Carmela Grippa, deputata del M5s, spiega in un’intervista a Money.it quali sono i rischi conseguenti alle proteste dei camionisti per il caro gasolio e chiede al governo di intervenire subito.
Le proteste dei camionisti contro il caro gasolio rischiano di paralizzare parte del Paese. E la possibilità di “ripercussioni sull’approvvigionamento dei beni di prima necessità”, a partire da quelli del settore agro-alimentare, è concreta.
Carmela Grippa, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della commissione Trasporti della Camera, spiega in un’intervista a Money.it quali sono le possibili conseguenze per l’Italia delle proteste e del blocco dei tir contro il caro benzina e cosa è necessario fare per rispondere al problema.
Secondo la deputata pentastellata bisogna “accogliere le richieste dei camionisti” e trovare soluzioni reali contro il caro energia e carburanti. “Dobbiamo dare risposte concrete e urgenti”, sottolinea ricordando come la situazione possa anche peggiorare con il conflitto russo-ucraino.
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Il caro gasolio rischia di bloccare i tir italiani: cosa sta succedendo? Qual è attualmente la situazione considerando anche le proteste di questi giorni?
Dopo i momenti di tensione di ieri, la situazione ora è sotto controllo come confermato anche dal sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia dopo aver sentito i prefetti. Il rincaro dei prezzi di energia e gasolio sta purtroppo, ed effettivamente, mettendo in serie difficoltà le famiglie e le imprese con gravi ripercussioni per l’intera economia nazionale. Non ne sono immuni, innanzitutto, gli autotrasportatori che in questi giorni hanno deciso di mobilitarsi per chiedere attenzione e soluzioni nel breve termine.
Si preannunciano blocchi delle strade e camionisti fermi: in che modo bisogna rispondere alle proteste?
Per evitare il proseguire dei blocchi e delle proteste è indispensabile e necessario ascoltare il loro grido d’allarme e accogliere le loro richieste, anche con convocazioni ai tavoli tecnici, e trovare soluzioni concrete per non rischiare di penalizzare fortemente il settore dell’autotrasporto che è fondamentale per il Paese.
Il blocco potrebbe portare a uno stop al traffico delle merci: c’è davvero il rischio di avere gli scaffali dei supermercati vuoti? Quali possono essere, con questi blocchi, le conseguenze per l’economia e le aziende italiane?
Se si dovesse continuare con i blocchi, inevitabilmente ci sarebbero a cascata ripercussioni sull’approvvigionamento dei beni di prima necessità. Anche per questo bisogna lavorare presto e bene e con la massima attenzione. Le prime conseguenze potranno riguardare, come già annunciato dall’intero comparto del trasporto, il settore agro-alimentare con conseguenze facilmente immaginabili. La maggior parte del trasporto merci nel nostro Paese avviene su gomma e le proteste di questi giorni devono farci anche riflettere su un futuro riassetto della supply chain.
Qual è la richiesta che rivolgete al governo?
Fin dall’inizio abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo tecnico interministeriale. I temi sul tappeto sono tanti e non riguardano, purtroppo, solo il caro energia. Come commissione Trasporti abbiamo chiesto di indire un ciclo di audizione con i ministeri competenti coinvolgendo tutte le associazioni di categoria per recepire le loro istanze, ma soprattutto capire dai ministeri cosa intendono fare per interrompere le manifestazioni e quali provvedimenti adottare per risolvere il problema
E quali possono essere, a suo giudizio, le soluzioni da mettere in campo?
Dobbiamo dare risposte concrete e urgenti. Bisogna intervenire cercando di trovare un giusto equilibrio e compromesso per compensare il caro gasolio ma, in ogni caso, deve prevalere il senso di responsabilità e il buon senso tra tutti gli attori in campo. A complicare la situazione ora anche il conflitto russo-ucraino che sta già facendo impennare i prezzi dell’energia. Dobbiamo intervenire quanto prima per superare questo momento ma soprattutto dobbiamo immaginare soluzioni strutturali e di più grande respiro per l’intero comparto che vadano oltre l’attualità.
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