I genitori di Filippo Turetta non sono andati in carcere a trovare il figlio, nonostante il permesso ottenuto. Ecco perché non andranno nemmeno nei prossimi giorni e cosa si sa su di loro.
Oggi, mercoledì 29 novembre, i genitori di Filippo Turetta avevano la possibilità di incontrare il figlio, come era stato loro concesso dal pubblico ministero. Nonostante ciò, soltanto l’avvocato Giovanni Caruso ha varcato le porte della casa circondariale di Verona Montorio (alle 16 di oggi) per parlare con il suo assistito.
Essendosi svolto ieri l’interrogatorio di garanzia e con il seguente permesso del pm, i genitori di Turetta potranno semplicemente posticipare il colloquio. Pare, tuttavia, che il confronto familiare non avverrà così presto.
L’apprensione dei genitori durante la fuga di Filippo è culminata con il suo arresto in Germania, nell’attesa che il figlio fosse ricondotto in Italia. In quei giorni, la famiglia aveva anche fatto sapere che se il trasferimento non fosse stato celere si sarebbero messi in viaggio per vedere Filippo. Ma oggi che il figlio è in Italia e sono stati messi a conoscenza delle sue condizioni, sembra proprio che la consapevolezza dell’accaduto li abbia raggiunti. Tanto da prendere ancora del tempo prima di parlargli.
Perché i genitori di Filippo Turetta non andranno a trovare il figlio
Dopo aver dovuto aspettare l’interrogatorio e ottenere il permesso dal pm, i genitori di Filippo Turetta non sono andati a trovarlo e non si sa quando lo faranno. L’avvocato Caruso, che questa mattina ha informato il carcere della scelta della famiglia, non ha infatti citato visite prossime.
Da quanto si apprende, pare che i genitori abbiano maturato la necessità di un supporto psicologico, non solo per il figlio Filippo, ma anche per loro stessi. Così da essere preparati all’incontro, probabilmente anche per darne contezza al loro figlio minore.
Si sa anche che la coppia si è trasferita insieme all’altro figlio presso alcuni amici, nel tentativo di tutelare Andrea (fratello diciottenne di Filippo), inevitabilmente scosso dall’omicidio. Anche lui, come il resto della famiglia, non si aspettava in alcun modo un gesto violento da Filippo, tanto meno il brutale omicidio di Giulia.
Le dichiarazioni e lo stato d’animo dei genitori, più che altro del padre che si è più esposto pubblicamente, hanno subito un cambiamento radicale dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin. Prima di quel momento, infatti, restava la fiducia in quel “figlio perfetto” affinché non facesse del male alla ragazza. Poi, il duro scontro con una realtà decisamente lontana dalle speranze.
Così, il 21 novembre, i due si sono recati nella canonica della chiesa di Torreglia alla ricerca di conforto e riflessione: “Dove abbiamo sbagliato?” si sono domandati. È quindi più che evidente che avrebbero avuto delle difficoltà ad affrontare personalmente il figlio, dovendo far i patti con una realtà dolorosa e accrescendo ancora i propri dubbi.
Chi sono i genitori di Filippo Turetta
Elisabetta Martini e Nicola Turetta sono i genitori di Filippo, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, e Andrea. La coppia ha lavorato per moltissimi anni nel campo della ristorazione, nella trattoria della famiglia Turetta di cui era titolare Nicola, dove la moglie era impegnata come cameriera.
La trattoria ha poi cambiato gestione nel 2011, ma, nonostante ciò, è stata oggetto di una vera e propria ondata di insulti e odio dopo l’uccisione di Giulia. I titolari hanno quindi chiarito l’equivoco, spiegando che la trattoria non è più gestita dalla famiglia Turetta (peraltro da diversi anni), segnalando di aver ricevuto moltissimi commenti diffamatori e improvvise disdette delle prenotazioni.
Non si sa molto altro dei genitori di Filippo, se non che vivono insieme ai figli a Torreglia (in provincia di Padova) e che per il momento si sono temporaneamente trasferiti presso alcuni amici, nel tentativo di tutelare il figlio più piccolo dalla pressione sociale. Secondo quanto riportato dal padre, Andrea ha subito un colpo durissimo ed è rimasto giorni e giorni in silenzio, chiuso in camera sua.
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