Chi è George Pell, il cardinale al centro della bufera

Marco Ciotola

27/02/2019

È considerato la terza figura più importante del Vaticano, ma al momento la sua autorità è seriamente messa in discussione da diversi episodi di molestie ai danni di minori. Ecco chi è George Pell e i motivi dell’attuale scandalo che lo riguarda

Chi è George Pell, il cardinale al centro della bufera

Un terremoto sta scuotendo dall’interno il Vaticano. Uno dei maggiori esponenti del clero a livello mondiale è stato infatti condannato per stupro e molestie. Chi è quindi George Pell, e come si è arrivati alla circostanza che sta agitando la chiesa?

Al centro della vicenda, risalente al lontano 1996, ci sono diversi episodi di stupro e abusi sessuali per cui Pell è stato ufficialmente condannato, altri per cui è attualmente a processo e altri rimasti solo sul piano delle accuse, per mancanza di prove sufficienti.

Solo qualche giorno fa, il Papa ha riconosciuto la responsabilità diretta della chiesa nel non aver saputo vigilare e impedire che simili circostanza avvenissero proprio dall’interno.

Ma in linea generale il comportamento dei vertici del Vaticano resta sempre al centro di enormi accuse per la mancanza di fermezza nelle reazioni, visti i semplici spostamenti di parrocchia in parrocchia molte volte presi di mira dagli stessi media.

Vediamo allora chi è George Pell, da dove viene e cosa può rappresentare la sua vicenda per il futuro della chiesa.

Chi è George Pell?

Australiano, 77 anni, George Pell rappresenta la figura più alta all’interno del Vaticano ad aver ricevuto una condanna per stupro e abusi su minori.

Pell è cardinale e arcivescovo. Dal febbraio del 2014 ricopre il ruolo di prefetto della Segreteria per l’economia, dopo che l’anno precedente papa Francesco lo aveva inserito nel Consiglio dei cardinali. Quest’ultimo ha il compito di supportare il pontefice nel suo operato quotidiano e in tutte le decisioni chiave. Ha coperto l’incarico fino al 12 dicembre del 2018.

Nel corso degli anni ha espresso con forza le sue idee contrarie all’omosessualità e a ogni tipo di diritto per gli omosessuali: dal matrimonio fino all’adozione. In più d’una occasione ha affermato che l’omosessualità non esiste, si tratta solo di una distorsione del comportamento che va scoraggiata in ogni modo.

La prima diffusione di accuse ufficiali per Pell risale al giugno del 2017. Tra i reati c’è quello di stupro. A dicembre del 2018 arriva la sentenza di colpevolezza, per abusi su due 13enni, commessi tra il 1996 e il 2001, con verdetto unanime da parte dei 12 membri della giuria.

Pell, che si è sempre dichiarato innocente, rischia 50 anni di carcere. È stato inoltre accusato, negli anni, di aver insabbiato le indagini, anche quelle relative a diverse altre figure a lui vicine, e aver spinto verso politiche di bassi risarcimenti alle vittime di abusi.

Proprio nella giornata odierna si è visto revocare la libertà su cauzione dalla County Court di Melbourne, circostanza che lo costringerà in carcere presso la Assessment Prison fino alla sentenza definitiva del 13 marzo.

Contestatissime nelle ultime ore le parole dell’avvocato di Pell, che nel confermare la violenza del suo assistito ha provato a sminuire le circostanze, sottolineando che se nessuno dei ragazzi ha immediatamente raccontato la cosa può voler dire che non l’avevano letta come una reale molestia.

Come è emerso dalla sentenza

Dalla sentenza è emerso che le due vittime, entrambe 13enni, sono state violentate in una delle stanze della cattedrale di Melbourne. Uno dei due è stato molestato anche in un secondo momento, a distanza di circa un anno.

Nel 2014 uno dei due è morto a seguito di un’overdose, portando la famiglia a ritenere l’uomo responsabile delle sofferenze e del difficile percorso di vita che ha affrontato il ragazzo a seguito dell’episodio.

L’altro ha evidenziato le umiliazioni subìte e le grosse difficoltà a livello psicologico, aggravate da un processo “lungo e stressante”.

Pell avrebbe commesso gli abusi all’interno della sagrestia, a brevissima distanza temporale l’uno dall’altro. Dopo un anno avrebbe toccato nelle parti intime uno dei due, dopo averlo fermato all’interno di un corridoio

Un altro processo che vedeva Pell imputato per molestie risalenti agli anni ’70 si è chiuso per insufficienza di prove a testimonianza dei fatti.

Il padre del ragazzo abusato e poi anni dopo deceduto per overdose ha intentato una causa contro la Chiesa cattolica.

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