Aumentano gli stipendi con la legge di Bilancio 2024: ecco tutti gli importi aggiornati e le novità attese in busta paga.
La legge di Bilancio 2024 interviene in favore dei redditi da lavoro dipendente - e non solo - confermando molte delle misure di sostegno per gli stipendi già applicate nel 2023 e introducendone di nuove.
Il risultato è un aumento annuo che potrebbe arrivare a 1.000 euro rispetto a quanto percepito nel 2023.
Nel dettaglio, possiamo sintetizzare le novità per gli stipendi nelle seguenti misure:
- conferma dello sgravio contributivo;
- sgravio contributivo per le donne con almeno due figli;
- sgravio contributivo per chi resta al lavoro;
- riforma Irpef;
- detassazione fringe benefit;
- detassazione premi di risultato.
A ciò va aggiunta poi la possibilità di un bonus in favore dei dipendenti pubblici, nell’attesa che il rinnovo di contratto (triennio 2022-2024) si concretizzi.
Quel che interessa ai lavoratori ovviamente è capire di quanto aumenta lo stipendio grazie a queste misure: ad esempio c’è chi parla di bonus 100 euro al mese, quando in realtà la differenza tra le buste paga di quest’anno e quella in pagamento a gennaio prossimo potrebbe essere molto più bassa.
Ecco dunque tutti gli importi che, almeno secondo le prime stime, verranno garantiti dalle misure messe in campo dal governo per sostenere i redditi da lavoro al fine di contrastarne la rivalutazione dovuta all’inflazione.
Conferma sgravio contributivo
A oggi più di 500 contratti collettivi risultano scaduti: basterebbe quindi incentivare i rinnovi per garantire un aumento di stipendio ai lavoratori, ma vista la lentezza di queste operazioni il governo ha deciso di intervenire direttamente sul cuneo fiscale riducendo tanto la quota contributiva a carico dei lavoratori (9,19% nel privato, 8,80% nel pubblico) quanto le imposte.
La misura più importante, per la quale sono stati stanziati circa 10 miliardi di euro, è quella che conferma lo sgravio contributivo del 7% o 6% applicato nei confronti di coloro che hanno uno stipendio lordo che rispettivamente non supera i 1.923 euro (25 mila euro l’anno in prospettiva) e i 2.692 euro (35 mila euro l’anno).
Già in vigore da luglio 2023 (nel primo semestre dell’anno lo sgravio era pari al 2% e 3%), grazie a questa misura ne può risultare un aumento annuo fino a 100 euro. Va precisato però che questo aumento è già presente nelle buste paga e che quindi non ce ne sarà un altro a inizio 2024.
Tuttavia, dal momento che quest’anno lo sgravio verrà riconosciuto per tutti i dodici mesi di lavoro, più la tredicesima, ne risulterà un incremento maggiore rispetto a quello riconosciuto nel 2023.
Retribuzione lorda | Aumento mensile (già presente in busta paga) | Aumento complessivo 2024 | Differenza rispetto al 2023 |
---|---|---|---|
10.000 euro | 44,92 euro | 583,96 euro | 179,69 euro |
12.500 euro | 56,15 euro | 729,95 euro | 224,63 euro |
15.000 euro | 67,38 euro | 875,94 euro | 269,50 euro |
17.500 euro | 67,22 euro | 873,86 euro | 268,87 euro |
20.000 euro | 76,82 euro | 998,66 euro | 307,09 euro |
22.500 euro | 86,42 euro | 1.123,46 euro | 345,66 euro |
25.000 euro | 96,03 euro | 1.248,39 euro | 384,16 euro |
27.500 euro | 90,54 euro | 1.177,02 euro | 422,52 euro |
30.000 euro | 90,49 euro | 1.176,37 euro | 402,78 euro |
32.500 euro | 91,52 euro | 1.189,76 euro | 427,07 euro |
35.000 euro | 98,56 euro | 1.281,28 euro | 459,36 euro |
Sgravio contributivo per le donne con almeno due figli
Grazie allo sgravio contributivo suddetto, quindi, l’aliquota contributiva scende al:
- 2,19% (1,80% nel pubblico) per chi guadagna fino a 1.923 euro;
- 3,19% (2,80% nel pubblico) per chi supera questa soglia ma resta entro i 2.692 euro.
Queste aliquote possono essere ulteriormente abbattute per le lavoratrici che hanno almeno due figli. In tal caso, infatti, la quota contributiva viene interamente abbattuta, scendendo a zero.
Ne risulterà quindi un ulteriore risparmio, come indicato nella seguente tabella. Va detto però che questi importi sono lordi: bisogna infatti considerare la maggiore Irpef dovuta a causa di una base imponibile maggiore.
Importo stipendio | Aumento in busta paga mensile (settore privato) |
---|---|
1.000 euro | 21,90 euro |
1.100 euro | 24,09 euro |
1.200 euro | 26,28 euro |
1.300 euro | 28,47 euro |
1.400 euro | 30,66 euro |
1.500 euro | 32,85 euro |
2.000 euro | 63,80 euro |
2.500 euro | 79,75 euro |
2.692 euro | 85,87 euro |
Da chiarire se questa novità si applica solo in favore dei redditi fino a 35 mila euro oppure se anche per quelli che superano questa soglia, generando così un aumento mensile notevole. Quel che è certo è che per le madri con 2 figli lo sgravio si applica fino a quando il più piccolo compie 10 anni, mentre per quelle con almeno 3 figli fino al compimento dei 18 anni del più piccolo.
Sgravio contributivo per chi resta al lavoro dopo Quota 104
Nel 2024 viene anche confermato l’incentivo per chi resta al lavoro pur avendo raggiunto i requisiti di accesso alla pensione previsti da Quota 104 (oggi Quota 103). Al compimento dei 63 anni di età e con 41 anni di contributi, si potrà quindi decidere di andare in pensione oppure se continuare a lavorare abbattendo completamente la quota contributiva a proprio carico, generando così un aumento cospicuo mensile.
A differenza degli sgravi contributivi sopra indicati, però, in questo caso nessuno si fa carico della quota di contributi mancante con conseguenze negative sulla pensione futura.
Va sottolineato che a godere dello sgravio sono anche coloro che guadagnano più di 35 mila euro l’anno, con un vantaggio che può abbondantemente superare i 100 euro l’anno.
Revisione delle aliquote Irpef
Per tagliare il cuneo fiscale, ossia la differenza che c’è tra stipendio netto e lordo, il governo interviene anche sulle imposte sul reddito. Nel dettaglio, vengono rivisti scaglioni e aliquote Irpef, come indicato nella seguente tabella:
Scaglione | Aliquota 2023 | Aliquota 2024 |
---|---|---|
Fino a 15 mila euro | 23% | 23% |
Tra i 15 mila e i 28 mila euro | 25% | 23% |
Tra i 28 mila e i 50 mila euro | 35% | 35% |
Sopra i 50 mila euro | 43% | 43% |
Di fatto, c’è un risparmio del 2% dell’aliquota fino a oggi applicata nei confronti della parte di reddito compresa tra i 15 mila e i 28 mila euro, con un risparmio che può arrivare a 260 euro l’anno:
Importo lordo busta paga | Risparmio annuo 2024 |
---|---|
Fino a 15 mila euro | --- |
16.000 euro | 20 euro |
17.000 euro | 40 euro |
19.000 euro | 80 euro |
21.000 euro | 120 euro |
23.000 euro | 160 euro |
24.000 euro | 180 euro |
25.000 euro | 200 euro |
27.000 euro | 250 euro |
28.000 euro | 260 euro |
Tra i 28 mila e i 50 mila euro | 260 euro |
Sopra i 50 mila euro | --- |
Sopra i 50 mila euro di reddito, però, il taglio dell’Irpef non produrrà effetti in quanto viene compensato da una revisione delle detrazioni.
Detassazione premi di produttività
Vengono poi confermate due misure che potrebbero incentivare i datori di lavoro a riconoscere un aumento di stipendio, anche solo una tantum, ai propri dipendenti. La prima misura che si muove in questa direzione è la detassazione dei premi di produttività, già in vigore nel 2023 e confermata nel 2024. Anziché un’imposta al 10%, quindi, continua ad applicarsene una del 5% entro i 3.000 euro di premio.
Fringe benefit
Cambia ancora, invece, la disciplina per i cosiddetti fringe benefit. La normativa stabilisce che questi possono essere detassati fino a 258,30 euro, ma nel 2023 è stata introdotta un’agevolazione che ne innalza il limite a 3.000 euro per i soli lavoratori con figli.
Il prossimo anno, invece, le soglie di esenzione saranno pari a:
- 1.000 euro per tutti i lavoratori;
- 2.000 euro per i lavoratori con figli.
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