Borsa di Milano oggi 3 novembre: il Ftse Mib scambia in calo in un clima generale per gli asset di rischio che si è deteriorato dopo una Fed ancora troppo falco per i mercati. Spread in aumento.
Borsa di Milano oggi 3 novembre: il Ftse Mib chiude in negativo come le principali piazze europee.
In un clima tornato più incerto sui mercati, dopo che la Fed - e soprattutto le parole di Powell - non hanno rassicurato su un vero rallentamento della politica monetaria dei tassi, ipotizzando un picco più alto del previsto per i rialzi, i rendimenti dei titoli di Stato sono di nuovo in tensione.
Anche la Bce, tramite le parole di Lagarde, ha confermato che una possibile lieve recessione dell’Eurozona non fermerà la politica di tassi più alti.
Il Btp decennale rende oltre il 4,4%, in aumento rispetto alla seduta di ieri e lo spread rimane sui 215 punti base, oltre la soglia dei 210 sotto la quale si era mantenuto nei giorni scorsi.
Intanto, in Italia i riflettori sono puntati anche sul viaggio di Giorgia Meloni a Bruxelles, dove incontrerà la von der Leyen per la prima volta dall’insediamento come presidente del Consiglio. I temi in agenda sono tanti e cruciali per il nostro Paese: Pnrr e possibili modifiche, riforma del Patto di Stabilità, crisi energetica, migranti.
In questa cornice di eventi densa e complessa, il Ftse Mib rimane al di sotto dei 22.800 punti di chiusura di ieri. Sul listino Stellantis scende dopo i conti del trimestre. In affanno anche energetici e in parte i titoli bancari, dopo la scure Moody’s che ha tagliato l’outlook degli istituti di credito nazionali da stabile a negativo.
Borsa di Milano oggi 3 novembre aggiornamento delle ore 18.00: Ftse Mib certifica il calo
Piazza Affari chiude perdendo lo 0,42%, a 22.706,02 punti. Stabile, invece, lo spread tra Btp e Bund tedeschi, che rimane attorno ai 215 punti base.
Sul listino principale di Milano si mette in evidenza Tim (+3,22%). Entrambe le opzioni portano alla rete unica. In rialzo anche Saipem (+1,28%), Buzzi (+1,02%), Tenaris (+1,41%) e Inwit (+0,81%). In coda al listino, invece, Stellantis (-3,26%) e Pirelli (-2,77%), visti i dati delle vendite di automobili in Italia e in Europa, ancora insufficienti.
Aggiornamento delle ore 13.00: Ftse Mib in rosso
Il listino milanese prosegue la flessione e perde lo 0,84% dopo le ore 13.00. Il Ftse Mib è portato al ribasso da Stellantis, in caduta del 3% come Iveco Group, da Pirelli con un -2,66%, da quasi tutti i bancari.
Male anche Enel e Italgas. Telecom, invece, guadagna il 2,60%.
In Europa, tonfo per il Dax tedesco a -1,25%, mentre il Cac francese perde lo 0,87%. Il FTSE 100 londinese è in calo dello 0,60%. La BoE ha appena alzato i tassi di interesse di 75 pb per frenare l’inflazione del Regno Unito.
Aggiornamento delle ore 9.30: Ftse Mib in calo
Il Ftse Mib perde lo 0,92% a 22.592,25 punti. Sul listino milanese pesano il tonfo di Stellantis del 2,01% dopo la presentazione dei conti del terzo trimestre che hanno visto ricavi netti in aumento del 29% rispetto al periodo 2021.
Pesanti i ribassi anche per Saipem (-3,36%), Pirelli (-2,82%), Enel (-1,48%). Bancari in rosso dopo la scure Moody’s che ha tagliato l’outlook da stabile a negativo per gli istituti di credito italiani.
In Europa, scivolano anche il Dax tedesco, a -0,88% e il Cac francese a -1,00%. Il FTSE 100 londinese perde lo 0,57% mentre attende la decisione sui tassi, con probabile nuovo rialzo, da parte della Bank of England.
Asia chiude in ribasso, futures Usa virano al rialzo
Seduta pesante in Asia, con tutti gli indici che hanno archiviato gli scambi in profondo rosso.
I futures sulle azioni Usa, invece, stanno recuperando, in seguito alle perdite durante la sessione di negoziazione quotidiana e dopo che la Federal Reserve ha effettuato un altro aumento dei tassi di interesse, segnalando che he nessun pivot o taglio dei tassi arriverà presto.
Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso la sessione di negoziazione di mercoledì di 416 punti in meno, o in calo dell′1,3%, diminuendo il suo significativo rimbalzo di ottobre. L’S&P 500 è sceso del 2% e il Nasdaq Composite del 2,8%.
È probabile che i mercati continueranno a oscillare fino a quando non sarà chiaro che l’inflazione si sarà raffreddata e che la Fed avrà smesso di aumentare i tassi. Qualsiasi dato che mostri che l’economia statunitense non sta rallentando mentre la banca centrale inasprisce la politica probabilmente peserà sulle azioni.
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