Il 2023 sembra iniziare bene per le borse europee. Nonostante questo le prospettive economiche restano negative per il continente. Su cosa puntare quest’anno?
I rischi legati all’andamento economico dei Paesi del continente europeo non sono pochi e le sfide sembrano non divergere da quelle che hanno afflitto il 2022. Per lo Stock Picking gli investitori potrebbero trovare comunque difficoltà: una ripartenza complessiva del comparto azionario si mostra infatti poco probabile. Quali previsioni per le borse europee per il 2023?
Borse europee, inizio 2023 positivo
Il 2023 delle borse europee sembra essere iniziato con un bel rialzo, povero di volumi ma superiore dell’1,7% rispetto la chiusura del 2022. Un cambio candela che sembra indicare un 2023 prosperoso per le azioni nonostante i vari motivi di preoccupazione che hanno caratterizzato l’anno scorso e che probabilmente saranno anche una costante di questo.
Le azioni europee sono crollate più del 10% nel 2022 come indicato dall’andamento dell’indice di riferimento EuroStoxx600. È stato un anno all’insegna della stretta delle banche centrali, dell’inflazione e della guerra russa in Ucraina che ha scatenato una crisi energetica. Sebbene il mercato si aspetti un 2023 di ripresa, Christine Lagarde ha fatto presente che la BCE non ha alcuna intenzione di allentare la stretta monetaria mettendo nuovamente gli analisti in stato di allerta.
La situazione si complica sia perché la questione energetica resta una variabile difficile da controllare internamente ma anche perché aumentano i rischi di dover affrontare una recessione abbastanza profonda.
A livello produttivo invece la situazione sembra migliorare: le fabbriche in Cina sono state riavviate a seguito della chiusura della politica «zero-Covid» cinese e nonostante vi siano comunque intoppi dovuti a un aumento dei contagi gli analisti si mostrano positivi riguardo al futuro.
Borse europee: quali previsioni per il 2023?
Il primo semestre del 2023 potrebbe quindi portare un peggioramento per l’azionariato europeo. Il mercato ha bisogno prima di superare il problema dell’inflazione, poi la questione della recessione per infine potersi concentrare sulla variabile che tipicamente spinge le azioni verso l’alto: la crescita.
Per tale ragione molti fondi guardano con interesse ad asset tipicamente resistenti a questo genere di contesti economici: è il caso delle società che offrono beni e servizi di prima necessità, utility e quelle appartenenti al settore della salute. Viste inoltre le prospettive indicate dalla BCE pare opportuno monitorare la posizione finanziaria della società, se ad esempio eccessivamente esposta verso canali di debito tradizionali.
Infine, secondo l’opinione generale degli analisti una buona società da prendere in considerazione dovrebbe avere dei margini importanti in modo da poter far ricadere sul consumatore le proprie difficoltà economiche. Questo perché già dalle prime trimestrali dell’anno si dovrebbero osservare peggioramenti nei conti societari in vista di una riduzione dei consumi delle famiglie e di un aumento del costo del debito.
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