Cashback, quali sono le possibili novità in arrivo col Governo Draghi? In attesa del programma del nuovo Presidente del Consiglio, vediamo quali sono le ipotesi in campo, e come il rimborso del 10% per i pagamenti elettronici potrebbe cambiare forma.
Cashback, cosa succede col Governo Draghi? Sono ore di lavoro concitato in vista della formazione della nuova squadra di governo, che dovrà essere presentata entro mercoledì e ottenere la fiducia dalle Camere.
Tante le questioni da affrontare: dalla gestione delle misure per il controllo della pandemia agli aiuti per i lavoratori, oltre alle scadenze da rispettare per gli impegni con l’Europa. Nel frattempo il decreto Ristori 5 è stato messo in stand-by, eppure sono tantissimi gli ausili economici che dipendono da questo provvedimento.
In una situazione del genere il cashback assume ben altra rilevanza, eppure è stata tra le priorità del Governo Conte, insieme alla lotteria degli scontrini e al super cashback: il “trittico” per la lotta all’evasione fiscale.
Cosa succederà ora col Governo Draghi? Vediamo quali sono le possibili novità in arrivo.
Cashback, che succede col Governo Draghi?
Per ora tutto quello che possiamo fare sono ipotesi: il Governo Draghi è ancora in fase di definizione e ancora non si conosce nel dettaglio il suo programma. Per ora il documento è ancora in bozza, e non vengono prese posizioni circa il cashback di Stato.
Le priorità fiscali in questo momento sono altre, come la riforma dell’Irpef, per andare incontro alle famiglie dai redditi medio-bassi, ma in generale lo scopo è quello di alleggerire la pressione fiscale rispettando il principio di progressività ed equità.
Ma come hanno sottolineato sia i commercialisti che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, per la riforma fiscale non ci sono abbastanza fondi: per quanto gli obiettivi del Governo Conte fossero condivisibili, le risorse appaiono insufficienti. Degli 8 miliardi stanziati dall’apposito fondo per la riforma fiscale, infatti, 5 miliardi andranno all’assegno unico per i figli a carico.
Nel 2021 quindi ci sarebbero solo 3 miliardi di euro con cui strutturare la riforma fiscale. Non si può escludere, per ora, che le risorse stanziate per il cashback potrebbero venire “spostate” sulla riforma fiscale, ma non prima di giugno: ormai il bonus bancomat è in gioco e almeno i primi rimborsi (a parte quelli del periodo sperimentale di dicembre) dovrebbero essere erogati.
Cashback, le possibili novità in arrivo col Governo Draghi
Il cashback di Stato potrebbe però anche non essere depauperato delle proprie risorse ma “semplicemente” cambiare forma, o meglio, potrebbe essere aggiustato il tiro.
Per quanto ormai l’app IO proceda a pieno regime, anche per quanto riguarda la classifica del super cashback, ci sono ancora vari bug da mettere a punto.
Per esempio, l’app IO riconosce come valide le ricariche alla Postepay dal proprio conto -quindi un semplice spostamento di soldi viene visto come transazione- oppure non si accorge dei resi effettuati con i contestuali rimborsi (e così il cittadino si trova con il rimborso e col cashback del 10%).
Il cashback, lo ricordiamo, è nato come incentivo ai pagamenti elettronici per provare a estirpare la piaga dell’evasione fiscale, che ogni anno lascia un buco nelle casse statali di 100 miliardi di euro.
Basterebbe quindi implementare le funzioni dell’app, e fare in modo che non vengano sprecati miliardi di euro in rimborsi non spettanti. Non sappiamo come il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi deciderà di gestire la questione cashback, ma una cosa è certa: farà whatever it takes per raggiungere il risultato prefissato.
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