Come aprire un circolo privato, documenti e procedimento

Caterina Gastaldi

13 Dicembre 2022 - 16:51

Quali sono i requisiti e le licenze richieste per aprire un circolo privato? Quando si possono vendere alcolici? Ecco come funzionano queste realtà no profit.

Come aprire un circolo privato, documenti e procedimento

Aprire un circolo privato permette di riunire persone con interessi comuni, siano essi artistici, sportivi, politici, o altri. Indipendentemente dalle ragioni per cui si crea un circolo, l’iter da seguire e i permessi da richiedere sono gli stessi.

I circoli privati sono, appunto, privati. Si tratta di organizzazioni non aperte al pubblico, ma solo ai tesserati, e no profit, quindi non create per generare profitti, che dovranno essere riversati nell’organizzazione stessa e non distribuiti tra i soci. Pur non essendo attività commerciali, anche i club privati possono avere al loro interno realtà a scopo di lucro (come un bar), purché non siano l’attività primaria della realtà.

Vediamo in questo articolo come aprire un circolo privato, quali sono i requisiti necessari, e quando è possibile avere anche un bar o un ristorante al suo interno.

Cos’è un circolo privato

I circoli privati sono organizzazioni no profit aperte solamente a tesserati e soci. L’attività prevalente è quella sociale, ma è comunque permessa un’attività commerciale, purché sia secondaria.

Questo significa che si possono tenere corsi, avere un bar o un ristorante, o anche vendere biglietti per spettacoli aperti al pubblico, ma queste attività devono avere lo scopo di finanziare il circolo stesso. Gli utili non devono venire distribuiti tra i soci, anche se possono essere utilizzati per stipendiare gli eventuali dipendenti del circolo.

A seconda della tipologia di circolo, si svolgeranno attività differenti. Per legge i circoli associativi si suddividono in tre categorie:

  • circolo sportivo: che promuove attività dilettantistiche di sport riconosciuti;
  • circolo ricreativo o culturale: di cui fanno parte la maggior parte dei club, essendo una categoria molto ampia e generica. Possono svolgere svariate attività, come gastronomiche, artistiche, o ricreative;
  • circolo di promozione sociale: hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita di specifiche aree attraverso l’impegno sociale o politico. Sono spesso legate a zone precise (come un quartiere o una città) o a minoranze precise.

Requisiti richiesti

Come si può aprire un circolo privato o un’associazione no profit? Per poter fondare un circolo privato è necessario che ci siano almeno tre soci fondatori, fino a un massimo di sette.

L’iter da seguire a questo punto è:

  • determinare lo scopo del circolo, specificando l’attività e decidendo in quale categoria si rientra;
  • redigere uno statuto e un atto costitutivo;
  • registrare entro massimo 20 giorni dalla costituzione lo statuto e l’atto costitutivo all’Agenzia delle Entrate;
  • richiedere il codice fiscale (necessario per la stipula di contratti e creare un conto corrente) o la partita Iva (se si svolge attività commerciale abituale) all’Agenzia delle Entrate;
  • entro 60 giorni dalla costituzione, trasmettere il modello Eas all’Agenzia delle Entrate per poter accedere ai vantaggi fiscali (per i circoli riconosciuti e non esentati);
  • affiliarsi a un ente di promozione sociale a carattere nazionale, per ottenere altri vantaggi e fondi, e accedere a un iter più rapido per aprire un bar.

Vantaggi del circolo privato

I circoli godono di alcuni vantaggi fiscali. In particolare:

  • possono accedere al 5 per mille;
  • le entrate istituzionali, come le quote associative, non sono tassate;
  • sono esentati dall’obbligo di fatturazione per le entrate commerciali inferiori a €400.000.

Costi del club privato

I singoli club, essendo molto diversi tra loro, possono avere costi di gestione differenti, legati all’affitto della sede, le utenze, o gli eventuali dipendenti. Se si utilizza materiale protetto dai diritti d’autore (musica o film, per esempio), bisognerà anche rivolgersi alla Siae per i dovuti permessi e pagamenti.

Per la costituzione del club, invece, le spese variano a seconda della tipologia. Non è necessaria la presenza di un notaio nella scrittura dell’atto costitutivo e dello statuto. Potranno essere registrati all’Agenzia delle Entrate come:

  • circoli culturali generici, che per la registrazione pagano 200 euro più una marca da bollo da 16 euro per ogni 4 pagine;
  • associazioni di promozione sociale, o sportive dilettantistiche, che pagano solo i 200 euro di costi di registro.

Circolo con bar: come fare

I circoli privati possono avere al loro interno un bar o un ristorante. Questa attività non deve comunque mai essere prevalente, ed è disponibile solo ai tesserati. È necessaria l’apertura della partita Iva.

Bisognerà, inoltre:

  • ottenere l’idoneità dell’Asl per il rispetto delle norme igienico-sanitarie e edilizie previste;
  • assicurarsi che i professionisti coinvolti rispettino una serie di requisiti professionali (corso professionale per la somministrazione di cibi e bevande, attestato Haccp);
  • inviare la Scia al comune in cui si trova il locale.

Se l’associazione in questione è un’Associazione di Promozione Sociale (Asp), oppure è affiliata a un’Asp nazionale, i locali rispettano le condizioni richieste, e si hanno i dovuti requisiti professionali, basta inviare la Scia al comune di appartenenza. In questo unico caso non è necessaria la partita Iva e non è considerata attività commerciale.

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