Il bonus Tari, previsto dall’Arera, non è un beneficio a livello nazionale. Quando e come si applica e chi ne beneficia? Vediamo tutto quel che si deve sapere.
A chi spetta il bonus Tari 2024? Il beneficio è destinato ai nuclei familiari che hanno un Isee basso, ma come funziona? Per chi versa in uno stato di disagio economico, insieme al bonus sociale per le bollette di luce, gas e acqua, è previsto anche il bonus Tari. Mancando, però, una normativa a livello nazionale per vederlo applicare è necessario che sia previsto dalle delibere comunali.
La Tari è una tassa a livello locale e serve a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Si tratta di un tributo municipale e proprio per questo, pur essendoci delle direttive nazionali obbligatorie per tutti, è gestito dai Comuni.
A dover versare la tassa sono tutti coloro che detengono, a qualsiasi titolo, un immobile atto a produrre rifiuti. Non sempre, quindi, è il proprietario a doversi accollare l’onere del versamento: se la casa è locata, ad esempio, l’obbligo di versamento ricade su chi la abita. Se l’immobile, invece, non è occupato l’onere del pagamento ricade sul proprietario.
La Tari, infatti, va pagata anche per immobili che risultano non abitati poiché non è subordinata alla produzione di spazzatura, ma alla possibilità di poterli produrre.
Bonus Tari, come funziona?
Il bonus Tari, che permette di avere la tassa ridotta e l’esenzione dal versamento, è stato previsto anche per il 2024. Si tratta di una agevolazione introdotta dal decreto Fiscale 2020, ma si tratta di un beneficio previsto solo sulla carta visto che è demandata alla discrezionalità dei singoli Comuni.
Sul sito dell’Arera, infatti, si legge:
Il bonus rifiuti è un’agevolazione economica, recentemente introdotta su scala nazionale dalla legge ma non ancora attivata, che garantirà una riduzione della spesa per il servizio di gestione rifiuti ai nuclei familiari in condizione di disagio economico, analogamente a quanto è già previsto per i servizi elettrico, gas e acqua.
Insieme al bonus idrico e bonus luce e gas, anche lo sconto Tari dovrebbe rientrare nel bonus sociale per i nuclei familiari con Isee basso.
Si tratta di uno sconto, proprio come previsto dal bonus sociale, che è applicato in automatico alle famiglie che rientrano in determinati requisiti reddituali. In ogni caso, così come per le esenzioni per la Tari, si deve ancora fare riferimento alle regole previste dal proprio Comune di residenza. Vediamo nello specifico come funziona.
Bonus Tari e Decreto Fiscale
Con il Decreto Fiscale 2020, l’articolo 57bis prevede la “Disciplina della TARI. Coefficienti e termini per la deliberazione piano economico finanziario e delle tariffe. Introduzione del bonus sociale per i rifiuti e automatismo del bonus per energia elettrica, gas e servizio idrico”. Dal 2021, a differenza di quello che accadeva negli anni precedenti, quindi, il bonus sociale è riconosciuto in automatico agli aventi diritto che hanno un Isee in corso di validità.
La novità introdotta dal decreto fiscale in ambito tassa rifiuti è proprio il bonus Tari per le famiglie che si trovano in difficoltà economica e hanno un basso Isee. Condizioni tariffarie agevolate, quindi, sono riconosciute non solo per le utenze domestiche di luce, acqua e gas, ma anche per la tassa sui rifiuti.
Bonus Tari 2024, a chi spetta?
A stabilire le regole di accesso al bonus sociale è l’Arera e così come già previsto per il bonus luce, gas e acqua, anche per quello Tari i requisiti sono gli stessi, ovvero:
- nuclei familiari con Isee che non supera gli 9.530 euro;
- nuclei familiari numerosi con Isee che non supera i 20.000 euro.
Però non in tutti i Comuni funziona così.
Bonus Tari 2024, discrezionalità dei Comuni
I vari Comuni non sono obbligati a riconoscere il bonus Tari ai propri cittadini perché su scala nazionale nulla è previsto. L’agevolazione sulla tassa rifiuti è a discrezione del Comune perché, se da una parte c’è una norma nazionale che ha lanciato il beneficio, dall’altra non è stato mai emanato un provvedimento che ne detti regole e funzionamento.
Il bonus Tari, di fatto, esiste solo su carta visto che manca il decreto attuativo e proprio per questo a gestirlo e riconoscerlo sono i singoli enti locali. In teoria le condizioni di accesso sono quelle previste per il bonus sociale, purtroppo, però, la norma che ha previsto lo sconto sulla Tari prevedeva che un apposito Dpcm ne detti le regole. E il provvedimento in questione non è mai arrivato.
A decidere, anche per il 2024, sono i singoli enti locali, ovvero gli unici ad avere voce in capitolo sull’applicazione o meno dello sconto. Nel Comune di Milano, ad esempio, sono previste esenzioni per la Tari che poco hanno a vedere con il bonus sociale, visto che il Comune riconosce agevolazioni e sconti a nullatenenti o titolari di pensioni integrate al minimo. Un altro esempio è rappresentato dal Comune di Roma che prevede l’esonero solo per nuclei familiari con Isee fino a 6.500 euro.
In altri Comuni oltre alla soglia Isee è richiesto, ad esempio, che nel nucleo familiare ci sia almeno un disabile per avere diritto all’esenzione, altri ancora si sono adeguati ai requisiti del bonus sociale per riconoscere il beneficio.
A quanto ammonta il Bonus Tari?
Come abbiamo già anticipato in apertura, l’ammontare del bonus dipende dal proprio Comune di residenza. Gli enti locali, infatti, possono ritoccare (al rialzo) anche l’Isee minimo per riconoscere lo sconto oltre che la percentuale di beneficio da applicare.
Ci sono Comuni che prevedono, ad esempio, entro determinati limiti Isee anche l’esenzione totale dal pagamento del tributo, mentre altri possono prevedere una percentuale di sconto sulla Tari dovuta. Proprio per questo motivo è necessario consultare il sito istituzionale del proprio Comune per capire cosa e quanto spetta per i nuclei familiari con Isee basso in ambito Tari.
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