Cashback, è possibile anche il rimborso senza acquisti, ma si tratta di un bug del sistema: tramite reso o ricarica Postepay si ottiene comunque l’accredito del 10%.
Cashback, rimborso senza acquisti: Striscia la notizia segnala un bug nel sistema, che permette ai contribuenti di ottenere in ogni caso il 10% anche senza aver effettivamente comprato nulla.
Ci spieghiamo meglio: ci sono un paio di “trucchetti” che permettono ai cittadini di vedersi accreditato comunque il cashback, anche se non hanno effettivamente acquistato niente.
Le segnalazioni sono arrivate al Tg satirico in onda su canale5 dai cittadini stessi: vediamo di che si tratta.
Cashback, rimborso senza acquisti: c’è un bug nel sistema
Fatta la regola, trovato l’inganno: nemmeno il bonus bancomat è esente. I cittadini che vogliono partecipare al cashback di Stato infatti hanno trovato il modo di ottenere comunque il rimborso del 10%, ma senza aver comprato nulla.
Striscia la notizia ha raccolto le segnalazioni e ha effettivamente provato che c’è un bug del sistema. Due i metodi (insomma, le truffe) scovate finora, che consentono di vedersi accreditato il 10% anche senza aver fatto acquisti.
Il primo metodo è quello del reso. Basta comprare qualcosa con mezzi di pagamento tracciabile registrati al cashback e poi si effettua il reso: l’esercizio commerciale provvede al rimborso, ma l’app IO nel frattempo ha registrato l’accredito del 10% e “non si accorge” della restituzione delle somme da parte del negozio.
Cashback, rimborso senza acquisti: i metodi dei “furbetti”
Il secondo metodo invece è quello della ricarica della propria Postepay. Basta semplicemente ricaricare tramite POS la propria Postepay, cioè spostare i soldi da una carta all’altra, e il sistema cashback “riconosce” questa operazione come un pagamento.
Una semplice ricarica, che quindi non prevede alcun acquisto ma solo uno spostamento di soldi dal proprio conto alla Postepay, viene accreditata tra i rimborsi del cashback.
Si tratta insomma di un bug del sistema, che speriamo venga risolto il prima possibile: se tutti gli iscritti al Programma Cashless decidessero di usare questi “trucchetti” per aggirare le regole non basterebbero i miliardi stanziati dal Governo per i rimborsi.
Verrebbe meno non solo la lotta all’evasione fiscale, ma anche l’aiuto dato ai commercianti (visto che non si acquista nulla), oltre a essere un enorme spreco di soldi pubblici.
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