Che fine hanno fatto la fase 1, 2 e 3?

Isabella Policarpio

12 Febbraio 2021 - 12:53

Fase 1, 2 e 3 dell’emergenza coronavirus, che fine hanno fatto e perché non se ne parla più? Vediamo in che fase è l’Italia adesso.

Che fine hanno fatto la fase 1, 2 e 3?

Prima che entrassero in vigore la zona gialla, arancione e rossa, esistevano le “fasi di rischio epidemiologico” ovvero la fase 1, 2 e 3 di cui si è ampiamente parlato nei mesi scorsi, specie all’inizio dell’estate.

Da diverso tempo, invece, le “fasi” sembrano sparite, tanto che qualcuno mette in discussione la loro validità. Chi fine hanno fatto e in quale fase si trova l’Italia in questo momento?

Posto che la fase 1 - per fortuna - è un ricordo del passato, adesso l’Italia si trova nella fase 2 o 3? Questa classificazione è ancora valida e cosa farà il nuovo governo guidato da Mario Draghi? Ecco un approfondimento.

Fase 1, 2 e 3: quando sono nate e sono ancora valide?

Le fasi di rischio hanno fatto il loro ingresso il 1° aprile dello scorso anno, durante la conferenza stampa del premier dimissionario Giuseppe Conte che annunciava la proroga delle misure anti-Covid adottare fino a quel momento.

In quella sede, l’ex Presidente del consiglio ha illustrato gli scenari che si sarebbero verificati da lì a pochi mesi. Governo e autorità scientifiche hanno individuato tre distinte fasi, in base alle restrizioni in vigore, alle attività in funzione e al momento in cui si sarebbe tornati alla vita normale. Allora nessuno poteva immaginare che l’emergenza coronavirus avrebbe avuto una durata così ampia.

La fase 1 è quella che ha interessato il Paese durante il cosiddetto lockdown, dall’8 marzo al 9 maggio 2020; questa fase è stata la più drammatica, con notevoli restrizioni alle libertà personali, servizi e negozi chiusi ad eccezioni di quelli essenziali.

Segue la fase 2, quella di convivenza con il virus, in cui attività produttive, negozi e servizi ripartono (seppur con delle limitazioni) ed è concessa la libertà di movimento sul territorio, ad eccezione delle zone più a rischio.

Ultima la fase 3, che segna l’uscita dall’emergenza sanitaria e il ripristino della normalità, con ingenti interventi economici di rilancio dell’economia. In questa fase i decessi si riducono notevolmente e gli ospedali non sono più sotto pressione.

Anche se non se ne parla quasi più, il governo non ha mai eliminato la classificazione in fasi di rischio che, per tale ragione, si considerano ancora in vigore.

In quale fase ci troviamo adesso?

Posto che le fasi sono ancora valide e coesistono con la tripartizione in zona gialla, arancione e rossa (che risale al Dpcm 3 novembre 2020), in quale fase dell’emergenza si trova l’Italia al momento?

Partiamo con ordine. Con la riapertura delle regioni, il bonus vacanza e la possibilità di andare al cinema e a teatro, il decreto dell’11 giugno 2020 ha fatto sperare nell’ingresso nello scenario 3.

Ma si trattava di un’illusione: le autorità non hanno mai inaugurato la fase 3 e, ad oggi, l’Italia è ancora nella fase 2, cioè quella di convivenza con il virus. Lo dimostra il fatto che in diverse regioni la curva epidemiologica è in peggioramento, cresce la pressione nelle terapie intensive e gli spostamenti interregionali sono ancora vietati (se non per motivi di salute, lavoro e necessità).

Quando c’è la fase 3 e cosa farà il governo Draghi?

Non è possibile indicare una data esatta, dato che l’ingresso nella fase 3 tiene conto dell’evolversi della situazione epidemiologica nazionale e internazionale, in continua evoluzione.

Lo stato delle vaccinazioni svolge un ruolo fondamentale per abbreviare la permanenza nella fase 2 e favorire l’entrata nelle 3, ed è proprio su questo punto che il governo Draghi dovrà concentrare gli sforzi.

Fase 3 vuol dire ripristino della situazione quo ante, precedente alla diffusione del coronavirus, e riguarda il territorio nazionale nella sua interezza. Per questo si dovrà aspettare che tutte le regioni escano dall’emergenza e raggiungano la tanto agognata “zona bianca”.

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