Buone notizie per chi ha uno stipendio annuo fino a 15 mila euro: lieve aumento in arrivo già con la prossima busta paga.
Nel 2024 ci sarà un lieve aumento dello stipendio netto per chi ha un reddito annuo fino a 15 mila euro, ossia una busta paga che in media ha un importo lordo di circa 1.153 euro.
Il merito non è dello sgravio contributivo che come già abbiamo avuto modo di spiegare viene sì confermato per il 2024 ma senza apportare modifiche a quanto era riconosciuto in busta paga nel 2023 (precisamente da luglio): sullo stipendio di gennaio continuerà dunque a essere applicato lo stesso sgravio del 7% della busta paga di dicembre scorso.
Tuttavia, lo stipendio netto di gennaio 2024 potrebbe essere comunque leggermente più alto rispetto a quanto percepito lo scorso mese. La ragione sta nella riforma fiscale che oltre a rivedere le aliquote Irpef - operazione che non comporta alcun vantaggio a chi ha un reddito fino a 15 mila euro - modifica le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente incrementando la soglia della no tax area.
Un’operazione che come vedremo non comporterà alcuno svantaggio sul fronte del trattamento integrativo (ex bonus Renzi), il quale viene pagato anche a una piccola parte di incapienti.
Busta paga, come cambiano le detrazioni sul reddito da lavoro
Nel 2023 la detrazione per i redditi da lavoro dipendente era pari a 1.880 euro entro i primi 15.000 euro.
Quest’anno, per effetto della riforma fiscale finanziata con la legge di Bilancio 2024, l’ammontare della detrazione viene rivisto al rialzo arrivando a 1.955 euro.
Anche con un reddito inferiore a 15.000 euro, quindi, si pagherà meno Irpef a parità di stipendio lordo, con lo stipendio netto che dunque risulterà leggermente più alto.
Di quanto aumenta lo stipendio netto
Nel 2023, così come quest’anno, su uno stipendio annuo fino a 15 mila euro si applica un’aliquota Irpef del 23%. La novità del 2024 è che la stessa aliquota si applica anche per i redditi compresi tra 15 mila e 28 mila euro (mentre lo scorso anno era del 25%), generando un risparmio fino a un massimo di 260 euro l’anno.
Come già specificato, però, la nuova aliquota Irpef non interessa chi ha uno stipendio che non supera i 1.153 euro annui, 15 mila euro annui appunto, in quanto sul reddito si continua a versare il 23% di Irpef. Al massimo, quindi, 3.450 euro l’anno, da cui va sottratta la detrazione passata da 1.880 a 1.955 euro.
Quindi, mentre nel 2023 il totale di Irpef dovuta su un reddito di 15 mila euro era pari a 1.570 euro, quest’anno scende a 1.495 euro. Il che avrà ovviamente ripercussioni sullo stipendio netto, per quanto l’aumento sarà comunque minimo: ne risulterà infatti un risparmio su base annua di 75 euro, all’incirca 5,70 euro in più ogni mese.
Ovviamente l’aumento ci sarà anche per gli stipendi più bassi, ma non per tutti: per chi già nel 2023 era incapiente, in quanto con reddito annuo fino a 8.175 euro (circa 628 euro di stipendio lordo mensile), non ci saranno differenze in quanto già lo scorso anno il valore della detrazione azzerava l’Irpef dovuta.
La nuova no tax area
Per effetto dell’aumento della detrazione cambia anche la no tax area nel 2024: non più 8.175 euro, bensì 8.500 euro annui come nel caso dei pensionati. Da quest’anno, quindi, non pagano Irpef in busta paga tutti coloro che hanno uno stipendio medio lordo di circa 653 euro.
Ovviamente nella fascia compresa tra 8.175 e 8.500 euro l’aumento non sarà sempre di 75 euro: questa infatti, sarà solo la misura massima. Ad esempio, per un reddito di 8.250 euro la nuova detrazione garantirà un risparmio di soli 17,50 euro annui.
Si perde il trattamento integrativo di 100 euro?
Siamo abituati a pensare che il trattamento integrativo, ex bonus Renzi, pari a 100 euro mensili in busta paga non spetti agli incapienti, ossia a chi non paga l’Irpef in quanto azzerata dalla detrazione per redditi da lavoro subordinato.
Tuttavia, nel 2024 non sarà così: vi è infatti una clausola di salvaguardia per coloro che sono diventati incapienti solo quest’anno.
Il diritto ai 100 euro viene quindi mantenuto per coloro che sono nella fascia di reddito compresa tra 8.175 e 8.500 euro, come pure ovviamente per chi supera questa soglia e resta dentro i 15 mila euro annui.
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