In varie città italiane, visto il caro-energia, si pensa a chiusure anticipate per piscine e musei. Possibili nuove restrizioni in arrivo anche all’illuminazione pubblica e nelle palestre.
Mentre si continua ad attendere che si formi un nuovo governo di centrodestra, tra i sindaci è allarme per il rialzo costante del prezzo di gas e luce, che rischia di diventare insostenibile. Il costo monstre dell’energia ha già portato in questi mesi a opere di efficientamento energetico e primi blandi razionamenti sull’illuminazione dei monumenti e degli uffici pubblici, oltre alle lievi restrizioni all’uso di condizionatori prima e termosifoni ora. Adesso, però, potrebbero arrivare addirittura le prime chiusure anticipate.
Il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, ha spiegato che nelle chat dei sindaci si parla insistentemente di come affrontare i rincari e la possibile scarsità a livello nazionale di riserve di gas. In particolare, secondo l’esponente dem, bisognerà fare una riflessione non semplice sugli orari delle piscine e sui musei.
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Palestre, piscine e musei: le preoccupazioni dei sindaci
Secondo Sala, infatti, “musei e piscine che sono impianti veramente energivori”. Per questo, dice, i sindaci vorrebbero “evitare di pensare a delle chiusure, però tra le nostre chat di sindaci il tema numero uno sono gli impianti sportivi (palestre e campi dove praticare vari sport n.d.r.) e come riuscire a tenere aperte le piscine: vedremo quella che sarà la situazione, che è prevedibile fino ad un certo punto”.
Il Comune, comunque, la scorsa settimana aveva già presentato un piano sull’energia per contrastare il caro bollette. Riguarda riscaldamenti, uffici pubblici e illuminazione urbana. Alcune sedi di uffici comunali verranno chiuse di venerdì e i dipendenti potranno usare un giorno di lavoro agile, mentre chi non potrà sarà dislocato nelle sedi che resteranno sempre aperte.
E ancora, sempre negli uffici pubblici, verrà ridotto il funzionamento degli impianti di climatizzazione e delle pompe di acqua di falda. Quindi diminuirà di un’ora al giorno l’accensione dell’illuminazione stradale, con prevalenza al mattino e verranno ridotte di un paio di gradi le temperature su tram e bus elettrici. Infine il Comune sta dialogando con la Camera di commercio per lo spegnimento delle insegne e delle vetrine di notte e per una maggiore attenzione alla chiusura e alla apertura delle porte dei negozi.
I razionamenti energetici nelle altre città
Non solo Milano. Anche nel resto d’Italia si sta avanzando con i razionamenti. Nel Lazio si ridurrà l’illuminazione negli edifici pubblici e le strutture non destinate all’accoglienza del pubblico chiuderanno i battenti prima. Anche a Napoli e Trento si sta pensando di riorganizzare il lavoro negli edifici comunali per ridurre l’uso di gas e luce. A Palermo, invece, una squadra di esperti sta lavorando con il Comune per capire il da farsi: probabilmente verrà esteso lo smart working ai dipendenti pubblici e verrà chiesto di spegnere prima le luci in vari posti posti gestiti dal Comune stesso.
Torino, invece, punta su temperature più basse di due gradi negli edifici pubblici e di un grado nelle scuole comunali. Non solo, perché tra le misure per ridurre i consumi previste dall’amministrazione c’è anche lo spegnimento dei monumenti, dei ponti sul Po e delle luci davanti ad alcune chiese.
Verrà rimodulata l’illuminazione anche del simbolo della città: la Mole antonelliana. Previsto anche il suo spegnimento in alcuni orari. Inoltre si ipotizza lo spegnimento dei lampioni anticipato la mattina, con accensione ritardata la sera, ma in questo caso la decisione verrà presa insieme al prefetto per una questione di sicurezza pubblica.
Sempre al Nord, a Binasco, è stata sostituita l’illuminazione pubblica con le lampade a led e si prevede una riduzione delle luminarie a Natale. A Cernusco sul Naviglio si sta quindi facendo una mappatura della città per capire dove è possibile (e dove no) spegnere o abbassare i lampioni. Altri comuni più piccoli, come Noviglio, dicono di non poter spegnere l’illuminazione e chiedono un aiuto al governo per attutire i costi.
Gli interventi sulle luminarie di Natale
Si interverrà poi in diversi Comuni sull’illuminazione natalizia. Le accensioni ridotte delle luminarie riguarderanno ad esempio Bolzano, dove l’obiettivo è la riduzione delle luci natalizie del 20%. A Bergamo, invece, l’idea è quella di introdurre un timer per ridurre l’orario di accensione delle luminarie, che verrebbero spente al più tardi a mezzanotte.
Saltano poi i giochi di luce sul campanile e il tricolore sullo stadio del ghiaccio a Cortina: le luci della città saranno accese, ma saranno più tradizionali e meno care. Infine a Venezia si punterà sull’efficientamento con orari specifici e lo spegnimento anticipato a dopo l’Epifania.
In tutto ciò alcuni Comuni virtuosi fino a settembre avevano trovato spazi di bilancio per concedere dei bonus a famiglie e imprese con redditi e fatturati minori. Sarà molto difficile, però, replicare questi aiuti nei prossimi mesi.
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