Busta paga, quando arrivano gli arretrati dello sgravio contributivo: cosa spetta, perché e importi

Simone Micocci

04/10/2022

Con lo sgravio contributivo aumentato al 2% arrivano anche gli arretrati in busta paga: ecco quando e di che importi si parla.

Busta paga, quando arrivano gli arretrati dello sgravio contributivo: cosa spetta, perché e importi

Pochi giorni fa l’Inps ha dato il via libera all’aumento dello sgravio contributivo da applicare sulla quota contributi a carico del dipendente, con il quale ne risulterà un incremento dello stipendio netto (a parità di lordo).

Per effetto di quanto stabilito dal decreto Aiuti bis, infatti, lo sgravio contributivo dello 0,8% introdotto dalla legge di Bilancio 2022 viene portato al 2%, con un risparmio ulteriore nella busta paga del dipendente che in questo modo potrà godere di una maggiore liquidità a fine mese.

La suddetta novità decorre dal mese di luglio e durerà fino a dicembre 2022, tredicesima compresa; spetterà al nuovo governo, guidato da Giorgia Meloni, trovare le risorse per confermarlo anche per il prossimo anno, altrimenti l’importo degli stipendi netti tornerà a scendere, situazione che sarebbe opportuno evitare in questo particolare periodo storico.

Tuttavia, molti datori di lavoro hanno iniziato a riconoscere lo sgravio contributivo solamente adesso, successivamente alla pubblicazione del relativo messaggio Inps. Ragion per cui nelle prossime buste paga bisognerà riconoscere anche gli arretrati del suddetto sgravio, provvedendo a una sorta di conguaglio dei mesi precedenti.

A tal proposito, nel messaggio Inps n. 3499/2022 il datore di lavoro trova le indicazioni su come, e quando, comunicare l’erogazione degli arretrati dello sgravio contributivo del 2% per i mesi non ancora riconosciuti, ossia per le mensilità comprese tra luglio e settembre 2022.

Cos’è lo sgravio contributivo del 2%

Prima di vedere a quanto ammontano gli arretrati nonché quando dovrebbero essere pagati, soffermiamoci sul concetto di sgravio contributivo. Grazie a questo strumento il legislatore ha provveduto ad aumentare lo stipendio netto a parità di lordo, quindi senza un aumento delle spese per il datore di lavoro.

Semplicemente, viene ridotta l’aliquota sulla quale si calcolano i contributi dovuti dal lavoratore, solitamente pari al 9,19% nel settore privato, senza però che ci siano conseguenze negative sulla pensione visto che sarà l’Inps a compensare il minor esborso.

È stata la legge di Bilancio 2022 a ridurre per prima la suddetta aliquota, portandola dal 9,19% all’8,39%, a fronte di uno sgravio dello 0,8% in vigore per tutto i 2022. Come detto sopra, però, con il decreto Aiuti bis la misura è stata potenziata, in quanto è stata portata al 2% nell’ultimo semestre del 2022.

Ciò significa che tra la busta paga di giugno e quella di luglio vi è un risparmio di un ulteriore 1,2%, il che comporta un nuovo aumento di stipendio.

Ad esempio, se per uno stipendio da 1.000 euro il vantaggio derivato dallo sgravio contributivo dello 0,8% si traduce in circa 8 euro in più sullo stipendio, da luglio si aggiungono altri 12 euro, con un risparmio complessivo quindi di 20 euro.

Ricordiamo però che lo sgravio contributivo in questione non si applica a tutte le retribuzioni, ma solamente sulle buste paga d’importo imponibile lordo inferiore alla soglia di 2.692 euro.

Sgravio contributivo al 2% e arretrati: le indicazioni dell’Inps

Con il messaggio n. 3499/2022 l’Inps ha informato i datori di lavoro rispetto alla novità suddetta, spiegando loro che la fruizione dell’esonero della nuova misura del 2% andrà esposta nelle denunce contributive a partire dal flusso di competenza di ottobre 2022.

Chi non lo ha ancora fatto, quindi, dovrà al più presto aggiornare il calcolo della busta paga portando lo sgravio contributivo dallo 0,8% al 2%.

Nello stesso messaggio si parla di arretrati. Come anticipato, infatti, bisognerà riconoscere al dipendente quanto non corrisposto nel periodo che va da luglio a settembre, qualora l’aliquota contributiva non fosse stata ancora aggiornata.

A tal proposito, il datore di lavoro dovrà esporre la fruizione piena dell’esonero al 2% per le mensilità di luglio, agosto e settembre nelle denunce contributive nei flussi di competenza di ottobre, novembre e dicembre 2022. Tre mensilità di arretatri dunque, circa 36 euro per chi guadagna 1.000 euro (lordi), 72 euro per chi ha uno stipendio da 2.000 euro e fino a un massimo di 97 euro per una busta paga di 2.692 euro.

Gli arretrati potranno essere erogati in un’unica soluzione oppure distribuiti tra i vari mesi, visto che c’è tempo da ottobre a dicembre. Viene quindi lasciata ampia discrezionalità al datore di lavoro, il quale - se non ha già provveduto all’adeguamento dell’aliquota contributiva - avrà tempo per erogare gli arretrati fino all’ultima busta paga dell’anno.

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