Carcere duro, è giusto abolire il 41 bis? Il sondaggio

Alessandro Cipolla

03/02/2023

Il sondaggio di Money.it: alla luce delle polemiche riguardanti il caso dell’anarchico Alfredo Cospito, sarebbe giusto abolire il regime carcerario duro del 41 bis?

Carcere duro, è giusto abolire il 41 bis? Il sondaggio

Carcere duro, è giusto abolire il 41 bis? Questo è stato il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai suoi lettori dopo le polemiche generate dal caso di Alfredo Cospito, l’anarchico da cento giorni in sciopero della fame che rischia di essere condannato all’ergastolo per aver messo delle bombe carta fuori dalla caserma dei Carabinieri di Fossano senza provocare feriti.

SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI

Come è stato ribadito più volte da Cospito, lo scopo della sua protesta non è l’avere un beneficio per se stesso, ma l’abolizione in toto del 41 bis in Italia forte della sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha giudicato questo regime carcerario contrario alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

I difensori del 41 bis invece hanno spiegato come il carcere duro sia uno strumento fondamentale per combattere la mafia e il terrorismo, con la sua abolizione che tra le altre cose andrebbe a scoraggiare i detenuti a pentirsi e a collaborare con la giustizia.

Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire il parere dei lettori in merito al delicato argomento dell’abolizione o meno del 41 bis.

Carcere duro: un sondaggio sul 41-bis

Il sondaggio di Money.it non è stato rivolto al caso specifico di Alfredo Cospito, ma più in generale sull’opportunità o meno di abolire in Italia il regime carcerario duro del 41 bis voluto fortemente ai tempi da Giovanni Falcone.

Su 56.000 persone attualmente in carcere in Italia, in totale sono poco più di 700 quelli sottoposti al 41 bis con il boss Matteo Messina Denaro che è l’ultimo dell’elenco; di questi solo 4 sono accusati di terrorismo - Alfredo Cospito è l’unico anarchico - e tutti gli altri invece di reati legati alla criminalità organizzata.

Chi è sottoposto a questo regime è detenuto in una cella singola e non ha accesso agli spazi comuni dell’istituto penitenziario, infatti anche l’ora d’aria avviene in totale isolamento.

La cella di un detenuto in carcere duro contiene un letto, un tavolo e una sedia inchiodata a terra ed è impossibile ogni forma di privacy. Chi è detenuto in questo regime non può possedere alcun oggetto personale, neanche un libro, salvo particolari concessioni che richiedono un lungo iter di approvazione. Il detenuto è sorvegliato dalla Polizia penitenziaria 24 ore su 24, mentre i contatti con le guardie carcerarie sono ridotti al minimo indispensabile. Sono estremamente limitati anche i colloqui con i familiari (anche relativamente alla corrispondenza), con gli avvocati e ogni altro contatto con l’esterno.

Per molti queste condizioni carcerarie sarebbero lesive dei diritti umani, ma finora il 41 bis non è stato mai toccato in Italia nonostante la sentenza della Corte europea dei diritti umani: il carcere duro e l’ergastolo ostativo infatti sono giudicati degli strumenti indispensabili in un Paese come il nostro per combattere la mafia e il terrorismo, senza i quali i più potenti e pericolosi boss mafiosi verrebbero trattati alla pari degli altri detenuti.

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