ma vi possono essere anche iniziative economiche locali.
Vediamo ora i principali incentivi per chi decide di investire al Sud, compresi i Bonus Sud per l’assunzione.
Bonus Sud: Resto al Sud e Resto Qui
Il primo incentivo di cui parlare è Resto al Sud, introdotto con decreto legge 91 del 20 giugno 2017. Si tratta di contributi a fondo perduto per sostenere startup e attività da libero professionista nelle regioni del Sud Italia, delle Isole e del Centro Italia. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro. La misura è gestita da Invitalia e copre fino al 100% delle spese sostenute.
La misura è stata poi estesa alle regioni del cratere sismico e isole, anche lacustri. La misura specifica prende il nome di Resto Qui (156789).
Zes Unica per il Mezzogiorno, il credito di imposta per le imprese
Particolarmente importante è la misura ZES Unica (Zona Economica Speciale), in questo caso si tratta però di contributi sotto forma di crediti di imposta. La misura è stata introdotta con il decreto legge 124 del 2023 articolo 16.
Prevede un contributo sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno - ZES unica (c.d. “ZES unica”) che ricomprende le zone assistite delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Abruzzo.
L’obiettivo della misura è attrarre nuovi investimenti e fornire un impulso concreto alla crescita economica delle regioni del Mezzogiorno, spesso meno competitive rispetto al resto dell’Italia.
Contratti Istituzionali di Sviluppo
Una misura importante ma poco conosciuta sono i Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS) gestiti da Invitalia. Gli stessi sono attivi a:
- Matera;
- Taranto;
- Foggia;
- Molise;
- Ventotene;
- Cosenza;
- Napoli;
- Palermo.
Si tratta di uno strumento destinato ad accelerare la realizzazione di progetti strategici, tra loro funzionalmente connessi, di valorizzazione dei territori. Rientrano in tale ambito i progetti di infrastrutturazione, sviluppo economico, produttivo e imprenditoriale, turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali, ambiente, occupazione e inclusione sociale. I contributi sono riconosciuti alle Amministrazioni che poi realizzano tali progetti che migliorano l’economia e lo sviluppo delle zone interessate.
Nuova Sabatini Sud: cosa prevede?
La Nuova Sabatini Sud può essere considerata un nuovo ramo della Nuova Sabatini rivolto in modo esclusivo alle Regioni sottosviluppate. Possono richiedere i contributi Nuova Sabatini Sud le micro, piccole e medie imprese con sede nelle regioni del Mezzogiorno che sostengono investimenti, anche tramite leasing, per l’acquisto di:
- macchinari;
- attrezzature;
- impianti;
- beni strumentali destinati ad uso produttivo;
- hardware;
- software;
- tecnologie digitali.
Rispetto alla misura generale, si differenzia perché per le imprese che si trovano nelle Regioni del Sud si aggiunge un contributo in conto impianti con importo pari alla somma complessiva degli interessi che prevedibilmente l’azienda dovrebbe pagare per l’acquisto del bene in questione.
Gli interessi sono calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento con lo stesso importo dell’investimento effettuato e che prevede un piano di ammortamento quinquennale. Il tasso di interesse annuo applicato ai fini della definizione degli interessi (e quindi dello stesso contributo in conto impianti) è del 5,5%.
Ulteriori Bonus Sud
Tra le misure scadute vi è il Bonus Investimenti Mezzogiorno, destinato alle imprese agricole per gli investimenti effettuati per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2023. La domanda per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2023 doveva essere presentata entro il 18 novembre 2024. La misura viene citata perché non è ancora noto se sarà nuovamente riproposta.
Naturalmente considerando che il Sud ha ancora solide radici nell’agricoltura e allevamento, si può accedere anche ai vari bonus agricoltura, come gli aiuti PAC (Politica Agricola Comune) sviluppata dall’Unione Europea.
Sebbene non sia una misura rivolta in modo specifico al Sud, si ricorda che è possibile avvalersi anche degli aiuti di ON Oltre Nuove Imprese che agevola iniziative di autoimprenditorialità promosse da donne e giovani per favorire lo sviluppo di nuove imprese femminili in tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è ridurre il divario di genere che al Sud è comunque ancora più marcato rispetto ad altre zone d’Italia.
Bonus Sud: gli incentivi per chi assume
Per quanto riguarda gli incentivi per l’occupazione, tra le misure principali c’è Decontribuzione Sud, misura introdotta con il decreto legge 104 del 2020. Si tratta di una misura che mira ad agevolare le assunzioni presso le imprese del Sud.
Bonus assunzioni al Sud prevede lo sgravio dei contributi previdenziali per le imprese con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Non sono previsti sgravi per i contributi INAIL. La misura è stata prorogata, sebbene in maniera decrescente fino al 2029 e prevede un esonero parziale dei contributi da versare.
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Si deve però ricordare che le imprese del Sud possono avvalersi anche degli strumenti generali, ad esempio il Superbonus 120% che consente di ottenere una maxi deduzione fiscale per i contributi versati in favore dei lavoratori. La misura è valida in tutta Italia.
Il decreto Coesione 2024 prevede, invece, per i giovani under 35, solo nel caso non abbiano mai avuto prima un contratto a tempo indeterminato, uno sgravio contributivo totale dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 per il datore di lavoro per 24 mesi (fino a un limite di 500 euro mensili). Il limite può essere esteso fino a 650 euro nel caso il giovane sia residente in una delle regioni del Meridione.
Si ricorda che al Sud ci sono inoltre molti percettori dell’ADI e SFL (Supporto Formazione e Lavoro) (ex reddito di cittadinanza) anche in questo caso è possibile avvalersi delle agevolazioni per chi assume i percettori di tali misure di sostegno al reddito.
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