Il cane può essere sequestrato, ecco quando e cosa succede

Ilena D’Errico

3 Marzo 2025 - 00:11

Il cane può essere sequestrato. Ecco quando viene applicata la misura in tutela della collettività o dell’animale.

Il cane può essere sequestrato, ecco quando e cosa succede

Il cane è considerato dalla legge un essere senziente, pertanto non è equiparabile a un bene e non può essere pignorato in caso di posizioni debitorie. Allo stesso tempo, si tratta pur sempre di un animale, che non può comprendere né tanto meno rispettare le regole che ordinano la nostra società. Il cane non è quindi mai responsabile dal punto di vista legale delle proprie azioni, per quanto possano risultare dannose. Nonostante ciò, l’animale può essere sottoposto a sequestro.

Ciò avviene per la necessità di garantire la sicurezza pubblica altrimenti compromessa, ma anche per tutelare il cane stesso se vive in un ambiente non idoneo e in cui il suo benessere è compromesso. È sempre il proprietario, salvo particolari condizioni, a rispondere delle azioni dell’animale. L’eventuale sequestro non deve quindi essere visto come una misura punitiva, rappresentando solo lo strumento con cui intervenire in favore delle esigenze di salute e sicurezza di cittadini e animali. Per quanto spiacevole, quindi, il cane può essere sequestrato in varie ipotesi di reato e non solo. Ecco cosa c’è da sapere e cosa succede in questi casi.

Quando il cane può essere sequestrato

Il primo caso in cui il cane può essere sequestrato è quello in cui l’animale ha già creato alcuni disagi:

  • Lesioni alle persone.
  • Disturbo della quiete pubblica.
  • Danni a cose.

In questi casi, tuttavia, il sequestro non viene predisposto immediatamente ma soltanto se questo comportamento continua e si reitera nel tempo. Altrimenti, il cane può essere sequestrato anche in prima istanza se risulta evidente che non sussistono le condizioni per evitare la ripetizione del reato.

Quest’ultimo, comunque, va sempre in capo al proprietario il quale dovrà risponderne penalmente, proprio come se l’avesse compiuto personalmente. Una sentenza della Cassazione del 2020 conferma appieno l’applicazione di questo principio. Nel caso in esame, infatti, un cane è scappato dal recinto della sua abitazione e ha aggredito una persona e un altro cane.

La sentenza ha confermato ancora una volta i precedenti giurisprudenziali secondo i quali il padrone deve adottare tutte le cautele necessarie nella custodia degli animali. Il fatto che l’abitazione fosse privata e che fosse presente persino una recinzione, infatti, non ha impedito al cane di scappare e mettere in pericolo altre persone, questo vuol dire necessariamente che dovevano essere prese delle misure precauzionali più attente.

Cosa succede dopo il sequestro

L’animale sequestrato viene temporaneamente affidato a enti o associazioni competenti in materia, individuati direttamente dall’apposito elenco del ministero della Salute. Il soggetto che riceve l’affidamento ha l’obbligo di salvaguardare l’animale e renderne conto all’autorità, venendo comunque controllato periodicamente dall’Asl veterinaria. L’affidamento può diventare permanente, portare all’adozione da parte di un cittadino privato o essere revocato con restituzione al legittimo proprietario. Tutto dipende dalla responsabilità legale di quest’ultimo accertata dal giudice, nonché dalle condizioni dell’animale stesso.

La decisione della Corte ha quindi riconosciuto alla proprietaria del caso in esame la piena responsabilità delle lesioni personali provocate dal suo cane. In genere, il proprietario viene indagato anche per omessa custodia. L’articolo 672 del Codice penale, infatti, impone ai proprietari custodire con tutte la cautele necessarie gli animali pericolosi, pena la sanzione amministrativa da 25 euro a 258 euro.

Le responsabilità del cane altrui e la tutela dell’animale

L’articolo 672, peraltro, specifica che è presente lo stesso tipo di responsabilità anche quando la persona che è con l’animale lo sta semplicemente tenendo in detenzione, quindi anche in assenza di un rapporto di proprietà. Di conseguenza si può affermare che in linea generale il pieno responsabile è il proprietario, ma tale responsabilità passa temporaneamente al soggetto che accetta la detenzione (come un dog-sitter o un semplice amico che si offre di passare del tempo con il cane).

Lo stesso fattore si applica se il cane ha provocato disturbo alla quiete pubblica, anche in questo caso solo se l’azione si è ripetuta o il proprietario non può impedirla, ad esempio perché è costretto a passare molte ore fuori casa e non c’è nessuno che può badare al cane nel frattempo.

Esiste infine un’ultima eventualità, ossia quella in cui il sequestro è necessario per tutelare l’incolumità dell’animale. Questo avviene quando il proprietario copie il reato di maltrattamento, punito dall’articolo 544 ter del Codice penale con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi, oppure la multa da 5.000 euro 30.000 euro.

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