Borsa di Milano oggi 19 gennaio: il Ftse Mib segue il clima negativo e chiude in calo. Lo spread diminuisce e il rendimento del Btp scende. Lagarde conferma la politica monetaria Bce restrittiva.
Borsa di Milano oggi 19 gennaio: il Ftse Mib perde oltre l’1%, restando ben al di sotto dei 26.000 punti superati nella chiusura di ieri.
Il clima generale tra gli investitori si è di nuovo incupito dopo che alcuni dati Usa hanno indicato un effettivo rallentamento della prima economia mondiale. La recessione si può evitare o no? In questa atmosfera incerta, oggi Christine Lagarde ha parlato a Davos ribadendo la determinazione a combattere contro l’inflazione, vista ancora in rialzo. Più ottimismo, invece, sulla contrazione dell’Eurozona.
Lo spread ha reagito alle parole «falco» da con un aumento a 179 punti, ma poi il differenziale è tornato sui 175 punti. In crescita il rendimento del Btp decennale in crescita al 3,77%.
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha annunciato che il governo lavora per assicurarsi “l’investimento di Intel per uno mega stabilimento in Italia”. In più, Lufthansa ha depositato al Mef l’offerta per una quota di minoranza di Ita.
Il Ftse Mib chiude in deciso rosso, ma anche nel resto d’Europa, si aggravano le perdite del Dax tedesco e del Cac francese in calo. Perde anche il Ftse 100 londinese.
Borsa di Milano oggi 19 gennaio aggiornamento ore 18.00: Ftse Mib perde oltre l’1,5%
Il Ftse Mib perde l’1,75% e chiude a 25.596,28. Sul listino principale di Piazza Affari bene Iveco (+1,62%) e Leonardo (+1,89%). In negativo, invece, i titoli del settore petrolifero. Eni perde l’1,42%. L’azienda ha comunicato che l’ammontare complessivo dell’offerta pubblica di sottoscrizione delle obbligazioni “Eni obbligazioni sustainability-linked 2023/2028”, pari a 2 miliardi di euro, è stato interamente collocato e quindi il programma è stato bloccato.
Male anche Saipem (-3,32%), Tenaris (-4,91%), A2a (-3,13%), Stm (-3,76%) e Cnh (-3,40%). Cala infine Snam (-2,20%), dopo aver presentato il piano industriale fino al 2026.
Aggiornamento ore 13.00: Ftse Mib crolla
Il Ftse Mib perde l’1,33%. Sul listino milanese crollano industriali e titoli energetici e legati al petrolio. Nel dettaglio, svettano i tonfi di Tenaris a -4,33%, Stellantis a -2,03%, Snam a -2,91%, Saipem a -2,63%, Pirelli & C a -2,82%, Italgas a -2,18%, A2a a -2,60%, Enel a -2,08%, Eni a -1,51%.
Banco Bpm (+0,78%), Iveco Group (+0,94%), Leonardo (+1,04%) sono gli unici a guadagnare.
Borsa di Milano oggi 19 gennaio aggiornamento ore 10.30: Ftse Mib accentua calo
Il Ftse Mib continua il calo con un ribasso dello 0,78%. Sul listino milanese spiccano i tonfi di Tenaris a -3,37%, Snam a -2,35%, Saipem a -2,06%, Pirelli & C a -2,50%, Stellantis a -1,43%, A2a a -1,17%, Enel a -1,37%, Eni a -1,20%.
Snam ha presentato il piano strategico al 2026 con questi target principali: investimenti in crescita a 10 miliardi di euro; ebitda a +7% in media all’anno (da +4,5%) a quota 2,85 miliardi nel 2026; utile netto a + 3% medio annuo dal valore di 1,27 miliardi a fine 2026; indebitamento previsto in crescita a 18 miliardi nel 2026.
Asia e future Usa in balia dei venti di recessione
Le azioni dell’area Asia-Pacifico sono state scambiate in modo misto dopo le perdite notturne a Wall Street.
In Giappone, il Nikkei 225 è sceso dell′1,44% e il Topix ha chiuso in ribasso dell′1%, in seguito ai dati secondo i quali il Giappone ha registrato un altro deficit commerciale a dicembre, un giorno dopo che la Banca del Giappone ha sorpreso i mercati mantenendo invariata la fascia di tolleranza della curva dei rendimenti.
I futures sulle azioni Usa sono scambiati al ribasso. Tali mosse arrivano dopo che le azioni sono diminuite nel commercio regolare notturno.
L’S&P 500 è crollato dell′1,56% per il peggior giorno dal 15 dicembre. Il Dow ha perso oltre 613 punti, o l′1,81%. Il Nasdaq Composite, ad alto contenuto tecnologico, è sceso dell′1,24%. I titoli bancari come JPMorgan, Bank of America e Wells Fargo sono scivolati, pesando sul mercato più ampio.
Le vendite al dettaglio deludenti e una lettura dell’indice dei prezzi alla produzione più debole del previsto hanno acceso i timori di recessione, facendo scendere gli asset di rischio. Il rendimento del Treasury Usa a 10 anni è sceso al livello più basso da settembre.
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