La Cina accusa l’Europa per il nuovo focolaio di Pechino: cosa c’entra il salmone norvegese?

Martino Grassi

19/06/2020

La Cina accusa l’Europa di aver “importato” il coronavirus a Pechino attraverso del salmone norvegese, causando un nuovo focolaio nel mercato.

La Cina accusa l’Europa per il nuovo focolaio di Pechino: cosa c’entra il salmone norvegese?

Il nuovo focolaio di Pechino sarebbe stato provocato da un coronavirus proveniente dall’Europa. L’accusa arriva da un team di scienziati cinesi che in pochissimo tempo, una settimana esatta, sono riusciti a controllare le nuove infezioni e a decodificare il genoma del patogeno.

Le informazioni sul genoma sono state immediatamente comunicate all’Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolineando che l’origine del virus responsabile del nuovo focolaio del mercato di Xinfadi, che rifornisce il 90% della città, è originario del vecchio continente. Gli scienziati cinesi hanno inoltre specificato che il “coronavirus di ceppo europeo” sembra essere più vecchio di quello che attualmente sta circolando e che quindi sarebbe arrivato diverse settimane fa, prima ancora che si manifestasse.

La Cina accusa l’Europa per il salmone norvegese

Quello che ha scosso maggiormente le opinioni è la propaganda trasmessa delle autorità cinesi, che sembra vogliano dimostrare che l’epidemia nel Paese del Dragone ormai sia completamente sotto controllo e che i nuovi contagi siano dovuti esclusivamente a delle importazioni.

Nei controlli a tappeto nell’area del mercato, sono state ritrovate rilevate 40 tracce di coronavirus, ma le autorità sanitarie si sono concentrate unicamente su quella isolata nella zona dei salmoni. I media cinesi avrebbero riferito di aver eseguito un tampone anche un salmone, che sarebbe poi risultato positivo, da questa informazioni si sarebbe creato un pretesto per accusare l’Europa, e la Norvegia, di aver esportato il coronavirus con la merce venduta nel mercato.

La risposta della Norvegia e dei virologi

A Pechino è nata una vera e propria psicosi che ha portato molti rivenditori a ritirare la merce dai propri banchi. La risposta della Norvegia non ha tardato ad arrivare, ed ha immediatamente protestato contro le accuse di Pechino, forte del sostegno di numerosi virologi, che si sono accorati sostenendo che il salmone e il cibo in genere non sono vettori di contagio.

Anche i virologi cinesi alla fine si sono arresi, ed hanno ammesso che non era possibile determinare come il coronavirus fosse arrivato nella zona di lavorazione del salmone. Intanto si continua a indagare, e le autorità cinesi si dicono certe dell’origine estera di questo nuovo virus, tuttavia il dottor Liu Jun, del Centro nazionale di prevenzione virale precisa che:

“Se la partita di salmone è arrivata sigillata e surgelata dall’Europa, il Covid-19 potrebbe aver viaggiato con quelle casse. Se però a Xinfadi era stato aperto per la lavorazione, può essere stato contaminato da un operatore del mercato, con un semplice colpo di tosse o uno starnuto”.

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