Gli Stati membri Ue danno il via libera alla direttiva case green, ma l’Italia vota contro. Quando costerà alle famiglie adeguare l’immobile?
Via libera alla direttiva case green dagli Stati membri Ue, a votare contro solo Italia e Ungheria, si sono astenute dal voto, invece, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Slovacchia e Croazia. La direttiva, ora, verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore 20 giorno dopo la pubblicazione, dopodiché si avranno due anni di tempo per il recepimento e per presentare un piano di riduzione dei consumi.
Proprio ora che si è tornati a parlare della direttiva, gli italiani hanno iniziato a chiedersi quanto costerà adeguare un immobile per il raggiungimento dei nuovi parametri di classe energetica fissati dal provvedimento.
La direttiva prevede che gli Stati membri riducano per gli edifici residenziali i consumi del:
- 16% – entro il 2030;
- 20-22% – entro il 2035;
Per raggiungere il 55% di questa riduzione è necessario che il 43% degli immobili siano ristrutturati e ci si riferisce a quelli con le prestazioni energetiche peggiori. Inoltre, dal 2030 i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Ogni Stato, in ogni caso, potrà decidere come raggiungere l’obiettivo e potrà prevedere di esentare specifici edifici dalle norme (ad esempio quelli storici o di culto).
Il patrimonio immobiliare italiano: quale classe energetica?
Secondo i dati snocciolati da Ance, sul territorio italiano circa il 35% degli immobili a uso residenziale appartiene alla classe energetica «G», il 25% risulta invece in classe «F». Questo significa che per adeguarsi ai nuovi standard europei sopra indicati occorrerà effettuare lavori di ristrutturazione sugli immobili intervenendo sulle caldaie, sugli infissi ma anche installando impianti alimentati da energie rinnovabili (es. pannelli fotovoltaici) o eseguire lavori di isolamento.
Stiamo parlando di lavori certamente non poco onerosi. Ma a conti fatti quanto dotrebbe costare questo adeguamento?
Vediamo subito quale spesa gli italiani dovrebbero affrontare per intervenire sugli immobili in modo da raggiungere l’efficientamento energetico previsto dalla direttiva case green.
Case green, qual è la situazione in Italia
Prima di soffermarci su quali potrebbero essere i costi da sostenere qualora la direttiva case green dovesse andare in porto, facciamo il punto sull’efficientamento energetico degli edifici in Italia. A questo proposito ci viene in aiuto Silvi Costruzioni Edili.
L’impresa ha esaminato la situazione del parco immobili italiano prendendo in considerazione i dati forniti dall’Enea, dall’Agenzia delle Entrate (Area Catasto), Istat, Icsr e PoliMi (Smart Building Report 2022).
Dai dati emerge che circa il 62% degli edifici a uso abitativo rientra nelle classi energetiche di tipo “F” o “G”, mentre il tasso di ristrutturazione raggiunge a malapena lo 0,9%. Per meglio intenderci, su 34 milioni di case accatastate ben 21 milioni ricadono nelle categorie energetiche più basse e dovrebbero quindi essere adeguate ai nuovi standard dettati dalla direttiva case green.
C’è da fare però una premessa: la classificazione energetica italiana differisce dal quella dell’Unione Europea per le classi «E» e «D». Dando uno sguardo all’Italia, infatti, il 74% delle abitazioni sono di classe energetica “E”, “F”, “G” e solo la rimanente parte (26%) di classe “D” o superiore.
Secondo una stima entro il 2030 saranno circa il 15% degli immobili in classe F e G a dover essere adeguati, mentre il 26% degli stessi dovrà essere adeguato entro il 2033. Nel giro di pochissimi anni oltre 500mila edifici pubblici e 5 milioni di edifici privati dovranno essere sottoposti a riqualificazione.
Case green, quanto costerà adeguare un immobile?
Si dovrà intervenire sugli immobili con una serie di lavori per abbassarne il consumo energetico. Occorrerà fare il cappotto termico, optare per l’installazione del fotovoltaico, sostituire infissi e caldaie.
Ma in soldoni quanto costerà adeguare un immobile, o meglio eseguire i lavori necessari per il raggiungimento dell’efficienza energetica stabilita dalla direttiva green?
La riqualificazione dell’immobile porterebbe a sostenere una spesa variabile da 20.000/30.000 euro a 60.000 euro per ogni singolo appartamento.
Fare stime più precise non è facile perché non si sa ancora come saranno selezionati gli edifici su cui si dovrà intervenire prima. Da tenere conto, poi, che il 31 dicembre 2024 termineranno le agevolazioni previste con il bonus ristrutturazione e con l’ecobonus e in mancanza di nuove disposizioni in materia di bonus edilizi, le spese di riqualificazione degli immobili ricadrà interamente sulle spalle dei proprietari, e non è detto che tutti abbiano le possibilità economiche per affrontarle.
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