Le nuove regole dell’Ue per la transizione ecologica verso il goal zero emissioni (tra cui rientra il divieto delle caldaie) sono state approvate, ma con un accordo di flessibilità. Cosa sappiamo.
L’Europa ha raggiunto l’accordo sulle nuove regole per le prestazioni energetiche degli edifici. Dopo mesi di lavoro, iniziati a giugno, la revisione della Energy performance of buildings directive (Epbd), detta anche “direttiva Case green”, ha trovato la sua conclusione: una maggiore flessibilità per i Paesi.
Non mancano però anche obbiettivi rigidi, quali nuovi edifici a zero emissioni dal 2030, misure per contribuire a ridurre le bollette energetiche e combattere il cambiamento climatico e il tanto temuto divieto alle caldaie.
Cosa cambia con l’accordo europeo per la riduzione del consumo energetico?
La revisione della Energy performance of buildings directive (Epbd) non è solo obbligo di pannelli solari e divieto alle caldaie. Le nuove regole prevedono un passaggio a edifici con prestazioni energetiche sempre più efficienti entro i prossimi anni. Le misure approvate sono state commentate come “concrete per il miglioramento della vita”, ma anche capaci di portare alla riduzione delle bollette energetiche grazie ai nuovi stimoli green.
Il relatore dell’Europarlamento Ciaran Cuffe ha parlato di “risultato straordinario per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio a livello mondiale”. In Italia la maggiore flessibilità è stata ben accolta, in particolare dal presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa che ha confermato con soddisfazione l’approccio di buon senso rispetto al 12 ottobre, un “approccio che elimina gli obblighi diretti per i proprietari, lasciando agli Stati maggiori libertà d’azione”.
Tra le norme, non a caso, sbuca l’obbligo di installare i pannelli solari, ma solo sugli edifici pubblici e quelli non-residenziali di grande dimensione (ci sono delle eccezioni). Mentre per la fine degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili nelle abitazioni è stata posticipata dal 2035 al 2040.
Eliminazione delle caldaie a combustibili fossili
Gli Stati membri, secondo le direttive, dovranno adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento ed eliminare gradualmente i combustibili fossili dal riscaldamento e dal raffreddamento. L’obiettivo è quello di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040.
Gli Stati membri, come si legge nelle note del Parlamento europeo in merito alle decisioni prese, dovranno inoltre smettere di sovvenzionare le caldaie autonome a combustibili fossili a partire dal 2025.
Attenzione: saranno ancora possibili incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Quali sono le esenzioni dagli obiettivi di riduzione delle emissioni?
Non mancano flessibilità ed esenzioni alle nuove regole. Anche se tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal 2030, per quelli già di proprietà è chiesto agli Stati di mettere in atto misure per garantire una riduzione di emissioni almeno del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Cade l’obbligo di ristrutturazione per tutti gli edifici, residenziali e non, a favore invece di una ristrutturazione del 16% del patrimonio complessivo degli edifici.
Da questa somma sono esentati:
- gli edifici agricoli;
- le strutture storiche;
- (flessibilità) edifici dal particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei e le chiese e i luoghi di culto.
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