La Russia continua a bombardare le città ucraine. Per farlo si è insediata nella centrale nucleare più grande d’Europa. Ecco cosa sappiamo sulla nuova base missilistica russa.
Prosegue la guerra in Ucraina e, mentre l’attenzione generale è fisiologicamente calata per far spazio a problematiche nate in seguito all’invasione russa e alle sanzioni europee e non, proseguono anche i bombardamenti. Questi stanno partendo dalla più grande centrale nucleare d’Europa: Zaporizhzhia. La centrale nucleare è occupata dai russi fin dalle prime settimane del conflitto, quando la battaglia per la sua conquista aveva fatto tremare il mondo, in particolare l’Europa, per la paura delle conseguenze in caso di danneggiamento della struttura.
Al momento oltre 500 soldati russi pattugliano e occupano la struttura dove vengono accolti camion di attrezzatura e rifornimenti e da cui partono, grazie ai sistemi missilistici installati, i bombardamenti verso la sponda opposta del fiume Dnipro (Dnepr in ucraino). La situazione è quindi piuttosto tesa, perché il posizionamento delle truppe e dei sistemi missilistici all’interno della centrale nucleare impedisce una contromossa nel tentativo di bloccare i bombardamenti verso le città a portata del raggio d’azione dei missili. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zalensky l’aumento dei bombardamenti in questi ultimi frangenti di guerra sono dovuti alla sensazione di inferiorità dei russi, che percepiscono la crescente forza ucraina. Per questo Zelensky parla di “tentativo di fare pressione su di noi, fare pressioni sulla nostra società, intimidire le persone” e “causare il massimo da una città ucraina”.
Il presidente ucraino ci tiene anche ad invitare i cittadini a fare attenzione agli allarmi antiaerei, così da avere il tempo di mettersi a riparo. Questo perché nelle ultime ore sono in aumento i bombardamenti. Si parla di almeno 54 obiettivi civili colpiti dai russi solo nella regione Ucraina di Donetsk. Tra gli edifici colpiti si contano 36 case, una scuola, uno stadio, un impianto chimico, linee dell’energia elettrica e una torre dell’acqua. Difficile fare un bilancio degli ultimi attacchi, al momento l’aggressione a Dnipro ha causato almeno 3 morti e 15 feriti, mentre nell’attacco che ha colpito la città di Vinnytsia sarebbero morte 23 persone, tra cui 3 bambini e si contano oltre 100 feriti.
I russi stanno usando una centrale nucleare come base: cosa sta succedendo
Uno dei primi obiettivi dell’avanzata russa in Ucraina è stata la conquista della centrale nucleare di Zaporizhzhia . È da questa centrale che oggi la Russia controlla parte del territorio, infatti la centrale stessa è utilizzata come base per lo stoccaggio di armi, tra cui i sistemi missilistici usati per bombardare le zone circostanti. Pedro Kotin, il responsabile dell’agenzia nucleare Ucraina Energoatom, ha confermato la presenza di oltre 500 soldati russi.
Kotin, in un’intervista televisiva, ha precisato che la situazione è estremamente tesa poiché i russi stanno portando nella centrale nucleare più grande d’Europa i loro equipaggiamenti, accumulando materiale esplosivo all’interno di una zona pericolosa, per quanto la struttura rimane sicura per via di una serie di strumenti di sicurezza che si attivano in caso di emergenza.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia usata per bombardare: le città colpite nelle ultime ore
Non hanno mai smesso di suonare gli allarmi antiaerei in Ucraina, ma nelle ultime 24 ore sono stati molteplici i bombardamenti sulle strutture civili. Le forze russe hanno lanciato diversi attacchi missilistici, colpendo nuovamente Odessa, la città di Vinnytsia e Nikopol. In totale contro almeno 54 obiettivi civili solo della regione Ucraina di Donetsk.
Su tutto il territorio si contano decine di morti e centinaia di feriti, che si aggiungono al numero totale di morti civili, compresi i minori. In risposta ai continui attacchi il presidente ucraino ha voluto condividere su i suoi social una considerazione. Zalensky ha spiegato, con il solito tono risoluto, che gli ucraini ricostruiranno l’Ucraina, mentre la Russia pagherà per generazioni l’aggressione compiuta.
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