Nuovi dati sul lavoro Usa hanno lanciato segnali per la Federal Reserve: ci sarà un rialzo di 50 o 25 punti base a marzo? La risposta tra gli analisti è incerta e l’attesa per la decisione è elevata.
La crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti è rallentata a febbraio rispetto al ritmo vertiginoso del mese precedente, ma è rimasta abbastanza elevata da mantenere la pressione sulla Federal Reserve affinché cambi idea su maggiori aumenti dei tassi di interesse.
Sebbene l’aumentoe salariale abbia mostrato segni di raffreddamento, gli analisti prevedono che nella riunione di marzo della Fed i toni da falco non saranno abbandonati affatto.
C’è da sottolineare, inoltre, che questo rapporto di febbraio è una delle pubblicazioni di dati più significative in vista della prossima riunione della banca centrale del 21-22 marzo. Nelle testimonianze al Congresso di questa settimana, Jay Powell ha affermato che esaminerà le cifre - insieme a quelle sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio, tra le altre, previste per la prossima settimana - al fine di determinare se riprendere aumenti dei tassi più aggressivi dopo un insieme di dati inaspettatamente forti.
Cosa racconta la performance del lavoro Usa
La più grande economia del mondo ha aggiunto 311.000 posti di lavoro il mese scorso, numero superiore ai 225.000 previsti dagli economisti, ma inferiore alle 504.000 posizioni riviste al ribasso di gennaio. Negli ultimi tre mesi, ci sono stati in media 351.000 occupati in più.
Nonostante i guadagni di febbraio, il tasso di disoccupazione è salito al 3,6%, ma è ancora vicino al minimo pluridecennale. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro, che tiene traccia della quota di americani occupati o in cerca di lavoro, è salito al 62,5%.
La crescita dei salari, nel frattempo, è aumentata dello 0,2% da gennaio, appena al di sotto del precedente aumento mensile della retribuzione oraria media e inferiore al previsto. Su base annua, è superiore del 4,6%.
La grande domanda per i mercati è se questo rapporto sulla disoccupazione spingerà la Fed verso un ampio aumento del tasso di mezzo punto o se la convincerà a mantenere un rialzo più modesto di un quarto di punto. A questo punto entrambe le opzioni sono aperte e tutto è focalizzato su un rapporto sull’inflazione in arrivo martedì.
“Continuo a pensare che sia un rapporto forte”, ha affermato Priya Misra, responsabile della strategia globale dei tassi presso TD Securities. “Tuttavia, riduce un po’ la pressione sulla Fed, perché la retribuzione oraria media è scesa.”
“È esattamente quello che non speravo, che è un rapporto misto”, ha detto il capo economista statunitense di JP Morgan, notando il «sano» aumento di posti di lavoro, la moderazione dei salari e l’aumento del tasso di disoccupazione.
I futures sulle azioni statunitensi sono saliti e i titoli del Tesoro hanno esteso i loro guadagni dopo il rilascio dei dati. La reazione del mercato ha suggerito che gli investitori trovassero motivi di ottimismo nel dato più elevato della disoccupazione e nell’aumento degli stipendi inferiore alle attese.
C’è ancora incertezza, comunque, e prima della riunione Fed di marzo si attendono altri segnali dai dati.
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