È vero che se chiudo i ladri in casa rischio anche di essere denunciato? In effetti può capitare, come si apprende dalla cronaca, ma raramente le conseguenze sono quelle che si immaginano.
Furti e legittima difesa, in Italia queste parole riescono a scatenare polveroni indicibili, complici alcune effettive difficoltà, ma anche tanta disinformazione. Luoghi comuni che continuano a ripetersi per sentito dire, così i cittadini non sanno più distinguere quali sono i loro diritti e devono convivere con la frustrazione di vivere nell’ingiustizia. Quanti hanno sentito dire che se chiudi i ladri in casa (o in un negozio o in qualsiasi altro luogo relativo al furto) per consegnarli alle forze dell’ordine rischi tu di essere arrestato?
Quello che viene additato come classico paradosso all’italiana è in realtà un assunto falso. Pur non mettendo in dubbio che il nostro ordinamento, come tanti altri, abbia bisogno di aggiornamenti e migliorie dobbiamo riconoscere quando invece tutela il cittadino onesto e le sue possibilità di autotutela. Bisogna infatti sapere che non è a priori scorretto trattenere i ladri che si sono introdotti nella proprietà privata, purché si agisca a norma di legge.
Sostenere che i ladri, invece, la legge non l’hanno rispettata è polemico e inutile. È ovvio che chi commette un reato sta agendo contro la legge, ma ciò non autorizza gli altri a fare lo stesso, altrimenti non potremmo vivere in uno Stato di diritto e dovremmo tornare alla giustizia fai da te. Checché ne pensi ognuno dell’argomento, per il momento la Costituzione italiana garantisce certi poteri esclusivamente alle forze dell’ordine e altri ancora alla magistratura. Non sarebbe però il caso di preoccuparsi troppo, perché a chi deve tutelare i propri diritti vengono comunque concesse deroghe particolari.
È vero che se chiudo i ladri in casa rischio una denuncia?
Colgo i ladri sul fatto e riesco prontamente a bloccarli nell’appartamento così da evitare la fuga e farli arrestare, ma poi vengo denunciato per sequestro di persona. È una ricostruzione che si sente tante volte ed è di per sé attendibile, perché chiunque può denunciare (più precisamente querelare) un’altra persona, persino inventando di sana pianta il pretesto. La denuncia in sé non ha effetti, perché viene seguita da indagini ed eventualmente dal processo.
Quindi effettivamente i ladri possono denunciare la vittima per averli bloccati in casa o in un altro luogo e nella peggiore delle ipotesi ci si trova anche a dover sostenere un processo penale. Ecco, questo può essere un disagio notevole, ma inevitabile. Dimostrando la propria innocenza, che peraltro non dovrebbe essere complesso in questi casi, ci si libera definitivamente e si ottiene anche un rimborso delle spese legali. Eventualmente si potrà chiedere anche un risarcimento e magari agire contro i ladri (anche) per la denuncia pretestuosa.
Attenzione, però, il punto non è se davvero i ladri sono stati sequestrati o meno. Il legislatore prevede addirittura dei casi in cui i comuni cittadini possono compiere gli arresti, anche quando non ne sono le vittime dirette. Ci si riferisce soltanto a reati particolari, per i quali l’arresto è obbligatorio da parte delle forze dell’ordine e sono procedibili d’ufficio.
Basti sapere che il furto rientra tra questi se commesso con alcune aggravanti, per esempio a danno di beni pubblici, con violenza su persone o cose (scasso, effrazione) e con mezzi fraudolenti (chiavi copiate, grimaldelli), compresa l’ipotesi di rapina. In questi casi la vittima (o anche il vicino di casa o negoziante che si accorge del fatto in realtà) può procedere all’arresto, bloccando i ladri all’interno.
Comprensibilmente, potrebbe essere necessario far uso della coercizione fisica, ma attenzione a non farne un lasciapassare per la vendetta personale. Bisogna limitarsi allo stretto necessario per procedere all’arresto, senza superare i confini della legittima difesa e in proporzione all’offesa e alla resistenza dei ladri (ma anche alle proprie condizioni). Tanto per dire, non si può sparare al ladro che scappa, ma è possibile rincorrerlo e trattenerlo fisicamente fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
Questo è l’altro punto fondamentale: bisogna allertare le forze dell’ordine il prima possibile. Non c’è problema nel farlo dopo l’arresto, che anzi è l’ipotesi più plausibile, l’importante è farlo tempestivamente e non esercitare violenza spropositata o non necessaria. Rispettando la legge, non ci dovrebbero essere problemi e anche nell’eventualità in cui i ladri procedano con la querela è molto probabile che l’accusa cada.
L’ipotesi di essere rinviati a giudizio è remota, significa comunque che ci sono dei dubbi sul proprio operato. Servirà in questo caso dimostrare il pericolo avvertito e di essersi limitati a quanto necessario per difendersi, ricordando che si presume la legittima difesa anche sull’uso di armi legittimamente detenute (o improprie), a patto di non aver commesso un eccesso.
Naturalmente, nessun cittadino è obbligato a fare ciò. Può allertare le forze dell’ordine senza occuparsi fisicamente della questione, che in molti casi è una scelta prudente. L’istinto di difendere i propri beni, ma soprattutto i propri cari, spesso prende però il sopravvento e non c’è nulla di illegale, a patto di controllarsi nei limiti di legge.
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