Anche chi tradisce il coniuge potrebbe avere diritto al mantenimento, magari negato all’altro. Ecco cosa c’è da sapere.
Il tradimento nel matrimonio è un problema delicato, ma molto comune, che porta diverse coppie a contendersi il mantenimento tra le aule di tribunale. C’è infatti la diffusa convinzione per cui l’infedeltà coniugale sia direttamente collegabile all’assegno di mantenimento spettante dopo la separazione. Si tratterebbe, cioè, di negare il mantenimento al coniuge traditore e concederlo al coniuge tradito. In realtà, l’assegno di mantenimento non ha nulla a che fare con l’eventuale danno morale e la sua riparazione, tanto che anche chi ha tradito potrebbe aver diritto comunque all’assegno.
Tradimento e mantenimento, quale correlazione?
Analizziamo innanzitutto la correlazione tra il tradimento coniugale e l’assegno di mantenimento eventualmente spettante dopo la separazione. Per quanto ci siano comprensibili dubbi dal punto di vista morale e affettivo, tra le due questioni non c’è una relazione diretta. Il coniuge tradito non ha automaticamente diritto al mantenimento, né chi tradisce perde sempre il diritto all’assegno. Il tema dell’infedeltà coniugale, tuttavia, rileva in riferimento all’addebito della separazione.
Quest’ultimo comporta infatti una serie di effetti nel rapporto tra i coniugi (ancora tali ai sensi della legge) e pregiudica proprio l’accesso al mantenimento. In altre parole, chi è colpevole di aver causato la fine del matrimonio non ha diritto a esser mantenuto dall’altro coniuge. Ciò però non significa sempre che debba a sua volta versare l’assegno, per il quale si fa riferimento comunque ai requisiti reddituali e alla capacità di sostenersi in autonomia. L’assegno di mantenimento serve a garantire al coniuge separato una vita dignitosa, quando non ha i mezzi per provvedere personalmente ai propri bisogni.
Di conseguenza, se il coniuge che è stato tradito ha un lavoro che gli permette di mantenersi autonomamente, o comunque è pienamente in condizione di trovarlo, non ha diritto all’assegno. Sul punto bisogna comunque tenere conto della funzione perequativa del beneficio, in particolar modo in seguito al divorzio. La Corte di Cassazione ha ormai stabilito che l’assegno non ha soltanto una funzione alimentare, ma serve anche a compensare l’ex coniuge dei sacrifici professionali fatti nel matrimonio di comune accordo con il marito o la moglie, permettendo così all’altro una carriera più produttiva.
Al di là di qualsiasi considerazione, però, chi riceve l’addebito della separazione perde ogni diritto al mantenimento. Bisogna però ribadire che il tradimento non comporta necessariamente l’addebito, essendo quest’ultimo legato strettamente alla rottura del matrimonio.
Quando devi mantenere il coniuge che ti ha tradito
Il tradimento può essere causa dell’addebito della separazione o comunque concorrere a formare la responsabilità del coniuge fedifrago. Per quanto molte persone non siano d’accordo, però, il tradimento non è considerato sempre causa della cessazione del matrimonio. Il nesso causale deve infatti essere preciso e comprovato. Si pensi, per esempio, al tradimento occorso in un periodo iniziato precedentemente di crisi coniugale che aveva già compromesso il vincolo affettivo tra i coniugi. Oppure, situazione non affatto rara, al tradimento conosciuto e perdonato dall’altro coniuge, ma anche ai tradimenti reciproci o accaduti in seguito a gravi violazioni dell’altra parte.
Allo stesso tempo, il concetto di tradimento è affrontato in maniera molto ampia, includendo tutti i comportamenti in grado di pregiudicare gravemente il rapporto fiduciario tra i coniugi. Non si parla quindi del solo tradimento fisico in senso stretto, ma anche delle relazioni affettive platoniche o virtuali, per esempio. Il tradimento che rappresenta la rottura dell’armonia di coppia è quindi causa dell’addebito, a prescindere dal modo in cui si è concretizzato.
Nelle situazioni enunciate, al contrario, nonostante l’infedeltà non c’è addebito perché la causa della rottura è attribuibile (anche) ad altre ragioni. Nella maggioranza dei casi, in queste situazioni non è previsto l’addebito per nessuno dei coniugi, entrambi responsabili. Di conseguenza, il coniuge che ha tradito ma non ha ricevuto l’addebito della separazione potrebbe comunque aver diritto al mantenimento, purché soddisfi i requisiti previsti dalla legge.
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