Ecco come fare per ottenere il pagamento degli stipendi e del Tfr se l’azienda è fallita o non ha soldi sufficienti.
La crisi aziendale è un disagio enorme per il datore di lavoro, ma anche per i suoi dipendenti, i primi a subire le conseguenze di eventuali tagli.
Così, ci si trova all’improvviso con lo stipendio pagato in ritardo, in modo incostante, e poi non versate del tutto.
Per i lavoratori è ovviamente un grande problema, soprattutto perché non hanno idea di come recuperare gli stipendi e il Tfr da un’azienda che non ha i soldi necessari ad adempiere ai propri obblighi.
Non si tratta infatti di una situazione risolvibile in modo rapido, ma un modo per ottenere almeno parte del proprio denaro esiste ed è il Fondo di garanzia Inps.
Quest’ultimo serve proprio a tutelare il personale in caso di azienda fallita o comunque incapace di pagare. Vediamo tutti i passaggi da compiere.
Pretendere il pagamento dall’azienda
Potrebbe sembrare un controsenso pretendere il pagamento dal datore di lavoro sapendo che l’azienda non ha i soldi necessari a pagare gli stipendi arretrati e liquidare il Tfr.
Nonostante ciò, questo passaggio è obbligatorio per accedere agli organismi di garanzia, senza contare che potrebbe pure rivelarsi efficace. Il datore di lavoro potrebbe non esser stato trasparente sulle condizioni finanziarie dell’azienda e in situazioni così delicate è indispensabile approfondire. Dando per scontato che ci siano già stati tentativi di risoluzione bonaria o che il dipendente abbia rassegnato le dimissioni per giusta causa, bisogna inviare una diffida pretendendo il pagamento.
Può essere scritta in autonomia, semplicemente indicando il debito e pretendo l’adempimento entro un certo periodo di tempo, inviandola con raccomandata a/r o pec al domicilio del datore di lavoro. In caso di insuccesso è possibile rivolgersi ai sindacati o all’Ispettorato del lavoro, a seconda della situazione, per essere supportati in un tentativo di conciliazione. Si precisa che l’Ispettorato del lavoro può sanzionare l’azienda in mancanza di accordo se accerta il mancato pagamento dei dipendenti.
Altrimenti (o in caso di nuovo insuccesso) non resta che avviare una causa civile. Sarà quindi necessario rivolgersi a un avvocato, magari con patrocinio gratuito a spese dello Stato o attraverso i sindacati di categoria, per il recupero forzoso del credito. È quindi possibile ottenere un decreto ingiuntivo che obbliga il datore a soddisfare il credito entro 40 giorni, a meno che l’azienda si opponga e instauri un contenzioso. In questo caso, se il datore di lavoro non riesce a dimostrare il pagamento degli stipendi, la causa si conclude comunque con l’obbligo di pagamento.
In caso di inadempimento si procede quindi con il pignoramento, da richiedere al giudice con decreto ingiuntivo. L’accordo eventualmente raggiunto e messo a verbale dall’Ispettorato del lavoro, inoltre, permette di saltare buona parte della procedura perché equivale a un titolo esecutivo: è sufficiente per richiedere il pignoramento.
Attenzione: la causa civile può essere adottata anche dai lavoratori in nero, che potranno provare l’esistenza del credito con tutte le prove a disposizione, compresi i testimoni e le comunicazioni con il datore di lavoro.
Fallimento dell’azienda
Se la procedura fin qui descritta non ha consentito di recuperare i propri crediti dal datore di lavoro è perché anche il pignoramento si è rivelato infruttuoso, magari per assenza di beni idonei. Bisogna quindi chiedere al tribunale il fallimento dell’azienda. Se la sentenza del giudice riconosce il fallimento sarà quindi necessario presentare la richiesta di pagamento del Tfr e degli stipendi al curatore fallimentare. La domanda di ammissione fallimentare può essere presentata telematicamente dal sito web dell’Inps, allegando tutta la documentazione attestante i crediti e il pignoramento insoddisfacente.
In caso contrario, se l’azienda non è fallibile o il credito del lavoratore non è sufficiente, bisogna comunque conservare il rigetto del tribunale per accedere al Fondo di garanzia dell’Inps.
Come richiedere il pagamento di stipendi e Tfr dall’Inps
Al termine di tutti i passaggi elencati, il lavoratore ha in possesso la domanda di fallimento rigettata o l’ammissione al passivo fallimentare, oltre alla documentazione sul pignoramento. Non resta che pretendere direttamente dal Fondo di garanzia dell’Inps il pagamento, che potrà riguardare esclusivamente gli ultimi tre stipendi e il Tfr. A tal proposito, si precisa che il pagamento del Tfr deve essere preteso entro 5 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro, mentre gli stipendi devono essere stati richiesti entro 1 anno dalla maturazione della terzultima mensilità prima della cessazione.
Anche la domanda di pagamento al Fondo di garanzia può essere presentata telematicamente dal sito web dell’Inps (oppure affidandosi a un Caf), allegando la documentazione citata e l’Iban per ricevere il pagamento.
Attenzione: se il datore di lavoro ha avviato la procedura di ristrutturazione dei debiti per sovraindebitamento, il lavoratore viene pagato dal Fondo di garanzia Inps soltanto se l’eventuale concordato è stato omologato senza il suo consenso. In linea generale, se il datore di lavoro è ammesso alle procedure concorsuali il Fondo Inps interviene per i crediti ammessi al passivo del fallimento con accertato stato di insolvenza. In caso contrario, bisogna appunto dimostrare l’insuccesso del tentativo di pignoramento.
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