Congedo parentale, quanto spetta nei giorni di assenza? Ecco come effettuare il calcolo dell’indennità riconosciuta e quando effettivamente si può parlare di congedo parentale retribuito.
Il lavoratore dipendente che cerca le regole per il calcolo del congedo parentale potrebbe essere interessato sia all’importo spettante nei giorni in cui si usufruisce di tale congedo che alla verifica dei giorni residui.
Qui ci concentreremo sul primo aspetto, ossia su come fare per calcolare l’indennità spettante nei giorni in cui si usufruisce del congedo parentale, sottolineando che solamente in determinate condizioni al dipendente spetta un’indennità sostitutiva della retribuzione e che mai questa è pari al 100% dello stipendio. Ci sono, dunque, dei casi in cui si parla di congedo parentale retribuito, e altri, invece, di congedo parentale non retribuito.
Partiamo dal capire qual è la differenza tra questi due strumenti prima di approfondire le regole per il calcolo di quanto spetta in busta paga nei giorni di congedo parentale.
Congedo parentale: quando è retribuito e quando non lo è
Il congedo parentale è quello strumento di cui possono beneficiare i genitori lavoratori dipendenti per prendersi cura del bambino nei suoi primi 12 anni di vita e soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali.
Il congedo parentale può essere dunque richiesto da entrambi i genitori, nel rispetto di alcuni limiti. In totale, infatti, questo spetta per un periodo non superiore a 10 mesi, i quali possono diventare 11 se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno 3 mesi. Vi è un ulteriore limite di 6 mesi per la madre, 7 mesi per il padre.
Durante tale periodo ci si può astenere dall’attività lavorativa, tuttavia solamente in alcuni casi l’assenza oltre ad essere giustificata è anche retribuita. Nel dettaglio, possiamo parlare di congedo parentale retribuito quando:
- si usufruisce del congedo entro i primi 6 anni di vita del figlio. In caso di adozione o affidamento si considerano i primi 6 anni d’ingresso in famiglia. In ogni caso, però, anche se goduto entro i 6 anni, il congedo parentale è retribuito per un periodo complessivo di massimo 6 mesi (contando sia quanto fruito dal padre che dalla madre);
- si usufruisce del congedo oltre il limite delle 6 mensilità, a patto che il reddito individuale del genitore che ne fa richiesta è inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione. Questo nel 2022 è pari a 6.702,54€, quindi la soglia di reddito da non superare è pari a 16.756,35€ annui;
- si usufruisce del congedo tra i 6 e gli 8 anni del figlio, ma solo quando a richiederlo è il genitore con reddito individuale inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo.
Di conseguenza, non è retribuito invece il congedo parentale:
- oltre le 6 mensilità, quando a richiederlo è un lavoratore con reddito individuale superiore alle 2,5 volte il trattamento minimo;
- richiesto tra i 6 e gli 8 anni di vita del figlio nel caso di lavoratore con reddito individuale superiore alle 2,5 volte il trattamento minimo;
- richiesto tra gli 8 e i 12 anni di vita del figlio, indipendentemente dal reddito di chi ne fa richiesta.
Detto questo, possiamo vedere come si calcola l’indennità di congedo parentale che verrà riconosciuta in busta paga, così da farsi un’idea dell’importo spettante in tali circostanze.
Calcolo importo congedo parentale: quanto spetta in busta paga
Indipendentemente dalle condizioni, quando il congedo parentale è retribuito questo è sempre pari al 30% della retribuzione media giornaliera, la quale viene calcolata prendendo come riferimento il periodo di paga mensile scaduto e immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale.
In tale importo andranno considerati anche il rateo giornaliero relativo alla tredicesima, come pure altri premi o mensilità o trattamenti accessori eventualmente erogati in busta paga. Di fatto, si prendono in considerazione gli stessi elementi utilizzati per il calcolo dell’indennità da congedo di maternità e per l’indennità di malattia.
Per il calcolo della retribuzione media giornaliera bisogna quindi prendere la retribuzione percepita nel mese precedente, lorda, e dividere l’importo per 30; per ogni giorno di congedo parentale ne spetterà il 30% (ovviamente a patto di stare entro i suddetti limiti).
Esempi per un corretto calcolo del congedo parentale
Vediamo dunque alcuni esempi per capire come calcolare quanto spetta nelle giornate indennizzate dal congedo parentale.
Prendiamo il caso di Tizia, lavoratrice che da marzo 2022 richiede due mesi di congedo continuativi per il figlio di 4 anni. Questa ha già usufruito di 3 mesi di congedo, quindi è ancora entro il limite delle 6 mensilità.
Per il calcolo dell’indennità bisogna guardare allo stipendio di febbraio, pari in questo caso a 2.500 euro lordi. Di conseguenza, la formula da utilizzare è:
(2.500/30)*0,30
Il risultato è esattamente 25 euro per ogni giorno di congedo parentale richiesto.
A tal proposito è bene chiedersi: nei giorni di congedo si andranno a conteggiare anche eventuali festivi? Una risposta a riguardo ce la dà la Corte di Cassazione, la quale, con l’ordinanza n. 15633 del 22 luglio 2020, ha specificato che i giorni festivi vanno computati - e indennizzati - come periodi di fruizione del congedo parentale solo quando il dipendente si astiene dall’attività lavorativa nel giorno immediatamente precedente e in quello successivo. Quando il congedo è continuativo, dunque, anche festivi, domeniche e giorni di riposo in esso compresi saranno conteggiati come tali.
Mettiamo poi che la stessa lavoratrice richieda altri 2 mesi di congedo al termine del periodo suddetto, arrivando così a 7 mesi totali. L’indennità sarà riconosciuta solamente per i primi 30 giorni, in quanto il suo reddito è superiore alle 2,5 volte del trattamento minimo e dunque l’indennità spetta per sole 6 mensilità.
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