Chi cresce di più in Europa? Sorpresa Italia e Germania

Violetta Silvestri

30/04/2024

I dati preliminari sul Pil del primo trimestre hanno allontanato lo spettro della recessione in Eurozona, con performance positive. Sorprese da Italia e Germania, quanto crescono?

Chi cresce di più in Europa? Sorpresa Italia e Germania

La zona euro è uscita dalla recessione con una crescita molto più rapida del previsto, trainata dalle sue quattro principali economie. Questo è emerso dai dati preliminari sul Pil del primo trimestre 2024.

Le prospettive per il blocco di 20 nazioni stanno migliorando dopo che la produzione è stata affondata dall’elevata inflazione, dall’aumento dei tassi di interesse e dalla debole domanda globale. A contribuire al rilancio della regione è la Germania, che ha visto un seppur modesto aumento del +0,2% del Pil. Anche il probabile avvio dell’allentamento monetario da parte della Banca Centrale Europea dovrebbe dare una spinta a partire da giugno.

Buona la performance dell’Italia, con il Pil che è cresciuto dello 0,3% nel periodo gennaio-marzo, secondo quanto riportato dall’ISTAT, ben al di sopra delle previsioni di crescita dello 0,1%.

L’Europa allontana la recessione e cresce: tutti i dati sul Pil

Dopo la contrazione nella seconda metà del 2023, l’espansione del primo trimestre in Eurozona è avvenuta grazie ai risultati incoraggianti di Germania, Francia, Italia e Spagna, che hanno tutte superato le aspettative degli analisti.

Nello specifico, la crescita economica della Francia ha accelerato nel primo trimestre di quest’anno, battendo le aspettative con un +0,2%; il Portogallo è cresciuto a un ritmo costante all’inizio di quest’anno con un +0,7% nel primo trimestre del 2024, lo stesso tasso del quarto trimestre del 2023, ed è stato maggiore dell’1,4% rispetto a un anno fa; Il Pil austriaco è cresciuto dello 0,2% nel primo trimestre di quest’anno, meglio dello 0,1% previsto dagli economisti; Il Pil spagnolo è aumentato dello 0,7% nel primo trimestre di quest’anno con una crescita piuttosto rapida rispetto al +0,4% stimato dagli economisti.

Degna di nota è la performance della Germania. L’economia tedesca ha evitato la recessione all’inizio dell’anno, crescendo modestamente ma più del previsto grazie agli investimenti nell’edilizia e nelle esportazioni, secondo i dati preliminari pubblicati martedì. Il Pil ha mostrato un aumento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti in termini corretti. Gli analisti intervistati da Reuters avevano previsto un aumento dello 0,1%.

La più grande economia d’Europa è stata la più debole tra le maggiori della zona euro lo scorso anno, a causa degli alti costi energetici, dei deboli ordini globali e dei tassi di interesse record. Anche se si prevede che l’inflazione diminuirà quest’anno, si stima che la crescita rimarrà relativamente debole, con un Pil in salita di appena l’1,0% nel 2025.

Carsten Brzeski , responsabile globale della macroeconomia di ING, ha commentato: “Le parole “ottimismo” ed “economia tedesca” riunite in una sola frase sono ormai da tempo una rarità. Tuttavia, da alcune settimane, l’ottimismo è tornato nell’economia tedesca. I dati odierni sulla crescita del Pil rappresentano quasi solo il naturale passo successivo verso indicatori di sentiment più forti e una ripresa dell’attività dall’inizio dell’anno”.

L’Italia cresce più delle stime

Per quanto riguarda la nostra nazione, il Pil preliminare del primo trimestre ha mostrato un terzo trimestre consecutivo di crescita, anche se l’economia italiana è “solo” dello 0,6% più grande rispetto a un anno fa.

L’ISTAT ha commentato:

“La variazione congiunturale è il risultato di un aumento del valore aggiunto nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, in quello dell’industria e dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo da parte della componente interna (al lordo della variazione delle scorte) e positivo da parte della componente estera netta.”

Simona Delle Chiaie, economista per Bloomberg, ha specificato che l’Italia è cresciuta più del previsto sia a livello annuale che trimestrale grazie soprattutto al contributo più forte del previsto proveniente dal commercio netto, mentre la domanda interna probabilmente è rimasta contenuta. “Il comunicato potrebbe comportare alcuni rischi al rialzo per le nostre attuali previsioni di crescita annuale, ma non altera il quadro di continua debolezza della domanda interna e della spesa al consumo in particolare.”

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