Chi guadagna di più tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori?

Flavia Provenzani

21/04/2023

Chi guadagna di più tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori? Ecco perché un confronto è impossibile, anche guardando ai dati del Mef appena pubblicati.

Chi guadagna di più tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori?

Sono più «ricchi» i dipendenti o i lavoratori autonomi o titolari di partita Iva? Chi guadagna di più, anche alla luce di tutti i vantaggi - fiscali e previdenziali - dedicati ad una e all’altra categoria?

È uno scontro - una «battaglia tra poveri», qualcuno potrebbe dire - che dura da decenni, ma che negli ultimi anni è riuscito a penetrare ancora di più nel malcontento generale, complice la rivoluzione che il mondo del lavoro sta subendo a partire dalla pandemia.

Se da una parte i lavoratori dipendenti continuano a soffrire di stipendi netti incapaci spesso di coprire anche solo le spese ordinarie - dal mutuo alla spesa, dalla rata della macchina alle bollette - e attaccano autonomi e Partite Iva per la possibilità (del tutto illegale, ricordiamolo) che hanno di «lavorare in nero», dall’altra imprenditori e lavoratori autonomi condannano la mancanza di tutele, stabilità, orari definiti, tipici invece del lavoro subordinato, senza dimenticare l’ammontare delle tasse da pagare e il sistema di saldo e acconto.

Definire chi ha ragione è impossibile, ma a quanto pare anche capire chi guadagna di più tra lavoratori dipendenti e autonomi è una guerra contro i mulini a vento. Eppure, ogni anno entrambe le categorie sono tenute a dichiarare i redditi o l’Iva o, almeno, l’Agenzia dell’Entrate è in possesso di tutte le informazioni utili alla creazione di un report che definisca nel dettaglio i dati medi delle dichiarazioni dei redditi, tra Irpef e Iva.

Perché, allora, capire chi guadagna di più tra dipendenti ed autonomi è impossibile?

Chi guadagna di più tra autonomi, dipendenti e imprenditori in Italia?

Tutto quel che abbiamo è un report del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze), pubblicato il 20 aprile 2023, in cui si riferiscono i dati 2021 su dichiarazioni Irpef e Iva dove si evince un’apparente differenza abissale tra il reddito medio dichiarato dai dipendenti e il reddito dei lavoratori autonomi e degli imprenditori in contabilità ordinaria/semplificata.

Dichiarazioni dei redditi persone fisiche (Irpef) e dichiarazioni IVA per l’anno di imposta 2021
Fonte: MEF

Più nel dettaglio, il Mef riferisce che nel 2021 sono stati circa 41,5 milioni i contribuenti a presentare le dichiarazioni dei redditi soggetti ad Irpef, per un aumento dello 0,8% rispetto all’anno precedente. Da queste lo Stato ha incassato un’imposta netta di 171 miliardi di euro, per un aumento del 7,4% rispetto al 2020, su un totale di oltre 912,4 miliardi di euro di reddito complessivo dichiarato dai cittadini italiani. Di questo, l’83,2% è composto da redditi da lavoro dipendente e da pensione, e il restante 16,8% è rappresentato da redditi da lavoro autonomo e di impresa individuale. Di conseguenza, la media di reddito tra tutti coloro che hanno dichiarato ai fini Irpef ed Iva è di 22.540 euro.

Nel 2021 i contribuenti che hanno dichiarato Iva - lavoratori autonomi e titolari di ditte individuali - sono stati 4,2 milioni, per un volume d’affari totale di 3.881 miliardi di euro, in rialzo del 21,5% rispetto al 2020, anno dello scoppio della pandemia. La base imponibile è stata di 746,2 miliardi, mentre l’Iva versata di 112,5 miliardi di euro.

Per quanto riguarda i guadagni medi per categoria - dati che potrebbero rispondere alla domanda «chi guadagna di più tra dipendenti e autonomi?» ma che invece risultano viziati e parziali, come vedremo più avanti, sono stati i seguenti:

CategoriaReddito medio 2021
Lavoratori autonomi 60.520 euro
Imprenditori in contabilità ordinaria 47.750 euro
Imprenditori in contabilità semplificata* 21.690 euro
Lavoratori dipendenti 21.500 euro
Pensionati 18.990 euro

*La contabilità semplificata è il regime fiscale ordinario per le imprese minori, che non hanno la possibilità di applicare regimi di vantaggio come il regime forfettario.

Ma un confronto, come anticipato, non è possibile.

Perché un paragone tra redditi di dipendenti e autonomi è impossibile

La causa principale per cui, leggendo i dati appena riportati, non è corretto affermare che gli autonomi guadagnino molto di più dei dipendenti, sta nell’eterogeneità.

Il primo punto fondamentale è che i contribuenti autonomi e imprenditori che hanno dichiarato delle perdite non vengono inseriti all’interno del report, in cui si legge infatti che «Il reddito medio di imprenditori e lavoratori autonomi è calcolato con riferimento ai soli contribuenti che non dichiarano perdite». Un’esclusione che, tuttavia, ha come conseguenza quella di dipingere il lavoro autonomo come largamente florido e conveniente. La verità, tuttavia, è che tali dati negativi non vengono utilizzati per fare media.

Vi è poi un disallineamento tra netto e lordo, che rende ancora di più inadatto un confronto - con questi dati alla mano - che possa permettere di capire chi guadagna di più tra queste categorie di contribuenti.
Infatti, come specifica il Mef:

I redditi riportati per i lavoratori dipendenti sono al netto dei contributi previdenziali, mentre i redditi da lavoro autonomo e d’impresa devono essere indicati al lordo dei contributi (il valore medio dei contributi riportati dai lavoratori autonomi e imprenditori è pari a oltre 8.700 euro).

Ancora, tali dati non includono i redditi degli oltre 1,7 milioni di soggetti con Partita Iva in regime forfetario, soggetti a tassazione sostitutiva.

Infine, risulta ancor più inappropriato cercare, da questi dati, di estrapolare un confronto tra i redditi dei dipendenti e i redditi dei datori di lavoro. Gli imprenditori di cui alla tabella sovrariportata non è detto siano datori di lavoro: in Italia, infatti, la maggior parte delle ditte individuali non ha personale dipendente.

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