Entra nel vivo la trattativa Aran-sindacati per il rinnovo dei contratti dei dirigenti e dei professionisti della Pa, compresi i medici: presto potrebbero arrivare importanti aumenti di stipendio.
Per migliaia di lavoratori della Pubblica amministrazione sta per arrivare un importante aumento di stipendio, con tanto di arretrati. Si tratta di dirigenti e professionisti, oltre ai professionisti medici delle funzioni centrali. Il loro contratto è scaduto nel 2018 e ora è finalmente entrata nel vivo la trattativa tra Aran e sindacati per il rinnovo.
Il “nuovo” contratto è quindi valido per il triennio 2018-2021. Per questo motivo, una volta varato, insieme agli aumenti, che dovrebbero arrivare fino a circa 200 euro al mese in più, arriveranno anche gli arretrati. Questi sono decisamente corposi: si parla di migliaia di euro in arrivo con i prossimi stipendi.
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Le risorse disponibili per il rinnovo contrattuale sono pari a 37,5 milioni di euro al lordo degli oneri riflessi, calcolate su una massa salariale al 31 dicembre 2018, pari a 990 milioni di euro.
I nuovi aumenti di stipendio nella Pa
Secondo il primo accordo trovato tra Aran e sindacati, a far data dal gennaio 2021, le retribuzione dei dirigenti dell’area delle funzioni centrali della Pa saranno aumentate, una volta a regime, del 4%. Questo rispetto allo stipendio del 2018.
Per la precisione ci sarà un 3,78% di incremento percentuale secondo le risorse disponibili da distribuire tra retribuzione e salario accessorio. A questa somma si aggiunge un ulteriore 0,22%, disponibile per incrementare i fondi di produttività.
Stipendi, di quanto aumenta la busta paga di dirigenti e medici della Pa
Facciamo qualche esempio concreto. Un dirigente di prima fascia avrà un aumento mensile di 177 euro. Per uno di seconda fascia, invece, il guadagno aggiuntivo ogni trenta giorni sarà di 138 euro. Entrambi gli aumenti, ovviamente, valgono per tredici mensilità.
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Quanto valgono gli arretrati in busta paga
Come detto assieme agli aumenti mensili arriveranno anche gli arretrati in busta paga, che saranno particolarmente corposi. Per un dirigente di prima fascia si parla di circa 5mila euro. Per uno di seconda fascia 4mila. Queste somme verranno erogate con i nuovi cedolini appena verrà raggiunto l’accordo per il rinnovo contrattuale.
Le richieste dei sindacati all’Aran
Sia l’Aran che i sindacati, ora, sperano di arrivare a una rapida conclusione del negoziato. Secondo le associazioni di rappresentanza dei lavoratori, in ogni caso, bisogna “migliorare la disciplina degli istituti normativi, delle relazioni sindacali e degli istituti a carattere economico” del contratto dei dirigenti.
In uno scenario sicuramente difficile, accogliendo l’invito del presidente dell’Aran Vincenzo Naddeo, ad accelerare l’iter del negoziato, spiegano le sigle sindacali, “occorre sviluppare un metodo che ci consenta di individuare un percorso di miglioramento contrattuale complessivamente basato, dal punto di vista programmatico, sulla doppia vigenza 2019-2021 e 2022-2024, metodo che consentirebbe di chiudere in fretta il negoziato per il contratto 2019- 2021, utilizzando le risorse disponibili, per poi individuare un percorso da completare con il Ccnl successivo”.
Tra le varie cose i sindacati chiedono di: disincentivare il ritardo nella definizione degli obiettivi assunti dagli enti e dalle amministrazioni e prevedere momenti di valutazione e confronto intermedi; attribuire, nel caso di svolgimento di incarichi ad interim, un valore più elevato della retribuzione di risultato; prevedere anche per i dirigenti la possibilità di effettuare la prestazione lavorativa nella modalità di lavoro a distanza; disincentivare i ritardi delle amministrazioni in materia di erogazione dei premi di risultato; ampliare la possibilità della contrattazione integrativa di destinare gli incentivi per la mobilità territoriale.
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Il tavolo è stato aggiornato al prossimo 28 febbraio, quando l’Aran presenterà una prima bozza da sottoporre al negoziato e spera di trovare una soluzione che accontenti tutti.
La nuova riforma della Pa del governo Meloni
Nel frattempo il governo Meloni, tramite il ministero della Pubblica Amministrazione guidato da Paolo Zangrillo, starebbe lavorando a un intervento di semplificazione delle procedure delle relazioni industriali e della gestione del personale. L’obiettivo per tutta la Pa è scommettere sulla formazione, con focus su un sistema basato su valutazione e performance.
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